Invece di «Eja alala» gridavamo «viva viti» di Giorgio Calcagno
F I RAGAZZI Invece di «Eja alala» gridavamo «viva viti» i ragazzi italiani, nella seconda metà degli Anni 30, si dividevano in tre categorie. C'erano gli spregiudicati, che si esibivano con L'avventuroso. I tradizionalisti, con il Corriere deipiccoli. E c'erano i credere-obbedire-combattere, che si presentavano a scuola con II balilla: i meno numerosi. Nel gennaio 1937 il sole dell'impero stava sorgendo da otto mesi sui colli fatali di Roma, ma noi non ce ne accorgevamo mica tanto. A noi interessavano gli eroi della puntata settimanale sul giornalino, e quelli del Balilla erano i meno divertenti di tutti. Fu in quella prima settimana di gennaio che il mio fratello maggiore portò a casa un giornale nuovo, con una grande testata in giallo su uno sfondo di palmizi a sinistra e un misto di navi, grattacieli, ciminiere a destra: per simboleggiare, ma nessuno di noi se n'era accorto, l'esotismo e la civiltà, il passato e l'avvenire. La scritta diceva il Vittorioso (centesimi 30). Lì c'erano degli eroi che a noi andavano bene. In prima pagina le avventure di Sirio, l'uomo che aveva brevettato il bolide interplanetario per andare su Saturno, all'interno La conquista del tesoro, storia di emigranti in Nuova Guinea. E, soprattutto, Zoo film, che ci faceva conoscere un disegnatore straordinario, 1 Sebastiano Craveri: con la I volpe Birba, il gatto Micio e 10 scimmiotto Jojò, primi di una lunga serie. Con qualche sorpresa, nelle settimane successive, mi accorsi che quei personaggi avevano già fatto il giro della classe, erano diventati il tema di conversazione negli intervalli. I più bravi riproducevano le loro figurine sul banco. Solo più tardi seppi che dietro c'era una efficiente organizzazione cattolica. E più tardi ancora, che quel giornale entrava nelle famiglie perché consentiva di non dispiacere al regime senza dover imbarcare propaganda politica. Quando, l'anno successivo, 11 Vittorioso lanciò con Craveri Il giro ciclistico di Zoolandia, abbinato a un concorso, si scatenò il tifo. Seguivamo le tappe Posalosso-Coccodè o Coccodè-Falacuccia con lo stesso interesse della MilanoSanremo o del Giro d'Italia. L'Azione cattolica, quasi sorpresa dal successo, sostituì il Vittorioso alle altre letture, nelle sue sezioni. Le gigantografie di Giraffone e Aprilino, i più bei personaggi di Craveri, campeggiavano accanto ai ritratti di Pier Giorgio Frassati. Il grido di evviva, da contrapporre a «eja eja eja alala», era diventato, nel costume dell'associazione, «vita vita vit». Ma quel «vit» conclusivo noi tutti lo pronunciavamo con una «t» in più: era il «Vitt», il nostro giornale. Giorgio Calcagno ino | LpdCcd Luigi Gedda presidente dell'Azione Cattolica che decise di pubblicare il Vittorioso»
Persone citate: Craveri, Luigi Gedda, Pier Giorgio Frassati, Saturno, Sebastiano Craveri, Vittorioso
Luoghi citati: Italia, Nuova Guinea, Roma
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