Cinema anni ruggenti sulle rive della Senna

Cinema, anni ruggenti sulle rive della Senna Mentre si celebra il centenario, al Centre Pompidou una grande mostra per la storica casa Pathé Cinema, anni ruggenti sulle rive della Senna «<■! PARIGI ■ ,' EDERICO Fellini in berw\ retto di lana con pon I pon e sciarpa intorno al AJnaso. Federico Fellini che tira su spaghetti al sugo con la faccia sul piatto, incurante dell'Anitona Ekberg quasi adamitica davanti a lui. Marcello Mastroianni che fa sgusciare una cozza tra le labbra di Anouk Aimée e se la ride. Sono alcune delle fotografie inedite scattate sul set della Dolce Vita ora riemerse da uno dei duemila scatoloni degli archivi Pathé. Materiale abbondantissimo che, con i prestiti di due collezionisti, è da ieri in mostra al Forum del Centre Pompidou. Un'esposizione grandiosa organizzata in concomitanza con il centenario del cinema, 1800 metri quadri di sale da visitare, 300 film da rivedere, un avvenimento culturale che farà data: «Pathé, primo impero del cinema». L'avventura dei fratelli Charles e Emile Pathé parte dalla macelleria del padre che loro abbandonarono nel 1894, appassionati di elettricità, per mettersi a fabbricare fonografi, e approda alla trasformazione in industria della novità più importante di quegli anni - il cinema - arte sì, ma per produrre denaro. «Si avrebbe torto se si credesse che il cinema è una specie di miniera privilegiata dove non c'è che da chinarsi per raccogliere oro. E' il contrario che è esatto. Il cine¬ ma è un setaccio in cui l'arte consiste nell'impedire all'oro che vi si getta di scorrere via senza profitto per nessuno». Questo si legge all'inizio della mostra. La citazione è tratta da Souvenirs et conseils d'un parvenu, primo libro di Charles Pathé. Una chiarezza d'intenti grazie alla quale la Pathé Frères divenne in pochi anni la firma cinematografica più potente del mondo, con succursali da New York a Singapore, passando per Mosca, Milano, Buenos Aires. Marcel Pagnol, che amava le leggende, raccontò un giorno che in Cina cinema si diceva «pa-té». I due fratelli erano partiti «alla conquista del mondo», così dice un celebre manifesto che li raffigura, nel 1896. Nel 1901 misero a punto la ripetutissima formula: «Il cinema sarà il teatro, il giornale e la scuola di domani». La base finanziaria se la crearono con gli apparecchi Pathé. «Sconcertante e sublime. Primo prodigio e ultima meraviglia. L'uomo creatore»: era il fonografo numero zero, 1904. Del 1913 il pathegrafo: apparecchio audiovisivo per l'apprendimento delle lingue straniere. Enorme successo, l'audizione del disco e lo scorrimento del nastro scritto (in alto il francese, in basso il corrispondente nella lingua da imparare) erano perfettamente sincronizzati perché azionati dallo stesso motore. Quando venne il momento dei proiettori, Emile rimase a Chatou a continuare la prima attività, Charles si spostò a Vincennes dove lanciò quella propriamente cinematografica. La seconda sala della mostra racconta le fabbriche Pathé, con fotografie e documenti. Un'impresa enorme di dimensioni cui la gente si avvinghiò, speranza di lavoro sicuro visto il promettente avvio. Sono esposti molti manoscritti di persone che sollecitano un impiego. «Caro signore, vista la gentilezza da voi dimostrata nei miei confronti speravo in più rapida risposta». Lettere che rendono il clima dei rapporti sociali all'interno dell'azienda. Mademoiselle G. Leonardi scrive l'8 settembre 1916 alla moglie del padrone per chiederle intercessione: non le è stata aumentata come le compagne la paga di tot centesimi «perché il direttore ha saputo che lei va al fermo posta, e ha considerato la cosa disdicevole per la rispettabilità». La signorina spera nel senso di giustizia eccetera eccetera. Il genio commerciale di Charles Pathé, nella cui illustrazione prosegue la mostra, consistette nel rinunciare quasi subito alla produzione vera e propria. Se fu tra i primi a costruire studi cinematografici e creare équipes atte a produrre film in serie, dopo la Prima guerra mondiale preferì consacrarsi alla dimensione industriale e tecnica del cinema fabbricazione di pellicole e apparecchi - e alla distribuzione. Charles Pathé favorì la creazione di imprese di produzione in teoria indipendenti, di fatto legate alla firma Pathé da contratti esclusivi. I rischi finanziari erano minimi, Pathé raccoglieva il frutto del lavoro di aziende di cui facilmente si sbarazzava quando le loro produzioni si facevano insoddisfacenti. La mostra ripercorre avventure parallele come quella del Pathé Baby, «il cinema a casa propria». Il proiettore per famiglie, i cataloghi della cineteca Pathé, i manuali per imparare a filmare da sé. E' ricostruito un salottino di buona famiglia, che visiona su microschermo con Pathé Baby collegato al lampadario, scene da un matrimonio di provincia. Impagabili le facce degli invitati a coppie che sorridono fermandosi due istanti di fronte alla cinepresa, il loro sguardo è quello del secolo. C'è l'avventura di Meliès, presidente della Camera sindacale della prestidigitazione, creatore del genere fantastico. Uomo di poesia, ebbe rapporti difficili con Pathé, documentati. Seguono gli altri generi: dal kolossal storico che comprende tanto i filmoni di Abel Gance quanto i «film d'arte italiana» tipo Marozia, soggetto del X secolo, con Vittoria Lepanto nella parte del titolo, alle «Scènes grivoises d'un caractère piquant» ovverossia i primi porno. «Escludere i bambini», si legge sul manifesto riprodotto a tutta parete con occhi magici dentro i quali scorrono le immagini piccanti, ad esempio colloqui di lavoro con le signorine che snudano ampi sederoni per ottenere un posto e simili. Un'altra sala è per la rievo¬ cazione del «Pathé-journal», il giornale vivente e universale, le attualità proiettate prime dei film con quella voce larga e sempre uguale. Al piano sotto invece, sono ricostruiti alcuni cinema storici degli anni folli, il Pathé Palace, il Cinema Pathé. Si entra e si resterebbe tutto il giorno a vedere i prossimamente dell'immensa produzione Pathé: Napoléon, Vidocq, Belphégor, La femme et le pantin, La Dolce Vita ... Una parete immensa è dedicata a Les enfants du paradis di Marcel Carnè, con commoventi fotogrammi da visionare in tre dimensioni. E i costumi originali del Gattopardo campeggiano gloriosi su una pedana. La mostra resterà aperta fino al 6 marzo. La retrospettiva dei 300 film avrà luogo nella sala Garance del Centre Pompidou. Primo in programma L'assassinio del duca di Guisa, del 1908, interpretato dagli attori della Comédie-Frangaise, per il quale Camille Saint-Saéns compose musica originale che verrà eseguita al pianoforte a ogni proiezione. D'oro, come l'impero, è all'ingresso dell'esposizione il gallo «Chante-clair». In formato gigante, il logo della firma Pathé se ne sta ritto e fiero sopra un gran mappamondo cui scorrono intorno metri di altrettanto aurea pellicola. Gabriella Bosco Dagli archivi foto inedite, costumi, manifesti, 300film d'epoca «<■! PARIGI ■ ,' EDERICO Fellini in berw\ retto di lana con pon I pon e sciarpa intorno al AJnaso. Federico Fellini che tira su spaghetti al sugo l fi l i ima è un setaccio in cui l'arte consiste nell'impedire all'oro che vi si getta di scorrere via senza profitto per nessuno». Questo si legge all'inizio della mostra. La citazione è tratta da i il d' Sopra, Burt Lancaster e Claudia Cardinale nel «Gattopardo» (altra coproduzione della Pathé) e Charles Pathé, il fondatore sbarazzava quando le loro produzioni si facevano insoddisfacenti. La mostra ripercorre avventure parallele come quella del Pathé Baby, «il cinema a casa ficazione del «Pathé-journal», il giornale vivente e universale, le attualità proiettate prime dei film con quella voce larga e sempre uguale. Al piano sotto invece, sono iii l i ii Sopra, Burt Lancaster e Claudia Cardinale nel «Gattopardo» (altra coproduzione della Pathé) e Charles Pathé, il fondatore

Luoghi citati: Buenos Aires, Cina, Milano, Mosca, New York, Parigi, Singapore