«Extracomunitari beffati» di R. Cri.

La Caritas boccia la legge sui clandestini Anche il pds critica il disegno che prevede carcere e espulsione «Extracomunitari beffati» La Caritas boccia la legge sui clandestini ROMA. Sul disegno di legge che cambia le regole dell'immigrazione soffia forte il vento delle polemica. «Sparano» contro il progetto del ministro Guidi dai banchi dell'opposizione ma anche dai centri di accoglienza della Caritas. Tutti a dire che l'idea di arrestare e poi espellere immediatamente i clandestini è uno sbaglio. L'esecutivo, però, non sembra deciso a cambiare linea: il sottosegretario all'Interno Gasparri, anzi, difende il disegno di legge a viva voce. «E' incredibile - affermano i deputati progressisti Sergio Tanzella e Beppe Lumia - che gli immigrati diventino gli umiliati e offesi per eccellenza. Il ministro Guidi ha annunciato che in futuro gli immigrati cosiddetti "irregolari" saranno rinchiusi in carcere. Da oggi il nostro Paese brillerà per lo scavalcare a destra tutti i Paesi della Cee». Per i due parlamentari progressisti «è una manovra ingiusta e inutile che non risolverà il problema». La replica del sottosegretario Gasparri: «Tanzarella vuole una sanatoria generalizzata, ma la presenza dell'Italia nell'Unione europea rende impossibili interventi quali quelli da lui auspicati. Il governo si accinge a presentare una proposta in linea con le più moderne legislazioni europee e con gli indirizzi europei. Il luogo del confronto è il Parlamento. Il resto è vaniloquio». Ma non piace neppure alla Caritas, il disegno di legge che apporterà profonde modifiche alla legge Martelli, la prima che regolamentò l'afflusso degli extracomunitari in Italia. Le linee guida dell'iniziativa del governo vengono ritenute anzi «una vera beffa verso una parte dei più poveri. A questi il governo garantisce il diritto ad una casa: la prigione». Quello che preoccupa di più monsignor Giuseppe Pasini, presidente della Caritas, «è la filosofia sottostante la linea politica del governo», filosofia definita senza mezzi termini «del più retrivo liberismo ottocentesco, se¬ condo il quale i poveri non sono un problema, ma esclusivamente una questione di ordine pubblico». Secondo il sacerdote, nella proposta del governo «la povertà diventa un reato. Non interessa domandarsi perché tanti immigrati sono fuggiti e da quali condizioni hanno dovuto allontanarsi: interessa soltanto il fatto che hanno violato una proibizione dello Stato». «La cultura che sta sotto questa proposta di legge del governo è demenziale e ciò che è peggio è in ogni modo inefficace», è il parere di monsignor Luigi Di Liegro, Il sacerdote, direttore della Caritas di Roma e grande esperto di problematiche legate all'immigrazione, si dice so- prattutto preoccupato per la «visione che si ha degli immigrati, non persone ma vere calamità naturali per il nostro Paese, un pericolo da combattere. Questa visione è totalmente distorta perché non tiene conto della positività di un fenomeno che, se ben gestito, può portare all'Italia un indubbio arricchimento culturale, ma anche economico». Che fare? La Caritas una sua idea ce l'ha: ha chiesto che problematiche come quelle dell'immigrazione «non siano decise nel chiuso di un consiglio dei ministri ma attraverso un dibattito nell'aula del perlamento per essere, quindi, portati alla riflessione popolare», [r. cri.]

Persone citate: Beppe Lumia, Gasparri, Giuseppe Pasini, Luigi Di Liegro, Sergio Tanzella, Tanzarella

Luoghi citati: Italia, Roma