Solitari tra gli alberi

Solitari, tra gli alberi Solitari, tra gli alberi Camposanti in campagna e sui monti CIMITERI in provincia, in campagna, tra le colline, in montagna, silenziosi giardini, spesso abbandonati da tanto tempo, remoti, molti raggiungibili solo a piedi. Eppure al due novembre arriva sempre qualcuno che porta fiori, magari di plastica che durano di più, e che colorano allegramente le tombe. Non ci sono arie funerarie nei camposanti antichi, non fanno paura: diventano come archivi di famiglia, come la sala da pranzo buona che si apre poche volte all'anno, e dove ci sono le immagini dei nonni, i ricordi, gli odori tenui dei vecchi mobili. Uno dei più piccoli e selvatici è al Maffiotto, in valle di Susa. Nella frazione ci sono ancora due, forse tre abitanti stabili, e i tumuli sono mezzi nascosti fuori dal villaggio, chiusi da un muretto di pietra, circondati dal bosco; d'estate cantano gli uccelli ed è tutto pieno di fiori spontanei che ornano le lapidi e le croci di ghisa. Quasi museale quello intorno alla chiesa romanica di Celle sopra Rubiana, rustici quelli più su di Mocchie, Frassinere. I Gli itinerari possibili sono infiniti: ogni piccolo comune ha il suo recinto benedetto, ma le cose più interessanti sono in località fuorimano, dove si arriva a piedi, o su stradacce, in mezzo alle montagne. Alla frazione Betassa, in valle Soana, a Roccapiatta di Prarostino, al Pagherò in vai Maira. Antico e tenuto benissimo il cosiddetto cimitero dei Jallà a Luserna, con sepolture solo valdesi. Panoramico quello di Angrogna, o quello di Pietrapporzio in valle Stura (Cuneo). Senza manutenzione quello della frazione Ternavasso, tra Carmagnola e Poirino; isolati, in ferma navigazione sulle acque, quelli tra le risaie del vercellese: monumentale a Crescentino, microscopico e poverello alla Colombara di Castellapertole, alla Madonna delle Vigne, tra Lucedio e Montarolo. Spoon River nostrani, con le stesse storie, le stesse facce e tribolazioni. Spesso sulla punta di una collina nelle Langhe e nel Monferrato: Agliano, Montafia, Baldi chieri, Tigliole, Montiglio. In mancanza di addetti comunali, è una pia, anziana signora del manè un paese, che provvede a tenere in ordine, strappare le erbacce, cambiare l'acqua ai fiori, spazzare i vialetti di ghiaia. Accudisce i suoi defunti e cura tutti gli altri, democraticamente, senza distinzione. Sono molti a prepararsi per tempo il luogo dell'eterno riposo al paese d'origine. Non solo perché costa meno, ma soprattutto perché a molti l'idea di stare in un posto piccolo e in mezzo agli alberi, e di nuovo a casa, va più a genio, che non il loculo anonimo, in mezzo a centinaia di altri. Anche se quando sarà l'ora - sempre il più tardi possibile - chissà se si avrà nozione del privilegio. E poi una lagnanza: come si fanno brutte case per i vivi, così si progettano orribili residenze per i defunti. Sono tanti i piccoli camposanti di fattura ottocentesca, o neogotici e liberty, offesi da architetture condominiali: porfidi lustri, cellette in cemento armato, cappelle con porte di cristallo. Rispetto per l'esistente: zero. Risultato finale: la disarmonìa, la volgarità che confonde il bello col costoso. Renato Scagliola Nella foto centra le il cimitero di Balclichieri Qui a sinistra aere sui tumuli intorno alla chiesa di Celle sopra Rubiana

Luoghi citati: Angrogna, Carmagnola, Crescentino, Luserna, Poirino, Prarostino, Rubiana, Susa, Tigliole