L'effimero Nicolini sbarca a Napoli

Il segretario romano di Rifondazione Comunista diventa assessore alla cultura Il segretario romano di Rifondazione Comunista diventa assessore alla cultura L'effimero Nicolini sbarca a Napoli Il sindaco Bassolino: faremo una grande capitale NAPOLI. L'ordine era tassativo: segreto assoluto, fino all'annuncio ufficiale. E quando nella sala della giunta, zeppa di giornalisti e telecamere, entra il prescelto, un mormorio sottolinea l'effetto sorpresa. Giacca a quadri, camicia a righe rosse, cravatta variopinta, ecco Renato Nicolini, quasi incredulo: «Se qualcuno mi avesse detto che stasera sarei stato qui a Napoli per questo incontro, gli avrei detto: sei un pazzo». E invece è proprio lui, il re dell'effimero, l'inventore dell'estate romana, l'asso nella manica del sindaco Antonio Bassolino. Sarà il nuovo assessore alla Cultura dopo le polemiche che hanno accompagnato le dimissioni di Claudio Velardi, l'ex addetto stampa del segretario del pus Massimo D'Alema, che ha preferito andare via dopo aver ricevuto un avviso di garanzia per un abuso edilizio. Nicolini lascerà il suo posto di Consigliere comunale di Rifondazione comunista a Roma per fare l'assessore a tempo pieno dei napoletani: «Da lunedì cerco casa». Che la sua offerta sia stata accettata, lascia visibilmente soddisfatto Bassolino: «Napoli torna ad essere una grande capitale e questa scelta lo dimostra. Anche se qualcuno se n'è accorto in ritardo, Nicolini è stato il migliore assessore alla Cultura che l'Italia abbia avuto. Ed è importante che una città aperta come vuole essere Napoli si avvalga delle principali esperienze amministrative del Paese». Un'operazione condotta in tempi record: «Uassolino - racconta Nicolini - mi ha rintracciato mer¬ coledì alla Facoltà di Architettura di Reggio Calabria dove mi preparavo per la mia prima lezione. Sono rimasto sbalordito: questo incarico sconvolge tutti i miei progetti di vita. Siamo riusciti a sorprendere anche il mio capogruppo in Consiglio comunale a Roma». E subito disegna le linee del suo programma: «Credo che i beni culturali siano la grande risorsa del Paese, anche dal punto di vista dell'occupazione. E questo esperimento voglio farlo a Napoli: mio nonno è andato da Palermo a Roma, io comincio la marcia di riavvicinamento a rovescio». L'estate romana approderà all'ombra del Vesuvio? «Di quell'esperienza giura Nicolini - è rimasto mollo. La Fininvest ci dovrebbe ringraziare: senza Massenzio, non ci sa¬ rebbe stato un certo modo d'intendere i palinsesti delle tv». Il colpo a sorpresa del sindaco è giunto dopo che le opposizioni avevano subissato di critiche l'amministrazione per il «caso Velardi» e dopo che il posto in giunta era stato rifiutato da Mauro Calise, docente universitario di Scienza delle politiche. Ma anche la designazione di Nicolini è destinata a fare rumore. A dare fuoco alle polveri ci pensa il vicecapogruppo al Comune di An, Luciano Schifone: «Questa nomina è un insulto alla città. Possibile che agli occhi del sindaco Bassolino non ci sia un napoletano degno di ricoprire l'incarico? Napoli ha bisogno di tutto tranno che del re dell'effimero». Mariella Cirillo