ANTICIPO LA COMMEDIA ALL'ITALIANA di Gianni Rondolino

ANTICIPO' LA COMMEDIA ALL'ITALIANA ANTICIPO' LA COMMEDIA ALL'ITALIANA ilL 3 novembre 1948 BranI cati scriveva ad Anna ProI clemer: «Io non vedo l'ora I di smontare questa barac- I *Jca: sono stanco di Roma, del cinema, del senato, delle discussioni (...). Ho tanta nostalgia della Sicilia, del mare ancora caldo, dei mille sapori che ha la vita intima laggiù». Probabilmente la vicenda di Anni difficili, il film che aveva scritto per Luigi Zampa ricavandolo dal suo racconto II vecchio con gli stivali, e che aveva suscitato polemiche a non finire, a destra e a sinistra, e prima ancora interventi censori, lo aveva prostrato: gli aveva fatto quasi odiare il cinema e il suo mestiere di sceneggiatore. Un mestiere che, secondo la Proclemer, Brancati aveva fatto «sempre e solo per ragioni economiche». Ma forse non fu così. Anzi, proprio il film di Zampa e i due seguenti, Anni facili del 1953 e L'arte di airangiarsi del 1955 (uscito postumo), lo coinvolsero direttamente come scrittore cinematografico, come inventore di situazioni, personaggi e vicende che solo il cinema poteva mostrare con così viva immediatezza. Anche e soprattutto con una udienza ben maggiore di quella della letteratura o del teatro. Perché in quei tre film - che costituiscono una sorta di trilogia della società italiana dal fascismo al dopoguerra agli Anni 50 - lo spirito caustico e dissacratorio di Brancati, il suo fine umorismo, ma anche la sua profonda moralità, trovarono i giusti toni d'una commedia di costume che si poneva su un piano ben diverso, e più profondo, di quello degli altri film comici o farseschi dell'epoca. E già anticipavano i risultati migliori di quella che sarebbe stata la «commedia all'italiana»: specchio deformante, ma in fondo fedele, dei vizi nazionali. D'altronde Brancati non era giunto al cinema per caso. Già negli anni di guerra aveva scritto sceneggiature, magari di commissione, e l'ambiente cinematografico gli era familiare sebbene ne vedesse i risvolti volgari e presuntuosi. Così, con la riacquistata libertà, riprese quel cammino con buoni risultati, anche sul versante d'una drammaturgia non solo ironica o satirica. Basti pensare a Tre storie proibite di Genina, e soprattutto a Viaggio in Italia di Rossellini. Un film, questo, che contiene non pochi tratti di quella poetica malinconica che Brancati seppe riversare, certamente con maggior spessore, nei suoi romanzi e nel suo teatro. Gianni Rondolino

Persone citate: Anna Proi, Brancati, Genina, Luigi Zampa, Proclemer, Rossellini, Zampa

Luoghi citati: Italia, Roma, Sicilia