«Sono innocente come Cristo in croce»

Firenze: da ieri la giuria è riunita in camera di consiglio. Il presidente: verdetto tra 4 giorni Firenze: da ieri la giuria è riunita in camera di consiglio. Il presidente: verdetto tra 4 giorni «Sono innocente come Cristo in croce» Pacciani, ultimo appello alla corte tra le lacrime FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO E' il momento della verità, la corte è in camera di consiglio, forse uscirà domani o forse più avanti perché il verdetto è difficile, le prove sono quelle che sono e il sangue versato chiede giustizia. Pietro Pacciani si domanda se sia stato fatto tutto il possibile per allontanare quello spettro che si chiama ergastolo. Ormai non c'è più tempo e lui è roso dai dubbi. Manca poco alle 13 e il presidente Enrico Ognibene domanda al Pietro se abbia qualcosa da dire. E lui si alza, implora i suoi giudici, parole e lacrime, un breve torrente in piena: «Mi rimetto alla vostra coscienza, ho detto tutto nei miei memoriali. Sono innocente come Cristo sulla croce», dice. Parla rapido come per sfuggire allo sguardo duro con cui lo fissa Renzo Rontini, il padre della Pia, che fu ammazzata nell'84, e pare ieri. Ce l'ha messa tutta. O forse no, forse qualcosa si può ancora fare in questi spiccioli finali, chissà, e qualche altra parola, per toccare il cuore di quelli della corte vai la pena spenderla: «Io ho sempre voluto bene a tutti, 'un l'ho fatto questo male, io. Un contadino che va a lavora la terra 'un ha 'i tempo nemmen di legarsi le scarpe. Ma 'icché déo fare? Io ho detto tutta la verità. Abbia pazienza, signor presidente che 'i core infranto eh 'un so nemmeno in do l'ho». La difesa ha speso nelle repliche gli ultimi colpi, è tornata sul proiettile trovato nell'orto del Pietro, sulla così detta pista sarda, sul blocco da disegno, sul portasapone e sulle matite tedesche trovate in casa di Pacciani: non c'è una sola prova, hanno detto gli avvocati Rosario Bevacqua e Pietro Fioravanti. Chissà se hanno colpito il bersaglio, che poi sono i cuori dei giudici, soprattutto dei popolari, indicati come i più teneri. Sarà una camera di consiglio lunga, almeno «quattro giorni» ha previsto il presidente Ognibene che possiede grande esperienza. Soprattutto sarà un conclave tormentato. Quando alle 13 in punto la porta marrone, in ferro, si è chiusa alle spalle dei giudici nell'aula è rimasto il ricordo confuso delle 40 udienze, dei drammi e delle miserie che sono sfilati sotto gli occhi attenti della corte e quelli curiosi delle tivù. A] di là di quella porta, otto camerette singole per la giuria effettiva formata dal presidente Ognibene, dal giudice «a latere» Michele Polvani, da tre donne e tre uomini. Avrebbe voluto esser del gruppo anche l'uditore giudiziario Chiara Ermini, 28 anni, perché il momento forse più emozionante di tutto il processo è quando si decide e questa sarebbe stata un'occasione irripetibile. Ma il posto mancava. «Ho il sacco a pelo», ha insistito timidamente. Niente da fare. Ogni giudice ha a disposizione una stanzetta con grate alle finestre che danno sul cortile e soprattutto sull'alto muro in cemento grigio del vecchio carcere femminile di Santa Verdiana. L'arredamento della «camera» è, come si dice, funzionale: branda, armadio in frassino, tavolo, sedia e lavandino. Cinque bagni, in fondo al corridoio. Gli indizi e le prove, i prò e i contro vengono discussi e valutati in un'ampia sala con un gran tavolo da riunioni. I pasti arrivano dalla mensa della vicina caserma «Cavalli», dei carabinieri. Prezzo: 3 mila lire a testa, insomma, durante la clausura la corte sopravviverà con 48 mila lire al giorno. Isolamento dal mondo «quasi» assoluto perché la lettura dei giornali è permessa e già i giudici si sono accordati per ricevere di prima mattina una robusta «mazzetta» con quotidiani e periodici. Consentite, se non proprio raccomandate, anche radio e tivù, e oggi c'è chi prevede un breve break per un té e magari l'ascolto di «Tutto il calcio minuto per minuto», benché il presidente Ognibene si sia più volte dichiarato estraneo al tifo calcistico. La porta in ferro si riaprirà soltanto quando la corte avrà preso una decisione: a maggioranza, se non troverà l'unanimità. Innocente o colpevole. Oppure, potrà decidere di non decidere e uscire con un'ordinanza con la quale imporre nuove perizie, nuove ricerche. Vincenzo Tessandori Vita da clausura per gli otto giudici Ma potranno leggere i giornali CINQUE PUNTI A FAVORE 1 La pistola calibro 22, quella che ha firmato tutti i delitti del mostro, non è mai stata trovata 2 II mostro, secondo i calcoli, degli esperti, è un uomo alto almeno un metro e ottanta, fisico massiccio: Pacciani non arriva al metro e sessanta 3 In tanti sostengono di averlo visto sui luoghi dei delitti del mostro nei giorni in cui il mostro ha colpito, ma nessuno dei testi lo ha riconosciuto con certezza 4 II macabro quadra ritrovato nella casa , dell'agricoltore in realtà è stato dipìnto da un pittore cileno tanto che l'accusa ha rinunciato a usarlo come elemento di prova 5 Anche uno degli avvocati di pqrte civile non ne ha chiesto la condanna, sottolineando L"l'insoddisfazione per Je indagini" CINQUE PUNTI A SFAVORE 1 Nel giardino dì Pacciani è stato ritrovato uir proiettile calibro 22, lo stesso usato dal mostro. I segni riscontrati su questo proiettile sono gli slessi di , quelli lasciati dalla pistola dell'assassino jL Nella casa dell'agricoltore gii inquirenti hanno trovato un blocco da disegno di marca tedesca: per i • genitori di una delle Vittime, Horst Meyer, è identico a quelli usati . dal figlio. Furono trovati anche un portasapone e alcune matite, forse di Meyer .'N 3 11 mostro, spedendo per lettera un pezzo di serio di una deue vìttime alla, procura, scrisse Repubblica con una sola «b». lo stesso errore che commette Pacciani ; h Pacciani, come Salvatore Vinci, era sempre in libertà quando il mostro ha commesso gli otto ' duplici omicidi 5 Pacciani è un violento: ha scontato 14 anni per aver ucciso nel 1951 il rivale in amore. E' tornato in carcere per aver abusato delle figlie minorenni

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