« Muccioli ordinò di uccidere »

« «Chiese al suo autista di far fuori chi aveva assistito al delitto». Lui replica: «E' pazzesco» « Muccioli ordinò di uccidere » Testimonianza-choc di un ex collaboratore RIMIMI DAL NOSTRO INVIATO «... e si spinse oltre. Mi parlò di una cassetta registrata in cui Muccioli avrebbe chiesto direttamente la soppressione di Grizzardi». Ore 16, Tribunale di Rimini, processo Muccioli per l'omicidio di Roberto Maranzano. Parla il teste Roberto Assirelli, per 13 anni nella comunità, ex braccio destro del fondatore di San Patrignano. Vincenzo Muccioli guarda il banco, si tiene la faccia fra le mani: «E' tutto pazzesco». L'avvocato Vittorio Virga è già saltato in piedi, «ma di chi parla? chiamate il teste». L'altro avvocato, Veniero Accreman, sventola la toga: «Ma si parla di un altro omicidio? Scherziamo? Non capisco, signor presidente». Anch'io non capisco, dice il presidente Concezio Arcadi. Si liscia la barba: ricominciamo. C'è una cassetta. Di chi è? «Walter Delogu», risponde Assirelli. E chi è costui? «Era l'autista di Muccioli». Lei la cassetta l'ha vista? «Mai vista» E com'è stata registrata? «In auto. Delogu cominciava a non fidarsi più di Muccioli, e la registrò di nascosto». E Grizzardi chi è? «Uno dei testimoni del delitto Maranzano. Era ritenuto il più fragile, il più delicato. Non si fidavano di lui, temevano parlasse». E allora? «Allora, lui avrebbe chiesto in macchina a Delogu di farlo fuori. Delogu non lo fece, ovviamente, ma registrò tutto». Lei non l'ha ascoltata? «Mai. Lui la tiene nascosta. Mi disse che riteneva fosse una garanzia per la sua incolumità». Adesso questo processo racconta un'altra storia, e Maranzano, massacrato di botte alla porcilaia, è ormai un fantasma che aleggia, un pretesto, un'occasione. San Patrignano trema. Muccioli sbianca. Vere o no che siano, queste accuse cambiano il processo. Dopo Assirelli, un'altra teste arriverà a confermare, e dopo i confronti con Delogu, spaventato e cocciuto nel suo diniego, un altro ancora spunterà a ripetere questa verità terribile. Un giornalista, questa volta, Biagio Marsiglia, del Carlino, che intervistò Delogu e gli giurò di mantenere il segreto. Roberto Assirelli è un piccoletto, la voce e i modi da prete. Trema con le mani, che tiene appoggiate sul mento. Il pm, Paolo Gengarelli, gli chiede: quando se ne andò da San Patrignano aveva motivi di rancore? «No, non credo di poterne avere». Divergenze di natura economica? «Sì». L'avvocato Accreman, stirandosi sullo scranno: «Aaah, ora si capisce...». Pm: di che tipo? Assirelli: «Io sono arrivato a San Patrignano e sono guarito. Poi ho sempre lavorato per la comunità e Muccioli mi aveva promesso dei soldi per quando sarei andato via». Avvocato Virga: a quanto ammonta la sua richiesta? «Cinquecento milioni». Pm: quando se ne andò? «Nell'estate del '93». Come? «Capii che ero ormai emarginato. E' il sistema che usano nella comunità quando vogliono farti capire che devi andare. Parlai con Muccioli. Mi disse che potevo andarmene subito». Lei non andava più d'ac- cordo con lui? «No, Vincenzo non era più quello di prima». Presidente: vuole precisare l'epoca in cui fu registrata questa cassetta? «In data successiva all'omicidio Maranzano». Quando lei ricevette le confessioni di Delogu? «Estate '93». Dove? «In giro in macchina, a Rimini, anche a casa sua». Delogu le disse che Grizzardi poteva procurare problemi? «Sì. Poteva essere pericoloso perché non reggeva il segreto dell'omicidio Maranzano». Chi gliel'aveva detto questo a Delogu? «Da quel che capii si riferiva a colloqui tra lui e Muccioli». Perché fece questa registrazione? «Mi disse: è da un po' di tempo che cercavo di cautelarmi perché vedevo cose che non andavano». Lei gli chiese di questa cassetta? «Io gli dissi che non avrei neanche voluto sentirla». Esce Assirelli, entra Patrizia Ruscelli, bionda, occhi persi. Parla dell'omicidio Maranzano: «Muccioli sapeva. Andò giù alla macelleria e disse: tanto aveva l'Aids, sarebbe morto lo stesso». Pm: Lei conosceva Grizzardi? «Ne ho sentito parlare da Alfio Russo». Che cosa le disse? «Che Grizzardi era una persona che sapeva troppe cose». Sa niente di una cassetta? «Sì. Walter Delogu non si fidava più di Vincenzo. Lui gli chiese di far uccidere Grizzardi perché era un teste pericoloso. Disse: bisogna mandarlo a casa qualche giorno e fargli un'overdose» Questa cassetta è stata sentita da lei? «No». Da chi? «Delogu mi disse che l'ascoltò Franco Vismara». Dov'è ora la cassetta? «Mi ha detto che la copia originale è nascosta da un avvocato». Quale? «L'avvocato Gianfranco Vignoli di Milano». Virga, ironico: «Ci sono altri omicidi? Ci può informare subito?» Lei: «Da quel che m'ha detto Delogu, Vincenzo gli aveva chiesto di uccidere altre persone». Virga, sempre ironico: Ah, bene. Queste cassette sono più di una? «No, una sola». Lei è separata da suo marito? «Sì. Lui vive a San Patrignano». E i figli a chi sono stati assegnati? «A lui». Esce Ruscelli. Pausa. La corte decide di ascoltare Walter Delogu. Giusto il tempo per ascoltare al telefono l'avvocato Vignole: «Della cassetta non ne so nulla. Io sono come le tre scimmiette. Non vedo, non sento, non parlo. E se per caso l'avessi avuta non lo direi certamente al giornalista». Se la chiamassero in Tribunale? «Mi appellerei al segreto professionale». Conosce Assirelli? «Sì». Conosce Delogu? «Sì». E Muccioli? «Molto bene, un tempo. Lo frequentavo per prestare il mio aiuto umanitario e la consulenza legale». Ora non più? «No». Perché ha rotto? «Perché San Patrignano non è più quella che io vedevo. Mi sono dissociato perché gli scopi e i metodi erano diversi da quelli iniziali. Non mi faccia dire di più. Non vorrei essere aggiunto a quei cadaveri di cui parla don Benzi». Adesso, il processo riprende. Delogu, bruno, elegante. Entra e guarda Muccioli sorridendo. Il presidente lo ammonisce: «E' di qua la Corte. Deve guardare da questa parte». Presidente: i testimoni hanno parlato di una cassetta segreta registrata da lei. Che cosa ne sa? «Non è vero niente». Assirelli è amico suo? «Sì». Avete parlato dell'omicidio Maranzano? «Sì, dopo averne letto sui giornali». E quella cassetta non esiste? «No, lo ripeto». Tocca ai confronti, allora. Assirelli: «Confermo tutto». Delogu: «Lo escludo in maniera categorica». Assirelli: «E' successo nell'estate che sono andato via da San Patrignano. Eravamo a Rimini. Non me lo sono inventato e non ho nessun interesse a farlo». Delogu: «Lo escludo, lo escludo». Assirelli: «Signor Presidente, non dico il falso». E Muccioli, alle spalle, alza la voce: «E io me ne devo star qui a sentire queste storie?». Patrizia Ruscelli è ancora più pre¬ cisa: «Me l'ha raccontato la prima volta quando siamo andati a mangiare da Zanni, me l'ha ripetuto in mille situazioni». Il pm la incalza: c'erano testimoni? «Sì, una volta al Carlino. C'era Biagio Marsiglia». Delogu si scalda: «Ma che cosa c'entra? Lei era innamorata di quel giornalista!» Non è finita qui. Tocca a Marsiglia adesso e conferma tutto: «Gli ho parlato decine di volte. Ricordo tutto. Tant'è che alla fine lo invitai a rivolgersi al Procuratore della Repubblica». E perché non lo scrisse? «Gli detti la mia parola, quella sera. E lui mi disse che se l'avessi fatto avrebbe negato tutto». Quale sera? «Una sera venne su al Carlino. Ci videro anche i tipografi. Restammo dalle 23,30 alle 4 del mattino. C'era pure Patrizia Ruscelli». Presidente: l'ha sentita quella cassetta? «Glielo chiesi. Mi disse no, è la mia assicurazione sulla vita». Altro confronto, ancora, il processo non finisce più. Delogu: «Non è vero. Salii da lui perché la Ruscelli era innamorata e mi disse te lo presento». Marsiglia: «Fammi ridere. Almeno ti ricordi che mi hai detto: testimonio solo se il procuratore mi dà mezzo miliardo e la casa all'estero?». Muccioli non ce la fa più: «Buffone!». Marsiglia si gira: «Basta offendere!». Il Presidente: su, calma, lei è da una vita che fa giudiziaria. «Eh, presidente. Una cosa è farla di là, un'altra di qua dal banco». Pierangelo Sapegno zardi, uno dei ocesso Ci sarebbe anche una registrazione Ma l'autore nega «E' un'invenzione» «Vincenzo aveva paura che quel ragazzo parlasse della fine di Maranzano Quella notte nella porcilaia ci disse: tanto Roberto era ammalato di Aids sarebbe morto comunque I fondatore della comunità di San Patrignano. . Nuove accuse contro di lui al processo per la morte di Roberto Maranzano Sopra Roberto Maranzano, ucciso nella porcilaia della comunità il 5 maggio dell'89 Sotto, Alfio Russo, 39 anni, responsabile della macelleria, uno dei reparti della comunità A sinistra Rita Maranzano, sorella della vittima. Aveva stracciato l'assegno di 30 milioni offerto da Muccioli come risarcimento dei danni Sopra Franco Grizzardi, 29 anni, di Milano, uno dei testi chiave del processo a Muccioli Sopra il magistrato Vincenzo Andreucci che ha rinviato a giudizio Muccioli

Luoghi citati: Marsiglia, Milano, Rimini