Casanova, un libertino devoto della Madonna

Casanova, un libertino devoto della Madonna Da Cristoforo Colombo a Hegel, un libro racconta gli insospettabili «ammiratori» di Maria Casanova, un libertino devoto della Madonna E l'ebreo Heine la chiamava «molto ammirata regina dei Cieli» P BONN RIMA della sua fuga dai Piombi il libertino Giacomo Casanova racconta ad un compagno di prigionia che «la Santa Vergine di cui qui vede l'immagine è diventata viva, è venuta da me ed ha aperto la bocca». La Madonna promette a Giacomo che apparirà un angelo che sfonderà il soffitto metallico della più triste prigione veneziana. La conclusione della storia è nota: Giacomo Casanova fu il primo uomo a riuscire ad evadere dai Piombi. Meno nota è la devozione del grande amatore per la Madonna. Una tessera in più nel mosaico del fascino di Maria, controparte femminile della Trinità. Per Hegel la Madonna è «la bella immagine dell'amore puro». Non paragonabile con Iside, nella quale il filosofo non riesce a trovare «nessuna traccia di maternità, di tenerezza, neanche l'ombra di un sorriso». Eppure nei primi secoli della cristianità Maria non viene mai rappresentata sorridente. Anzi, poiché di lei nel Nuovo Testamento non è scritto quasi nulla, poeti e pittori dell'epoca non osano attribuirle sentimenti. Solo con l'apparire dei primi ordini mendicanti, precursori del proprio tempo, Maria diventa la vergine sorridente, immagine di dolcezza e felicità interna che conquisterà i poeti romantici. Da Goethe che nel Faust fa pregare la sua Gretchen alla Madre del Salvatore, a Rjlke che nel ciclo di poesie La vita di Maria la descrive fanciulla che «desidera di abbandonarsi ai segni interiori». Da Sant'Agostino a Casano¬ va, da Hegel a Heine, a Cristoforo Colombo. L'elenco dei fedeli devoti e ammiratori della Madonna è denso di sorprese e di aneddoti, di fatti storici e di leggende, raccolti adesso in un ricco volume dello storico tedesco Klaus Schreiner, Maria, Vergine, Madre di Dio e Padro-, na (edizioni Hauser, Monaco), che senza volere entrare nel merito di questioni teologiche, esplora l'immagine che gli uomini hanno avuto della Madonna nel corso dei secoli. Maria affascina gli specialisti di allegorie, diventando di volta in volta «il paradiso in cui cresce l'albero della vita, la botte d'oro in cui Dio ha versato la chiarezza, il porto chiuso in cui l'Uomo e Dio si fondono senza distruzione». Persino Sant'Agostino ci lascia un'azzardata allegoria: il verme come rappresentazione dell'immacolata concezione. Un'immagine che rispecchia le conoscenze biologiche del tempo, secondo cui i vermi si riproducevano per generazione spontanea. Heinrich Heine, poeta ebreo le attribuisce incontrastato il titolo di «molto ammirata regina dei Cieli» e Cristoforo Colombo prima della sua storica impresa andrà in pellegrinaggio dalla Madonna nera dell'Estremadura. Santa Maria di Guadalupe. «Ordinai che si por¬ tassero dei ceri», scrive nel suo diario di bordo nel febbraio 1493, «e che in uno dei ceci venisse intagliata una croce». Sarà Colombo stesso a tirare a sorte il cece con la croce e a portare il «cero di cinque libbre» alla Madonna. Gli uomini hanno chiesto l'aiuto di Maria in tutte le occasioni. All'Impruneta vicino a Firenze la Madonna veniva invocata contro la peste o per la pioggia. I Senesi dichiararono la loro Repubblica «Città della Vergine» e di Maria chiesero l'aiuto nella guerra vittoriosa contro i fiorentini. Suo acerrimo nemico fu invece il riformatore Lutero, indignato dal culto delle reliquie con il sangue o le ossa della Vergine. La chiama una «povera fanciulla» di cui «non amo né i seni, né il latte, perché non è lei che mi ha salvato». Del culto delle reliquie si burla anche Boccaccio che nel Decamerone fa raccontare ad un frate di Sant'Antonio di una reliquia speciale, una piuma che l'Arcangelo Gabriele perdette il giorno dell'Annunciazione, salvo poi scoprire che in realtà è una penna di pappagallo. Un capitolo a sé merita il seno di Maria che secondo la leggenda la Madonna scoprì per invocare pietà per i peccatori sulla terra. Il vescovo Fulbert di Chartres, nell'Anno Mille, sarebbe stato salvato dalla morte da alcune gocce del suo latte, e anche il crociato Bernhard de Clairvaux nel 1677 «bevve non solo una volta, ma più. volte dalla santissima vergine Maria».

Luoghi citati: Bonn, Firenze, Impruneta, Monaco