Ma il sole sorge ancora sui film della Resistenza di Gianni Rondolino
Entusiasmo e applausi al Colosseo per la commedia «Gente di facili costumi» Da ieri una rassegna al Massimo Uno Ma il sole sorge ancora sui film della Resistenza Cinema di ieri e di oggi per discutere il passato e interrogarsi sulfuturo TORINO. Si è inaugurata ieri sera al Massimo Uno e durerà sino a lunedì 7 novembre la grande rassegna «Il sole sorge ancora: 50 anni di Resistenza nel cinema italiano», curata da Paolo Gobetti per l'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, la Regione Piemonte e numerosi altri enti pubblici. Una rassegna che ha una funzione non soltanto celebrativa, di commemorazione di un grande evento storico attraverso la testimonianza di decine e decine di film e di documentari realizzati in questo cinquantennio, ma anche e soprattutto di «verifica», cioè di discussioni, confronti e polemiche. In un momento in cui la rilettura del cinema resistenziale, o più genericamente antifascista, rientra in un più generale e approfondito riesame del nostro passato in rapporto a quello che potrà essere il nostro futuro. Come scrive Gobetti nella presentazione, «la rassegna vuol essere a un tempo una ricognizione storica, un viaggio nella memoria collettiva, una cavalcata di avventure, una rivisitazione di battaglie e passioni, in definitiva una piacevole scorribanda tra alcune delle più belle immagini che il nostro cinema ci ha proposto in questi 50 anni». E non v'è dubbio che, sin dalla serata inaugurale, con «Giorni di gloria» di Visconti, Pagherò, De Santis e Serandrei, e con «Paisà» di Rossellini, le immagini indimenticabili di quell'Italia martoriata dalla guerra, militare e civile, ci mostrano una realtà drammatica che raramente il cinema, non solo italiano, ha saputo darci. Una realtà che rivive sullo schermo per forza propria, per l'evidenza stessa di quei volti e quei corpi, quegli ambienti e quei luoghi. E sarà proprio questa realtà, in misura diversa, a dare ad altri film di quegli anni - da «Roma città aperta» (che sarà presentato in un'edizione recentemente ristampata dalla Cineteca Nazionale) a «Il sole sorge ancora» e ai documentari d'epoca - una dimensione di autenticità, che unisce all'emozione spettacolare la sensazione di trovarci di fronte a documenti storici. Documenti che saranno a loro volta discussi, e magari criticati, nell'ampio confronto fra registi, storici e testimoni, che si terrà sabato 5 novembre. Ma la rassegna, come si è detto, non vuole solo commemorare 0 discutere il passato. Si propone di attraversare 50 anni di storia italiana in una prospettiva contemporanea, aperta al futuro: in cui il cinema - di ieri e di oggi diventi il punto d'incontro o di scontro fra generazioni. Così, accanto ai «classici» come Rossellini, Vergano, Blasetti, Camerini, e agli «autori di mezzo» come Lizzani, Maselli, Loy, Puccini, Comencini, Vancini, Risi, Montaldo, De Bosio, Orsini, i Taviani, Di Carlo, la Cavani, Giannarelli e 1 documentaristi, ci sono i giovani e giovanissimi, che con i loro film e video hanno sentito il bisogno di tornare alla Resistenza con spirito diverso, esperienze indirette, atteggiamenti magari polemici. E sono il Massimo Guglielmi di Gangsters, il Silvano Agosti (non più giovanissimo!) di Uova di garofano, il Guido Chiesa del Caso Martello, e Claudio Cormio e Daniele Gaglianone con le loro opere inconsuete. A testimonianza che la Resistenza può essere ancor oggi un tema di grande suggestione storica e politica, ideologica e morale. Gianni Rondolino
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