L '«omofobia» a Montecitorio e le ricette per i veleni in vendita

L '«omofobia» a Montecitorio e le ricette per i veleni in vendita LETTERE AL GIORNALE L '«omofobia» a Montecitorio e le ricette per i veleni in vendita Gay, pregiudizi autoritari e conservatori Un recente episodio avvenuto alla Camera dei Deputati e di cui i giornali hanno ampiamente parlato, risolleva il problema della omofobia. Si tratta di un termine coniato nel 1967 per definire un atteggiamento irrazionale e negativo nei confronti degli omosessuali. Negli Stati Uniti sono stati individuati 2 fattori che influenzano in maniera determinante gli atteggiamenti antiomosessuali: il fondamentalismo religioso e l'eterosessismo, vale a dire la convinzione della superiorità morale delle istituzioni e delle prassi associate con l'eterosessualità. Gli studi eseguiti su soggetti omofobici hanno indicato che di regola questi sono autoritari e conservatori e che molti atteggiamenti negativi nei confronti degli omosessuali sono simili a quelli associati con altri pregiudizi quali il razzismo. Le osservazioni suddette sono la citazione quasi letterale di un editoriale comparso lo scorso 12 ottobre sul New England Journal of Medicine, il più autorevole giornale medico del mondo. Credo che la loro conoscenza da parte dei lettori possa meglio far comprendere il significato delle intemperanze verbali registrate in Parlamento e di cui facevo cenno all'inizio. prof. Antonio Brusca Università degli Studi di Torino Nemici delle piante ma anche dell'uomo Ho letto su Im Stampa di domenica 23 c.m. la segnalazione di un lettore che denuncia la libera vendita al pubblico di prodottti velenosi e inquinanti utilizzabili per l'eliminazione di parassiti del terreno. L'argomento e di grande attualità e di interesse generale. In sintesi la situazione e questa: i fitofarmaci (insetticidi, acaricidi, firn gicidi e diserbanti) sono suddivisi in classi di pericolosità I, II, III, IV; sono in libera vendita quelli di III e IV classe. C'è una legge che dovrebbe imporre il «quaderno di campagna» agli agricoltori, ove registrare tutti gli acquisti e le somministrazioni, la cui operatività viene rinviata di anno in anno. L'Ordine degli Agronomi chiede regolarmente che venga istituito l'obbligo della ricetta firmata da un professionista per autorizzare l'acquisto di veleni per altro pericolosissimi per chi li usa, ma anche per la popolazione e per l'ambiente in generale. Inoltre il «patentino» che autorizza l'acquisto dei fitofarmaci di 1 e II classe si ottiene con dei mini corsi che non garantiscono assolutamente la conoscenza di questi prodotti velenosi e nemmeno il loro uso appropriato. Per altro fortunatamente si sta sviluppando il settore dei prodotti antiparassitari biologici che consentono di combattere i nemici delle piante mediante iperparassiti (ovvero parassiti dei parassiti) molto efficaci e nel contempo completamente innocui per l'uomo. Quindi ha ragione il lettore a segnalare il pericolo; questi prodotti devono essere usati solo in caso di effettiva necessità e da chi ò in grado di valutarne gli effetti primari e secondari. Perciò ben venga l'obbligo della ricetta e della supervisione da parte dei laureati in Scienze Agrarie che di questi problemi si sono sempre occupati, anche se fino ad ora sono stati poco ascoltati. Mario Vietti, Torino Dottore Agronomo Ogni vita è degna di essere vissuta Pur sentendo il disagio di intervenire in una vicenda che avrebbe dovuto restare riseivata, ed esprimendo tutto il rispetto per i sentimenti della famiglia coinvolta, desideriamo ripercorrere la breve e grande storia della piccola Giulia e dei suoi genitori, per sottolineare i valori essenziali che ne emergono. Giulia era affetta da gravi malformazioni, ma è stata amata dai suoi genitori, come lo sono tanti bambini handicappati; quando alla ventiduesima settimana di gravidanza è stata posta la diagnosi, essi l'hanno accettata e hanno sperato e fatto del loro meglio perché potesse vivere. L'hanno voluta per se stessa, non solo come «strumento» per donare organi: del resto, in queste condizioni | di morte non causata da lesioni cerebrali, non è possibile il prelievo di alcun organo a «cuore battente». Resta comunque di alto valore morale la successiva decisione dei genitori, di fronte alla morte ineluttabile, di acconsentire ai prelievi possibili (cornee e valvole cardiache). E' stato osservato (G. Mieli e P. Vergani - Centro di Diagnostica Prenatale della V Clinica Ostetrica Ginecologica dell'Università di Milano) che le madri poste di fronte alla dolorosa diagnosi di malformazione fetale non compatibile con la sopravvivenza, se decidono di portare a termine la gravidanza e dare alla luce il loro figlio, vivono il lutto della sua perdita in ma¬ niera meno traumatica, sia loro che la famiglia. Ed è ovvio che alla madre non solo va riconosciuto il pieno diritto di portare avanti la gravidanza in maniera naturale, anche in presenza di gravi malformazioni fetali, ma va anche tutta la nostra ammirazione. Va anche considerato il fatto - come ha affermato il prof. E. Cosmi dell'Università La Sapienza di Roma - che «fino al momento della nascita, sui difetti non si può avere una verifica completa». In questo, come in tanti altri campi della medicina, siamo tenuti ad accogliere e rispettare ogni essere umano come un valore di per sé, e fare di tutto per eliminare la sua sofferenza, ma non possiamo mai eliminare chi soffre. Se affermiamo che alcune vite «non sono degne di essere vissute», introduciamo una discriminazione dai confini del tutto arbitrari, che infrange il fondamento della vita civile e la sicurezza di cui ciascuno di noi ha bisogno, fondata sul riconoscimento del proprio valore personale che permane anche quando non ha la possibilità di esprimersi normalmente. Prof. Mario Eandi Presidente Gruppo cattolico di bioetica di Torino Prof. Francesco Gorgerino Presidente regionale Aido Prof.ssa Irene Mathis Presidente Ass. medici cattolici di Torino Pi of .ssa Etena Vergani Presidente regionale Movimento per la Vita «Vaudano, del ministro l'azione disciplinare» Con riferimento alle notizie riportate da La Stampa del 23 ottobre, riguardanti il dottor Mario Vaudano, il ministero di Grazia e Giustizia comunica che: a) L'azione disciplinare nei confronti del predetto magistrato è stata esercitata direttamente dal ministro sulla base di una motivata lettera del Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Torino nella quale, tra l'altro, si defi¬ niva «gravemente scorretto e non conforme ai doveri deontologici» il comportamento del magistrato. b) Naturale effetto dell'iniziativa disciplinare di cui innanzi è stato il venir meno di quel necessario rapporto collaborativo e fiduciario che deve sempre esistere tra il ministro e i suoi collaboratori. Rapporto che l'iniziativa di un'azione disciplinare, naturalmente interrompe. Ciò al di là della sussistenza o meno dei fatti contestati. c) D'altra parte la scelta dei magistrati destinati al ministero avviene attraverso una valutazione discrezionale del ministro, che tiene conto delle capacità professionali e delle qualità del magistrato che ha prestato il suo assenso al collocamento fuori dal ruolo organico della magistratura; criteri ai quali sarà subordinata la designazione del Direttore dell'Ufficio secondo della Direzione Generale degli Affari Penali, che non è stata ancora decisa e non sarà comunque assolutamente condizionata da valutazioni diverse da quelle prima enunciate, che appartengono esclusivamente alla responsabilità funzionale e decisionale del ministro. Umberto Gambino, Roma Capo Ufficio Stampa ministero Grazia e Giustizia «Salamandra» trilogia futurista Un piccolo taglio al mio articolo di ieri Futurismo sotto pelle ha reso incomprensibile il riferimento alla Salamandra di Luigi Pirandello. Si tratta infatti di una «trilogia futurista» pressoché inedita che andò in scena a Parigi nel 1927 con costumi e scenografie di Prampolini e ora è rappresentata a Praga nel corso delle manifestazioni marinettiane. Un refuso ha poi trasformato Lire lame futuriste (leggere l'anima futurista), titolo della mostra che si svolgerà a Bruxelles, in L'ire lame futuriste (l'ira l'anima futurista). Paola Decina Lombardi RISPONDE O.d.B. Caro signor Del Buono, le sottopongo una questione di stile. L'elettore A dà il suo voto al politico B. Il politico B, divenuto deputato, si palesa ladro. L'elettore A impreca, si sente tradito, si sente vittima. Non crede che il primo pensiero dell'elettore A dovrebbe essere di chiedere scusa ai suoi concittadini per aver loro imposto un deputato ladro? Con i più cordiali saluti, suo Professor architetto Massimo Birindelli Roma GENTILI: professor Birindelli, la ringrazio per il suo messaggio tendente a suggerire una maggiore presa di coscienza e di responsabilità da parte di ogni elettore. Mi pare, tuttavia, che lei sia troppo severo con il povero A. Il voto di un singolo, infarti, non può provocare un'elezione a depurato di un mascalzone. C'è bisogno del concorso di molti altri voti, di altri singoli. Il che non attenua certo la responsabilità di A, ma dimostra che l'errore è piuttosto diffuso e B ha fatto cadere più d'uno in trappola. Non si tratta del corrivo «mal comune mezzo gaudio», ma della necessità, caso mai, di unirsi a C, a D, a E, a F, a G, eccetera nel tentativo di risanare in qualche modo la situazione, nel modificare la propria partecipazione alla vita sociale, nel tener preseme per il futuro la capacità di errare. D'altra parte, neppure chi, avendo i suoi dubbi sul- L'ho vmachiedo otato ora scusa la candidatura di B, ma non essendo neppure sicuro di altri candidati, ha deciso, a esempio, di non votare nessuno, è meno responsabile e ha più diritto a imprecare, a sentirsi tradito e vittima. Se il ladro e stato eletto, è colpa anche di chi non ha votato il suo oppositore. Si può sbagliare anche non votando, cercando di stare fuori dalla mischia. Ma lei, professor Birindelli, mi pone un'altra domandina. «Caro signor Del Buono, i telespettatori si lamentano perché i film sono interrotti dalla pubblicità. In realtà basterebbe non comprare nessuno dei prodotti di cui si parla in televisione, e interruzioni non ce ne sarebbero. Non si può rivendicare il diritto di essere così babbei da comprare una merdolina solo perché lo dice la televisione e insieme rivendicare il diritto di vedere i film senza interruzioni. Naturalmente, questo discorso è sbagliato. Vorrebbe dirmi il perché?». In proposito c'è una gran differenza tra Rai e Fininvest, tra chi esige il pagamento del canone e chi non lo esige. Il discorso non è sbagliato, in teoria. In teoria si può sostenere tutto e il contrario di tutto. In pratica, senza interruzioni pubblicitarie non verrebbero trasmessi neppure i film. Ma cosa significa, un piccolo sacrificio di astensione, in una campagna cosi nobile? Oreste del Buono L'ho votato ma ora chiedo scusa