«Colpito da nemica palla»

«Colpito da nemica palla» «Colpito da nemica palla» // melodramma e le epigrafi LA grande fioritura delle epigrafi cimiteriali si è avuta nei decenni centrali dell'800, in coincidenza con la dilagante passione per l'opera lirica. L'esistenza di due condizioni l'hanno resa possibile: il desiderio di tramandare ai posteri un sunto in versi, della vita del defunto o, in alternativa, nel caso frequente di morte precoce, di certificare nel marmo il dolore dei sopravvissuti, e la disponibilità di poeti d'occasione che non erano solo i librettisti d'opera, ma anche i professori di metrica o, come si diceva, di belle lettere. Prendiamo i morti bambini: la desolata contessa Pinelli accompagna con questi versi la corona di fiori appesa sulla tomba del suo Alberico: «Ombra diletta di Alberico mio/Miglior corona t'avrà dato Iddio/Ma io ti do questo serto, anch'egli è Santo/ Perché bagnato di materno pianto». E c'è l'epigrafe scritta in prima persona: «Io Eugenia Castelli/chiamata dagli angioli/ mi dipartiva di questa vita in età di sei anni/ O padre o madre mia/O fratello o sorelle mie dolcissime/non lacrime/ma fiori sulla mia tomba». Fra gli epitaffi con ambizioni biografiche, un caso particolare è rappresentato da quelle che descrivono le modalità del trapasso, quasi che quell'ultima istantanea illuminasse tutta la vita del defunto. Eccone tre, una più bella dell'altra. La prima: «E' qui l'esangue e fredda spoglia/di Teresa Ghebart nata Poliedro/che nella fiorita età/di soli 32 anni/giacque ahi triste caso [/improvvisamente uccisaAia sfrenato corsiere/il 25 gennaio 1837/mentre coronata da sua dolce prole/religiosa si recava al tempio/della SS Annunziata». La seconda: «Giacomo Barovero/valente professore di chirurgia/mentre al buio delle notte e di un nembo/veniva sollecitamente condotto/a Casalborgone/ove un amico in pericolo di vita/i suoi soccorsi aspettava con ansietà/perì annegato nel torrente Leona». Infine la terza: «Colpito in fronte da nemica palla/all'assalto di Perugia lì 14 settembre 1860/cadde ucciso alla testa dei suoi granatieri/il capitano Tancredi Ripa di Meana». Ci sono tre leit motiven che accompagnano le epigrafi dell'800. Oltre alla mortalità infantile, cui abbiamo già accennato, ci sono «il crudel morbo», quasi sempre la tubercolosi mai chiamata col suo nome e la più angosciante, la morte delle giovani donne in seguito a parto. C'è un'epigrafe al cimitero di Torino, troppo lunga per essere riportata per intero, che è esemplare: è sulla tomba di due sorelle, Carolina e Claudia Anglesio Villanis. Carolina muore il 26 settembre 1833 all'età di 25 anni, lasciando sei figli. «A tergere le vedovili lacrime/a sorreggere alle materne cure/concedeva benignamente Sua Santità/al vedovo addolorato per seconda sposa/alla bambina famiglia in seconda madre/che tale già lo era per amore e cure/la cognata Claudia». Ma anche Claudia muore «da mortai morbo assalita», due anni dopo. La lapide non dice se c'erano in famiglia altre sorelle, ma si presume che si siano fatte suore pur di non essere chiamate a loro volta «a terger le vedovili lacrime» al cognato Paolo. Bruno Gambarotta IticopMnanoseri Icimiteri sono veri e propri musei della scultura, specialmente della scultura dei secoli più recenti e di questo in particolare. Dove trovare tanta abbondanza di opere Liberty come nei cimiteri di Genova, Milano, Torino? Questi sono i giorni dei Morti, tradizionalmente dedicati alle visite alle tombe dei nostri cari defunti. Qualche attimo può essere strappato ai ricordi e rivolto con curiosità a opere bronzee, bianchi monumencappelle preziosamente decorate. Una delle funzioni dell'arte dovrebbe proprio essere quella «consolatoria», affine a quella della religione: l'arte (quella vera) ci fa credere possibile, nel momento della tristezza e dell'angoscia, che esistano giustizia, riparazione, resurrezione, felicità eterna... Non è quindi improprio, né disdicevole cercare l'arte nei cimiteri.

Persone citate: Bruno Gambarotta, Claudia Anglesio, Eugenia Castelli, Giacomo Barovero, Pinelli, Tancredi Ripa, Villanis

Luoghi citati: Casalborgone, Genova, Milano, Perugia, Torino