Ma uccidere animali è violenza

L'aristocratico non è omofobo; ipericoli del terrorismo islamico RISPONDE 0.d.B. Ma uccidere animali è violenza GENTILE signora, lascio tutto lo spazio a disposizione del suo messaggio. «Vorremmo dire all'illustre professore che il vegetarismo è non violenza e pertanto non impone nulla a nessuno. Perché, dunque, questi continui attacchi alla nostra scelta di vita quasi che i non vegetariani dovessero difendersi da un feroce accerchiamento? Lei cita dati forniti da un istituto di Zootecnia della Facoltà di Agraria o Veterinaria dell'Università, noi ne citiamo altri che provengono dal dipartimento Agricoltura degli Stati Uniti, ma non ci interessa discutere se la vita sacrificata inutilmente sia di due o due animali e mezzo. Noi diciamo che è immorale uccidere anche un solo animale, che questa violenza può essere facilmente evitata con vantaggio per la nostra salute e per la salute del no- Ma ucanimè vio cidere mali enza stro pianeta. Una curiosità, professore, lei che è veterinario, non conosce gli orrori degli allevamenti intensivi, dei bovini ridotti a macchine da carne e da latte, delle galline stipate in pochi centimetri, degli animali tenuti in vita da ogni sorta di farmaci (con il conseguente pericolo per l'uomo che ne consumerà il cadavere) fino al tragico trasporto verso il mattatoio che pone fine alla loro vita di torture? In quanto poi alle sue ricette "alternative" a base di cavallette e topi, che si può dire? Egregio professore, è una questione di gusti e soprattutto di etica: si mangi i suoi cadaveri, nessuno glielo impedisce; noi amiamo vivere in pace con tutti gli esseri presenti sul nostro pianeta e per questa ragione non mangiamo gli animali, come Gandhi, Tolstoj e tanti altri illustri vegetariani». Ringrazio l'Associazione Vegetariana Italiana per la replica alle affermazioni fatte in questa rubrica dal professor Carlo Rossi, che mi aveva scritto per patrocinare una più impegnata vigilanza sui diritti dell'uomo. Spero che per questa volta ci potremo limitare al «botta e risposta», pubblicato, dato che, come sappiamo, le convinzioni in lotta sono inconciliabili. Oreste del Buono Gentile signor Del Buono, la prego a nome dell'Associazione Vegetariana Italiana di pubblicare la nostra risposta alla lettera del 24-10 del professor Carlo Rossi: «Ci dispiace molto che il professor Rossi abbia dovuto perdere parte del suo prezioso tempo per "difendere anche i diritti dell'uomo" messi in forse dai vegetariani nel tentativo di imporre le loro scelte. Ma perché si preoccupa tanto se, secondo le sue statistiche, i vegetariani quasi non esistono dal momento che molti di essi divorano carni di tutti i tipi?». Carla Dematteìs, Torino

Persone citate: Carla Dematteìs, Carlo Rossi, Del Buono, Gandhi, Oreste Del Buono, Tolstoj

Luoghi citati: Stati Uniti, Torino