Poliomielitico assunto come fattorino

assunto come fattorino Reggio Calabria assunto come fattorino REGGIO CALABRIA. C'è un'Italia dove un cieco può fare il ceramista o guidare tranquillamente l'automobile e ottenere anche un congruo assegno di un milione al mese. C'è un'altra Italia dove un poliomielitico fa il fattorino andando a portare telegrammi in giro. Sono tutti e due invalidi, ma con una differenza sostanziale. Il fattorino è poliomielitico sul serio. Rocco Filice ha 36 anni. Quando ancora le zollette di zucchero punteggiate dal rosso vaccino di Albert Sabin non avevano cominciato a salvare milioni di bambini, Filice fu aggredito dalla poliomielite. Aveva un anno e mezzo e dalla malattia uscì con la gamba sinistra gravemente menomata. L'invalidità gli fu riconosciuta al 40 per cento e questo gli consentì, nel 1982, di essere assunto dalle Poste, con una qualifica corrispondente al quarto livello. Insomma una qualifica da fattorino. Dopo essere stato a Cosenza, pochi chilometri da Rende dove risiede, arrivò a Reggio Calabria dove fu assegnato a lavori interni. Come, in fondo, era normale. A giugno Rocco Filice ha avuto una sgradita sorpresa, quella di vedere il proprio nome tra i fattorini incaricati di recapitare i telegrammi. Per regolamento i fattorini portano i loro messaggi a piedi fino a un massimo di due chilometri. Per tragitti più lunghi hanno diritto ad un ciclomotore. Rocco Filice lavora a piedi e, quando è il suo turno, prende una stampella e comincia il suo giro. Reggio Calabria è una città che, in poche centinaia di metri, può anche avere pesanti dislivelli. Le ripide salite un qualche effetto l'hanno avuto: una distorsione alla gamba offesa, con una protezione di gesso portata per un mese. Due giorni dopo il rientro nuovo ordine d'uscita. Nuovi telegrammi, nuove salite. «Quando vedo il blocchetto di telegrammi che devo consegnare - dice Filice - mi vengono i brividi. E' un bel dire che forse c'è chi, fisicamente, sta peggio di me. Tutte le volte che busso ad una porta con un telegramma in mano chi apre, non appena vede la stampella, sgrana gli occhi, incredulo. Tanti, poi, mi dicono di entrare, di sedermi, mi offrono un bicchiere d'acqua. Mi investono di domande sul perché vada in giro, in queste condizioni». Rocco Filice ha anche protestato, ha cercato di tornare ad un servizio meno faticoso, ma ancora le sue richieste non hanno avuto risposte. O meglio non hanno avuto le risposte che egli si aspettava. «Fino a questa mattina - dice - sia pure indirettamente mi sono giunte pressioni per fare rientrare le mie proteste. Anzi - aggiunge sorridendo mi è arrivato nei giorni scorsi un ammonimento per "rendimento insufficiente". Come se fosse normale camminare per chilometri con una stampella ed una sacca a tracolla, che a volte è molto pesante». Insomma, sembra una storia di incomunicabilità burocratica. Probabilmente i superiori di Filice avranno mille ed una motivazione e la ragione «ufficiale» è certamente dalla loro parte. Ma forse il buonsenso avrebbe consigliato decisioni diverse. Diego Minuti

Persone citate: Albert Sabin, Diego Minuti, Filice, Rocco Filice

Luoghi citati: Cosenza, Italia, Reggio Calabria, Rende