Il premio Nobel smarrito all'Einaudi di Giorgio Calcagno

Torino, la casa dello Struzzo ha perduto il manoscritto del nigeriano Wole Soyinka Torino, la casa dello Struzzo ha perduto il manoscritto del nigeriano Wole Soyinka Il premio Nobel smarrito all'Einaudi En scomparso un romanzo a Torino, fra via Carlo Alberto e via Biancamano. E' di un Premio Nobel, è stato scritto e consegnato qui. L'autore, oggi in serie difficoltà nel proprio Paese, manda a chiedere notizie della sua opera. E gli amici torinesi sono costretti a rispondere con messaggi di solidarietà imbarazzata. L'autore è il nigeriano Wole Soyinka, incoronato a Stoccolma nel 1986. «Veniva spesso in Italia, si fermava volentieri a Torino, dove aveva buone amicizie», ci dice Egi Volterrani, il più solerte propagandista della cultura africana nel nostro Paese. Volterrani non lo dice, ma sembra che ci fossero, in riva al Po, anche amicizie femminili. Nel 1986, prima del Nobel, Soyinka era a Torino, vincitore del Premio Grinzane Cavour e, poco dopo, protagonista al Festival del Teatro Africano svoltosi nell'estate. Da quell'incontro era nato un primo progetto con la Einaudi, che aveva pubblicato sollecitamente i testi andati in scena al Festival, con saggi di Claudio Gorlier e Ruggero Bianchi. E, nello stesso clima, Gorlier e Volterrani avevano interessato la casa dello Struzzo alla pubblicazione di un nuovo libro, che Soyinka si sarebbe impegnato a scrivere. L'assegnazione del Nobel, il 16 ottobre, fu probabilmente l'argomento decisivo. Il 18 novembre partiva il contratto per l'agente americano di Soyinka, Merton Lavy. L'editore s'impegnava a versare un anticipo per il prossimo lavoro dello scrittore, «novel» (romanzo), «entitled...»: non si chiedeva nemmeno il titolo. L'anticipo, a quanto consta, è arrivato per tempo. Ma in via Biancamano dovettero aspettare parecchio che lo scrittore si facesse vivo. Il testo fu consegnato soltanto nel maggio 1990. «Soyinka lo aveva terminato in una camera dell'Hotel Sitea - ricorda Volterrani -. Era un dattiloscritto, con molte correzioni a penna». Alla casa editrice lo avrebbe portato una donna, nel frattempo dileguata. Lo stesso Volterrani, che lo vide in uno scaffale dell'editore, non è in grado di dirne il titolo. Alla Einaudi non lo sanno più. (E' una sola parola, piuttosto ermetica: «Isara», come abbiamo ricostruito per altra via). Allo Struzzo ricordano soltanto che il testo non corrispondeva all'impegno concordato. Anziché un romanzo, è parso al direttore editoriale di allora qualcosa di mezzo fra il saggio e 1 autobiografia. Un lettore esterno, a cui il testo fu inviato, ne sconsigliò la pubblicazione. E, un anno dopo, Ù titolo fu tolto dai programmi editoriali. Nel frattempo la casa editrice ha cambiato proprietà, direttori, a un certo punto perfino la sede. Ma anche nella vita di Soyinka, da allora, sono cambiate molte cose, non certamente in meglio. Il Premio Nobel, all'opposizione da sempre, oggi è assediato, nel proprio Paese; di recente gli è stato tolto il passaporto, la maggior parte dei suoi collaboratori sono in carcere. E, dalla Nigeria, manda segnali, perché lo si aiuti: pubblicando i suoi libri in Europa. «Che cosa succede a Torino?», ha fatto sapere a Volterrani. «Perché la Einaudi non pubblica il mio testo?». Volterrani è stato alla casa editrice, il libro non è venuto fuori. «Forse è finito in qualche cassa del trasloco, sotto un altro nome. Continueremo a cercarlo», dicono in via Biancamano; anche se a questo punto ritengono che non possa uscire più. Per l'ager.. " italiano di Soyinka, Luigi Bernabò, il progetto è ancora in piedi. «L'anticipo è stato pagato, il contratto non è stato disdetto, quindi per me è sempre valido». Trascura solo un particolare: che il libro'non c'è. Giorgio Calcagno

Luoghi citati: Europa, Grinzane Cavour, Italia, Nigeria, Stoccolma, Torino