Un «partito» unico per gli ultrà neri di Fabio Martini

«Puntiamo sul disagio dei giovani msi» Delle Chiaie e Tilgher stanno riorganizzando i gruppuscoli della destra extraparlamentare Un «partito» unico per gli ultra neri «Puntiamo sul disagio dei giovani msi» ROMA. Er caccola è già pronto a ricominciare. Stefano Delle Chiaie, l'estremista nero che è riuscito a schiodarsi di dosso le accuse più infamanti, scruta l'orizzonte e profetizza: «Aspettiamo, ma se lo scioglimento dell'msi significherà lo smarrimento dell'anima sociale, da quella parte lo spazio si allargherà e allora...». Vent'anni di galera e di processi hanno reso Delle Chiaie più prudente di un gatto in riva al mare («bisogna star attenti a non essere utilizzati da chi pesca nel torbido» dice er caccola), ma la verità è che da qualche settimana sul fronte dell'estrema destra c'è gran fermento, è spuntata una speranza nuova. «Senza msi e senza Rifondazione fascista - profetizza un missino di frontiera come Teodoro Buontempo - può aprirsi sull'estrema destra un grande spazio, anche perché da quella parte non c'è pluralità di soggetti come a sinistra: radio, riviste, giornali come il manifesto, centri sociali e culturali». E così, scrutato l'orizzonte vuoto, i vecchi mai-pioni dell'estrema destra stanno pensando di riempirlo, covando un progetto senza precedenti in Italia: la nascita di un unico movimento extraparlamentare di destra. Qualche sera fa lo ha raccontato ad un gruppo di giovani missini Adriano Tilgher, ex capo di Avanguardia nazionale, «un personaggio di grande fascino sui giovani» dice Antonio Lucarelli, giovane consigliere circoscrizionale missino. Grande amico di Delle Chiaie e fondatore del gruppo «Il Punto», Tilgher ha raccontato che sta preparando «una piattaforma politica» per mettere assieme in un unico contenitore tutte le anime dell'extraparlamentarismo di destra e che «l'appuntamento è per fine novembre». Titanica impresa il movimen¬ to unico degli ultras, perché alla destra dell'msi si è sempre agitata una costellazione di gruppuscoli in feroce lotta fra loro e «nessuno di questi ha mai avuto una presenza nazionale», spiega Buontempo, che ieri - anniversario della marcia su Roma - ha reso omaggio alla tomba dei martiri fascisti al Verano. Da quando - a metà degli Anni Sessanta - l'msi ha perso l'egemonia sull'estrema destra, sono germinati movimenti filo-golpisti (Il Fronte nazionale di Borghese, la Rosa dei venti), estremisti (Ordine nuovo, Avanguardia nazionale), terroristi (Ordine nero, Nar), anche se negli ultimi cinque anni sui marciapiedi di tutta Italia sono restati soltanti i gruppetti vicini ai naziskin, come Meridiano Zero, Azione Skinheads e il Movimento politico di Maurizio Boccacci, che il suo ex compagno di scuola Giusva Fioravanti ha raccontato così: «Noi gli volevamo bene, perché quando c'era da fare a botte, non fuggiva, ma il nostro discorso viaggiava a cento miglia di distanza...». E così, aspettando che la Fiamma si spenga, i forni dell'estrema destra si stanno riaccendendo. Una settimana fa i gruppuscoli dell'estrema destra romana, dopo lunga assenza, si sono ritrovati in piazza: centocinquanta ragazzi con i loro giubbotti neri, i loro capelli a spazzola, le loro canzoni carcerarie, come la melanconica Roma tra le sbarre. E dopo la piazza, gli ultras di destra vanno all'attacco delle scuole: «Ora racconta il missino Antonio Lucarelli - organizzeremo in tutta Italia 'Alternativa studentesca', una risposta alla svolta moderata del Fronte della gioventù. Scoraggeremo atteggiamenti teppistici, tipo ultras degli stadi, ci faremo conoscere per il nostro impegno sociale». E così, anche dentro Alleanza nazionale comincia a spuntare qualche preoccupazione: «La trasformazione dell'msi in Alleanza nazionale ha consenso unanime tra i dirigenti, ma più si scende alla base e più crescono i mugugni - spiega Giovanni Alemanno ex capo rautiano dei giovani missini, ora passato con Fini -. E tra i giovani potrebbero esserci ulteriori defezioni se il congresso di nascita di Alleanza nazionale si terrà in un clima freddo, al limite dello squallore come quello dell'anno scorso. L'ho detto a Fini: a gennaio dobbiamo fare un congresso passionale, con l'inno del partito, con un forte senso di identità». Delle Chiaie scruta da lontano il travaglio missino: «Aspettiamo gennaio...». Fabio Martini A sinistra: Stefano Delle Chiaie Sotto: Teodoro Buontempo

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