Sabelli: ma Cuore colpirà ancora

Sabelli: ma Cuore colpirà ancora Sabelli: ma Cuore colpirà ancora «Ci denuncia? Faremo altre inchieste contro di lui» cioli si affrontano infatti due mentalità, due politiche e strategie. Chi non ha soluzioni precostituite aspetta la verità dei fatti con sgomento misto a perplessità. Aspetta quel maledetto nastro per capire se davvero Muccioli ha ordinato di uccidere per occultare il delitto della porcilaia. E, notate bene, con una iniezione gigante di droga: un delitto che sarebbe la negazione, il rovesciamento demoniaco di ciò che San Patrignano vuole essere. Prima di allora, sembra intempestivo, disturbante per la | giustizia, ogni tentativo di mobilitazione, ogni plateale denuncia. Muccioli ha il diritto e il dovere di essere giudicato come una persona qualunque, liberato dal carico di contrapposte ideologie, dal tatuaggio di una sproporzionata cifra simbolica. Non c'è goccia di innocenza o di colpa che può essergli progiudizialmente assegnata perché gode della stima della signora Moratti o dell'avversione di Marco Taradash. Sembrerebbe pacifico, ma giova ripeterlo, mentre si fa a gara per calpestare in tutti i campi, e impunemente, le regole. Lorenzo Mondo Sabelli Fioretti, perché «Cuore» ce l'ha con Vincenzo Muccioli? «Non ce l'ho affatto con Muccioli. "Cuore' non si occuperebbe di lui, se lui non avesse fatto certe cose». Quali cose? «Quelle di cui ci siamo occupati e quelle che spiegheremo ai lettori nei prossimi cinque numeri di "Cuore"». Un'inchiesta a puntate contro Muccioli? «Non contro, ma su Muccioli. E soprattutto sulle sue attività. E non parlo della Comunità, ma di quello che gira intorno a S. Patrignano. I miliardi, le violenze, i rapporti con i politici...)». Il prossimo servizio quale sarà? «Probabilmente un'inchiesta, sconvolgente, sulle violenze che si sono compiute a San Patrignano. Una persona che abbiamo intervistato ci ha raccontato cose, documentate, incredibili». Dunque non ha nulla da rispondere a Muccioli, che l'ha querelata per il servizio su questo numero di «Cuore»? «Assolutamente no, anzi se Muccioli ha deciso di querelare per una "accanita e violenta campagna denigratoria" nei suoi confronti, dal prossimo numero avrà argomenti più specifici per portarci in tribunale». La sua sembra una sfida, per arrivare a cosa? Cacciare Muccioli da San Patrignano? «Per carità, nessun obbiettivo. Facciamo il nostro mestiere. Ma siamo convinti che San Patrignano, oggi, possa andare avanti da sola. Il fondatore, ormai, è succube della sua mania di onnipoten¬ za, del suo ego stratosferico che gli ha fatto perdere il contatto con la realtà. Però non è nostro compito andare oltre la denuncia, il resto tocca ad altri, i giudici innanzitutto». Com'è nata la campagna un ti-Muccioli di «Cuore»? «Da una lettera anonima. Un tale che aveva conosciuto Muccioli ci scrisse: "Attenzione che tutto quel che uscirà su Muccioli è vero, quell'uomo è un diavolo". Quelle poche righe ci hanno spinto ad andare avanti. Il resto è stato facile: a Rimini ci sono decine di persone pronte a raccontare tutto su San Patrignano, bastava accendere un microfono. E' che Muccioli, anche di questo ci siamo accorti, godeva di una specie di protezione nell'opinione pubblica e nei giornali. Tutti sapevano tutto, ma nessuno, o quasi, denunciava e scriveva». Cos'altro avete scoperto ancora? «Che il recupero dei drogati in realtà è solo una piccolissima parte delle attività di San Patri¬ gnano. La Comunità si occupa di tante altre cose, è ormai deviata. Ma lo sa che Muccioli, nel suo studio, tiene un sofisticatissimo apparecchio che registra 24 ore su 24 ogni dialogo che avviene in quella stanza? Ma se li vede don Gelmini e don Mazzi a spiare le conversazioni?». Registrare, per esempio, il colloquio con la presidente della Rai, Letizia Moratti, vero? «Certo. A proposito, dopo quel nostro articolo ci arrivò un'altra lettera anonima, in cui si ricostruiva in sette cartelle brano dopo brano la storia di quella telefonata. Tutto vero, tutto verificato». E questa storia dei miliardi spesi per i cavalli? «Tutto documentato, da chi riceveva da Muccioli l'ordine di comprare o vendere. Giravano miliardi come noccioline. Un giorno un giudice che ha indagato su San Patrignano mi ha raccontato che lì dentro due miliardi e mezzo valgono come le nostre 100 mila lire». [fla. cor.) Claudio Sabelli Fioretti, direttore del settimanale «Cuore»

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