«Nuova vita per il liceo classico»

Ex allievi Cavour Ex allievi Cavour «Nuova vita per il liceo classico» Il liceo classico deve vivere, ma deve essere più moderno. Questa la «risoluzione» emersa ieri dal dibattito al Centro Pannunzio e presieduto da Giorgio Vitari segretario dall'Associazione ex allievi del Cavour per rispondere alla domanda «Quale futuro per il liceo classico?». E' stato Francesco Trisoglio, ordinario di storia e civiltà classica all'Ateneo a fare la difesa appassionata del latino e del greco: «Non sono lingue morte se il docente riesce a mantenerle vive». Critico il preside del d'Azeglio Giovanni Ramella: «Sarebbe un errore continuare a sostenere che soltanto il latino e il greco addestrano la mente alla logica astratta. Esse ci riportano alle radici storiche della nostra civiltà, ma dovrebbero essere affiancate da uno studio più esteso della matematica e di una lingua straniera». Angela Suppo, preside del Gioberti ritiene che del classico si debba salvare il metodo di studio. «Favorisce le abilità delle strutture logiche del pensiero. Impone l'acquisizione di un metodo scientifico. Il ritorno alle radici che deriva dal latino e dal greco significa anche capire le differenze e conquistare il senso della tolleranza». Ha chiuso l'incontro Mario Perini. Come psichiatra dell'età evolutiva si è chiesto se il liceo (classico o scientifico), riesca a venire incontro ai bisogni emotivi degli adolescenti nell'età più critica per un giovane. Ha ammesso di non saper dare una risposta.

Persone citate: Angela Suppo, Francesco Trisoglio, Gioberti, Giorgio Vitari, Giovanni Ramella, Mario Perini, Pannunzio