Mig e duello aereo per 4 milioni

4 A Mig e duello aereo per 4 milioni La nuova Russia affitta jet e piloti ai turisti MILITARI E LMOSCA ENIN Vladimir Ilich in soffitta c'è già. Adesso tocca a Le Carré, Forsyth, Tom Clancy e tutta la compagnia di scrittori di avventure spionistiche. Tutti in pensione, compresa la Cia, dal momento che si può arrivare, quasi senza colpo ferire, fin dentro la base aeronautica di Zhukovskij, nel famoso LII (Istituto sperimentale di volo) dove i sovietici, un tempo, provavano la qualità dei loro aerei supersegreti e allenavano i loro piloti da guerra. Basta pagare. E non poco. Da 4 a 40 milioni di lire, a seconda delle emozioni che volete provare, cuore e fegato (oltre che portafogli) permettendo. Se poi volete addirittura salire sull'IL-76 MDK, uno dei cinque aerei al mondo che esegue voli parabolici nella stratosfera e realizza la gravità zero al suo interno, dovrete aggiungere qualche altra decina di milioni. Ma si può fare. E si può anche (per soli 96 mila dollari) partecipare a un «combattimento» a bordo di MIG-29. Simulato, s'intende, ma a 3800 chilometri orari. A che servono le spie se un qualunque turista può ormai non solo ficcare il naso in una base militare, ma addirittura prendere in mano la cloche e «guidare» quei mostri d'acciaio? Incredibile avventura, verrebbe da dire. E, infatti, il signor Gabriele Lice, da Cuneo, insieme a cinque amici, ha messo in piedi una «corporation» proprio con questo nome e marchio registrato: «Incredible Adventures». Vi offre tutto questo con un «pacchetto» turistico che comprende due giorni in hotel di lusso, viaggio a Mosca e ritorno, trasferimenti interni e divertimento serale. Sempre che vi reggano le gambe dopo l'esperienza. Già, perché, onestamente, avverte: «Oltre al vostro entusiasmo occorre una buona forma fisica». Per cui, arrivati a Zhukovskij, la mattinata trascorre in minuziosi controlli medici nel discreto ospedale del- la base. Cuore, circolazione, otorinolaringoiatra, riflessi, verifica delle operazioni riportate. Efficienza e cortesia. Anche il personale medico ha i riflessi pronti. Fino a due anni fa qui si viveva in un mondo a parte, del tutto impediti i contatti con stranieri. Oggi, quasi ogni giorno, arrivano questi matti del volo. Da ogni parte del mondo. E i medici gli fanno i check-up con accurata nonchalance. Tutti ci guadagnano bene. Questo torrentello di dollari ha cambiato le abitudini di tutta la base. Un po' per ciascuno. L'aeronautica militare si è privatizzata anch'essa. Del resto, come dargli torto? Questi gioielli rischiano di arrugginire. Non bombarderanno più nessuno. O venderli (e ci provano), o usarli per fare soldi e per mantenerli in efficienza. Sono arrivati primi gli americani, naturalmente. Con un ventottenne, Lex Pe- truzzelli, da Sarasota, Florida, che ha fondato la sua ditta, «MIG etc» e ha stipulato il primo contratto con i militari. «Incredible Adventures» dei cinque entusiasti italiani, capitanati da Gabriele Lice, è arrivata a ruota. La flotta aerea è la stessa. Roba da conquista del mondo. Dai MIG-29 Fulcrum B ai SU-27 Flanker, ai MIG-31 Foxhound («il migliore intercettatore del mondo»), al SU-24 Fencer (dove potrete sedere non dietro, ma accanto al pilota), all'L-39 Albatross, un caccia acrobatico. Chi scrive ha provato (gratis), proprio sull'L-39. Rollate, tanto per cominciare, avvitamenti, «loop» o giro della morte, «imperiale», scivolate di-coda, picchiate vertiginose, con la tuta a pressione che si gonfia automaticamente a ogni improvvisa varia¬ zione di gravità, fino alla leggendaria manovra «cobra», quando l'aereo punta diritto verso il cielo... fino a fermarsi e a ricadere all'indietro con una capriola al termine della quale il vostro stomaco potrebbe trovarsi indifferentemente nella scatola cranica o in fondo ai calcagni. Ma il pilota è gentile. Prima di cominciare ogni manovra te la descrive per radio e ti chiede se te la senti. Il fatto è che glielo puoi dire solo «dopo» se te la sei sentita, perché il succo di «Incredible Adventures» è che non sai cosa sta per accaderti. E anche se hai discusso a terra il piano di volo, con i modellini che volteggiano nelle mani dei piloti, mai potresti immaginarti da quali montagne russe ti toccherà precipitarti. Ti chiede perfino se vuoi guidare tu. E poiché ormai ci hai preso gusto, impugni la cloche e provi a gettarti in quella nuvola bianca che sta a tre chilometri di distanza, in basso a sinistra. E scopri che questo uccello metallico ti viene dietro come un cagnolino al guinzaglio. Solo che, quando scendo, madido di sudore e afflitto da una stanchezza indicibile, mi accorgo che il mio pilota, Augusto (35 anni, collaudatore da 12) non ha la tuta antipressione. «Complimenti, mi dice, lei ha resistito bene. Ma per me quattro o cinque "G" non sono un problema. La tuta la indosso solo quando si arriva a nove "G", con i MIG-31 o i Sukhoi-27». Complimenti a lui. Io penso che dormirò per le successive 24 ore. Ma avrò «qualcosa da raccontare agli amici», come spiega il signor Lice. La trovata sta tutta in questa frase. Tant'è che, nel «pacchetto», è incluso anche il video della tua avventura, da mostrare agli amici quando si torna a casa. Ma chi sono i suoi clienti?, chiedo. «Per quanto possa sembrare strano, ce n'è di tutti i tipi. Dall'operaio al professionista. Certo bisogna avere dei soldi da spendere. Ma di gente avventurosa ce n'è tanta^. Chi risponde è un altro dei cinque entusiasti, Aurelio Pellegrino, 30 anni, imprenditore edile. Lui non ha ancora volato, e forse non volerà mai. In compenso volerà con me, come cavia, Susanna Longo, studentessa universitaria. E ne uscirà viva. Gabriele Lice e Aurelio Pellegrino ci credono in quest'avventura. Imprenditori del divertimento inconsueto, sono tra i fondatori di uno «splash contact», un campo da «wargame» dove i Rambo di casa nostra (pare ce ne siano tanti che devono sfogare in qualche modo i loro istinti aggressivi) vanno a passare i week-end sparando pallottole colorate addosso al nemico che si nasconde in «paludi» e «foreste» del cuneese. Ma il wargame è uno scherzo da bambini confrontato coi i supersonici ex sovietici. Quassù, a Zhukovskaja, i piloti sonnecchiano in attesa dei ricconi dell'Occidente che vengono a provare il brivido. Non c'è ironia nei loro sguardi. Sono dollari sonanti che arrivano anche nelle loro tasche. Se non fosse per questi originali forse loro sarebbero già disoccupati. Augusto, il mio pilota, sfoglia una rivista patinata, «Military Parade», «la rivista del complesso militare-industriale». Sulla copertina azzurra campeggia «Squalo Nero», l'elicottero da combattimento KA-50, l'ultimo rampollo. In vendita, come tutto il resto, per guerre lontane che la Russia non combatterà più. Sulle piste, immobili, i giganteschi Iliushin con la gobba rotonda dei radar. Sono gli «Awacs» che, un tempo, sorvegliavano i cieli del mondo. Anche quelli erano segreti. Adesso li si può fotografare da vicino, come gli elefanti al giardino zoologico. Fra gli optional un salto in orbita su un mezzo speciale per astronauti a un «com di MIG-29. ma a 3800 spie se un può ormai naso in una addirittura la cloche e ri d'acciaio? ra, verrebbe l signor Gao, insieme a esso in piedi proprio con hio registraentures». Vi on un «pac comprende lusso, viagno, trasferite: «Oltre al occorre una . Per cui, arla mattinata osi controlli ospedale del- fanno i check-up con accurata nonchalance. Tutti ci guadagnano bene. Questo torrentello di dollari ha cambiato le abitudini di tutta la base. Un po' per ciascuno. L'aeronautica militare si è privatizzata anch'essa. Del resto, come dargli torto? Questi gioielli rischiano di arrugginire. Non bombarderanno più nessuno. O venderli (e ci provano), o usarli per fare soldi e per mantenerli in efficienza. Sono arrivati primi gli americani, naturalmente. Con un ventottenne, Lex Pe- («il migliore intercettatore del mondo»), al SU-24 Fencer (dove potrete sedere non dietro, ma accanto al pilota), all'L-39 Albatross, un caccia acrobatico. Chi scrive ha provato (gratis), proprio sull'L-39. Rollate, tanto per cominciare, avvitamenti, «loop» o giro della morte, «imperiale», scivolate di-coda, picchiate vertiginose, con la tuta a pressione che si gonfia automaticamente a ogni improvvisa varia¬ descrive per radio e ti chiede se te la senti. Il fatto è che glielo puoi dire solo «dopo» se te la sei sentita, perché il succo di «Incredible Adventures» è che non sai cosa sta per accaderti. E anche se hai discusso a terra il piano di volo, con i modellini che volteggiano nelle mani dei piloti, mai potresti immaginarti da quali montagne russe ti toccherà precipitarti. Ti chiede perfino se vuoi guidare tu. E poiché ormai anni, collaudatore da 12) non ha la tuta antipressione. «Complimenti, mi dice, lei ha resistito bene. Ma per me quattro o cinque "G" non sono un problema. La tuta la indosso solo quando si arriva a nove "G", con i MIG-31 o i Qui accanto il nostro inviato e il pilota A destra l'ingresso nella cabina e in basso l'L-39 usato nel volo

Luoghi citati: Cuneo, Florida, Mosca, Russia