« Ora il mi Pietro torna a casa»

La moglie: mi serve per i lavori pesanti « Ora il mi# Pietro torna a casa» La moglie: mi serve per i lavori pesanti OTTIMISMO IN FAMIGLIA FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO E' come se si preparasse per una festa. Angiolina Manni, moglie di Pietro Pacciani di mattina indossava un maglione arancione sopra i jeans. Poi, si è cambiata per mettersi una camicia di lanetta azzurra ricamata con fiorellini in nuance. Come va? «Cosa aspettano a mandarlo a casa? Ci sono i lavori nei campi che non vanno avanti». Fino a pochi giorni fa rispondeva a smorfie e lanciando sassi agli importuni. Sembrava che il processo al marito le interessasse poco e che la sentenza dei giudici non fosse affar suo. «Lui sta bene dove sta», diceva. Con il dorso della mano buttata avanti come per scoraggiare repliche e commenti. Ma, adesso, è convinta che Pietro Pacciani tornerà presto ed è impaziente nell'attesa. Pettinata. Quasi allegra. Lo assolveranno? Non risponde a tono. Segue piuttosto il filo dei suoi pensieri. «Qui, manca la mano di uno che sa fare i lavori pesanti...». E' una donna che - secondo il suo stesso racconto davanti ai magistrati - ha subito la violenza di un marito-padrone. Ma è come rassegnata ad accettare quel destino senza reagire. «Il mi' Pietro accomoda il muro, là, dove mancano quei mattoni. E poi ...». E poi? «Poi ci sono gli alberi da potare. Io, da sola, non ce la fo. Non sono così forte come serve». Ma non ha paura? «Pregava il Pietro e prega pare adesso». Gliel'ha detto suor Elisabetta che, da tempo, fa la spola fra casa sua e il carcere. «Si raccomandava a Santa Rita e a Sant'Antonio. I suoi santi sono là». Sono infilati nelle cornici degli specchi, sui muri scrostati e i pavimenti umidi delle due stanze in via Sansovino. «Io lo aspetto, tornerà perché è innocente e non possono tenere lui al posto di un altro». Anche Rosanna, la figlia maggiore, è convinta che il padre non sia il mostro di Firenze: «Mi' babbo l'hanno messo in mezzo perché dovevano dare la colpa a qualcuno». Eppure non basta per tranquillizzarla. «Io, con lui, non voglio abitare più e se toma a Mercatale, vuol dire che sarò io ad andarmene». Anche con lei, Pietro Pacciani, faceva il padrone, il padre-padrone, che non le rispar- miava botte e umiliazioni, che pretendeva di usarla come cosa propria e che le soffocava i sentimenti: «Non lo voglio più, ma non è un assassino. Certo, io ho paura ma lui non è quello che dicono». Rosanna è convinta che quel proiettile sia stato trasportato con la terra presa per costruire l'orto. «C'erano solo pietre là, di terra ne ha portata una montagna». E il bloc-notes dei tedeschi uccisi potrebbe venire dalla discarica. «Cercava sempre là in mezzo, il babbo, l'ha trovato e l'ha preso». Con la mano ripete il gesto di chi raccoglie qualcosa, poi la stessa mano accarezza la fronte come per scacciare i pensieri. «Io adesso devo pensare a dimagrire, devo farmi crescere i capelli e tornare a casa». Almeno finché non arriverà anche il «babbo». Ma la gente del paese pensa che Pietro Pacciani verrà assolto? Il partito dei colpevolisti e quello degli innocentisti hanno argomenti di discussione. Chi lo conosce meglio, lo chiama il «vampa» e, quasi di conseguenza, lo considera capace di essere un mostro. Uno che monta su tutte le furie per un nonnulla, che non pensa alle conseguenze, che non sa controllare la forza delle sue mani. Per rabbia, con un pugno, era stato capace di sfondare il metallo dei cingoli di un trattore. Gli altri, quelli che lo conoscono appena, sono più fermamente innocentisti. L'inchiesta sui delitti è stata approssimativa, le prove sono piuttosto indizi e gli indizi sono piuttosto pettegolezzi. Si condanna all'ergastolo una persona perché antipatica, ignorante o immorale? A Mercatale, l'ora dello struscio finisce in fretta in questa stagione. Alle 4 la gente passeggia fra le due piazzette attorno alle quali c'è praticamente tutto il paese. Due bar che si guardano, qualche negozio, la chiesa, i giardini pubblici, il posteggio della corriera. Un'oretta di chiacchiere a bassa voce rimestando lo succherò nella tazzina del caffè, qualche alzata di spalle con le mani affondate nelle tasche del soprabito. E' lui, è il Vampa? Sono intimiditi dal personaggio e, tutto sommato, hanno paura che possa vendicarsi una volta tornato libero. Lorenzo Dei Boca «Cosa aspettano a liberarlo? Non possono tenerlo al posto di un altro» La signora Anglolina Manni moglie di Pietro Pacciani

Persone citate: Angiolina Manni, Anglolina Manni, Pietro Pacciani

Luoghi citati: Firenze, Mercatale