«Lo difenderemo fino infondo»

«Lo difenderemo fino infondo» «Lo difenderemo fino infondo» MILANO. A stare alle cronache di questi giorni Chiara Beria D'Argentine, capo della redazione milanese dell'«Espresso», direttore del mensile che si stampa a San Patrignano, fa parte della «lobby di Muccioli». Lei ride, dice: «Come no, io sono la lobbista... Ma non diciamo stupidaggini, per favore...». Senta, ma di questo colpo di scena della cassetta cosa ne pensa? «Dico che mi sembra di essere tornata ai tempi del processo delle catene, anno 1984, stesso clima, stessa serie di rivelazioni, smentite, colpi di teatro». A cui lei non crede? «Non si tratta di credere o di non credere. Quel processo finì con l'assoluzione di Muccioli». Quindi? «Fino a prova contraria Muccioli resta uno che salva i ragazzi, non che li uccide». Montanelli, che pure è sempre stato un muccioliano convinto, questa volta non nasconde il dubbio... «Il dubbio è legittimo... Stare dalla parte di Muccioli non significa mica appartenere a una setta. Lui non è il nostro guru». Qualcuno dice di sì. «Sono solo sciocchezze... E dato che siamo persone pensanti, laiche, ognuno di noi ragiona, riflette...». E conclude? «Guardi: io e tanti altri, in questi anni, ci siamo battuti al fianco di Muccioli per salvare dei ragazzi dalla droga e dalla strada... Io ho firmato il loro giornale, altri hanno dato soldi... Ora ci vengono a dire che Muccioli è un killer...». Oppure uno che ha coperto dei killer. «Con tutto il rispetto per il tribunale dico che prima me lo devono dimostrare con fatti, prove, certezze». La cassetta registrata ha l'aria di essere una prova. «E allora perché i magistrati l'hanno tenuta nel cassetto per sei mesi? Perché il pm non voleva farla ascoltare in aula?». Secondo lei perché? «Io non dico niente: aspetto di ascoltarla, poi giudicherò». Montanelli dice che il caso Muccioli sembra destinato a diventare uno dei «Grandi Misteri», quelli su cui non si scriverà mai la parola fine. «Sono abbastanza d'accordo, e sa perché? Perché in questa storia ci sono coinvolte persone fragilissime, come spesso sono gli ex tossici. Gente che dice una cosa e poi la smentisce, gente che inventa e poi cambia versione. E insieme con gli inaffidabili ci sono i farabutti o i mitomani o i poveracci, che provano a vendere memoriali e rivelazioni ai giornali, che scrivono lettere anonime e hanno sempre una verità clamorosa da spacciare», [r. m.)

Persone citate: Chiara Beria D'argentine, Montanelli, Muccioli

Luoghi citati: Milano