Assiste ai funerali in manette
Dopo il caso di Como, un altro episodio a Lucca. Formigoni, amico di famiglia, ha abbracciato il detenuto Dopo il caso di Como, un altro episodio a Lucca. Formigoni, amico di famiglia, ha abbracciato il detenuto Assiste ai funerali in manette Sotto scorta lo zio della campionessa Fanini LUCCA NOSTRO SERVIZIO Ieri pomeriggio cinque carabinieri in divisa hanno assistito alla cerimonia funebre di Michela Fanini. Scortavano un parente carcerato e la loro presenza ha fatto esplodere un'altra polemica. La seconda in questi giorni. Da Segromigno in Piano, dove si sono svolti i funerali della ventunenne campionessa di ciclismo morta a seguito di un incidente stradale, tuona ora la voce di Roberto Formigoni: «E' inimmaginabile che un uomo debba assistere ai funerali della nipote scortato. I carabinieri avrebbero dovuto almeno vestirsi in borghese. E tutto ciò avviene a sole 24 ore di distanza dall'episodio di Como. Una coincidenza che dovrebbe far riflettere sul modo in cui si sta amministrando la giustizia in questo periodo». E per dar maggior vigore alla dichiarazione Formigoni attraversa il piazzale della chiesa e va ad abbracciare il detenuto accusato di associazione di stampo mafioso. Amico di famiglia, presidente onorario della squadra Amore e Vita Galatron, fondata dalla famiglia di Michela, l'onorevole del Ppi ha preannunciato l'immediata presentazione di un'interpellanza parlamentare. La presenza degli uomini dell'Arma, d'altro canto, era inevitabile. I cinque militari scortavano Pietro Fanini, zio della campionessa, detenuto dal maggio scorso nel carcere di Prato con accuse gravissime. Sarebbe infatti coinvolto in un'inchiesta relativa al riciclaggio di denaro sporco proveniente dalle attività della ma¬ lavita organizzata. Come nel caso di Como la stretta vigilanza sarebbe stata dunque disposta dal magistrato, ma famiglia, amici e compaesani non hanno gradito. Lo scontento non riguarda solo la presenza massiccia delle «divise». Pietro Fanini e la sua scorta sono giunti in chiesa quando la cerimonia era quasi conclusa: un ritardo giudicato irriguardoso nei confronti della giovane ciclista. In serata la polemica ancora non si era allentata. Voci insistenti, ma immediatamente smentite, dicono che Pietro fosse giunto con le manette ai polsi, tolte al momento di entrare in chiesa. Ivano Fanini, altro zio della ragazza, dichiara di aver chiesto alla magistratura la presenza del fratello, ma solo nella camera ardente e non al funerale. Alle esequie assistevano 1500 persone, molti i rappresentanti del ciclismo italiano compresi il commissario tecnico della Nazionale maschile Alfredo Martini e della Nazionale femminile Mario De Dona. Michela, che viveva e «volava» in bicicletta, era morta in macchina mercoledì scorso, a pochi metri da casa. Una ruota che scivola sul ciglio della strada, l'auto che si capovolge mentre lei cerca disperatamente di riprendere il controllo. La campionessa era deceduta sul colpo. Dal suo corpo mutilato era stato possibile estrarre solo le cornee. Piccola, esilissima, dotata di una volontà di ferro, aveva esordito nel ciclismo a 7 anni. Di Ivano Fanini, patron di Amore e Vita Galatron, era nipote. Da tre anni correva con la Fanini Arte Sprint. Il titolo italiano lo aveva conquistato nel 1992. La compagnia dei carabinieri di Lucca in serata ha diffuso una spiegazione sulla presenza di militari in divisa ai funerali di Michela Fanini. Pietro Fanini è stato accompagnato dal carcere di Prato a Lucca da carabinieri in abiti civili, su un'auto civile. Al casello di Capannori, viene spiegato, si è aggiunta l'auto del nucleo radiomobile per motivi di sicurezza. Secondo quanto riferito dall'arma i carabinieri in divisa avrebbero soltanto aiutato il detenuto a farsi largo tra la folla in chiesa. Gli hanno poi permesso di vedere i familiari in sacrestia e quindi lo hanno sorretto, su sua richiesta - sempre secondo la versione dei carabinieri - nel tragitto, a piedi, dalla chiesa al cimitero. Donatella Bartolini
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- FRA MAGIA E STREGONERIA
- Non si mangia il gelato in boutique
- Morto Lavagnino: Welles volle le sue musiche per l'«Otello»
- Un nuovo premio
- Totti nemmeno convocato, Bobo Ú in dubbio
- Via gli osservatori Cee Ora la Bosnia esplode
- Trap: «Totti? Spero in un miracolo»
- Una giornata di tensione
- Due ex-condannati banchettano a Sanremo
- Mujib Rahman in trionfo a Dacca "Nessun legame con il Pakistan,,
- Grazie Juve, grazie Brady
- A colloquio col più famoso detective di Francia e con l'italiano che egli salvò dalla ghigliottina
- Tre domande a Capanna
- Non bastano pelliccia e permanente per fare d'un ex uomo una donna vera
- Ticino, la minaccia è svizzera
- un po'di fantascienza
- Internet, istruzioni per l'uso
- Barlassina resterà ancora tre anni «II tempo per scalare la serie B»
- Matrimonio in chiesa per una leader torinese dei transessuali
- Tre colpi contro la moglie
- 4 TERRORISTI MORTI UNO FUGGE TUTTI GLI OSTAGGI SONO VIVI ?
- Ci sono 130 mila siciliani, 100 mila calabresi, 80 mila campani e abruzzesi
- La tragedia della transessuale Richards
- Forse altri quattro ufficiali coinvolti nella "trama nera,,
- I rigori sono fatali alla Juve decimata
- Vacanze di Pasqua sotto la pioggia e con due lievi scosse di terremoto
- Carabiniere tenta di disarmare una guardia: entrambi feriti
- Polonghera, Sommariva, Montafia e Cuneo piangono quattro giovani coppie di sposi morti nell'incendio
- Due gocce di sangue possono fare piena luce sull'omicidio
- Grazie Juve, grazie Brady
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy