Faida italo-americana a New York

Faida italo-americana a New York Faida italo-americana a New York Giuliani vota Cuomo per far dispetto a D'Amato ALLEANZA TRASVERSALE AWASHINGTON prima vista potrebbe sembrare una lotta tra bande rivali di italo-americani in politica. L'italo-americano Rudolf Giuliani, sindaco repubblicano di New York, ha annunciato ufficialmente, e a sorpresa, che appoggerà la rielezione dell'italo-americano Mario Cuomo, democratico, a governatore dello Stato contro il candidato repubblicano sostenuto dal potente senatore italo-americano Alphonse D'Amato. In realtà, nel produrre quello che finora è uno dei più straordinari colpi di scena della campagna per le elezioni di medio termine, hanno cooperato molte componenti, tra le quali quella etnica è l'unica del tutto assente. Giuliani ha sudato a lungo prima di fare l'annuncio e anche nel farlo. Ci sono state parecchie notti a panini di tacchino e caffè forte alla Gracie Mansion prima che il sindaco raggiungesse assieme ai suoi collaboratori la decisione definitiva. Giuliani non aveva mai nascosto la sua antipatia per George Pataki, il candidato repubblicano appoggiato da D'Amato. In un primo tempo, tuttavia, sembrava orientato a rimanere neutrale. Ma la neutralità, ha detto un collaboratore del sindaco, «non ò nel suo carattere». Così Giuliani ha deciso di buttarsi e lo ha fatto con particolare foga. Ha attaccato duramente Pataki per la sue posizioni «vaghe» e come un candidato «guidato passo per passo da altri», trasparente allusione a D'Amato. Di fronte a Pataki, Cuomo è un «candidato di cambiamento» anche se è già stato governatore per 9 anni. Pataki ha reagito al tradimento di Giuliani con una certa classe. «Io sarò un ottimo governatore - ha detto - come Giuliani è un ottimo sindaco». D'Amato non ha nascosto di sentirsi il vero bersaglio del¬ l'annuncio di Giuliani con un commento più aspro: «Il sindaco sbaglia». La ragione più esplicita e, forse, anche determinante, nella mossa di Giuliani è semplice. Pataki e D'Amato rappresentano la parte alta dello Stato di New York e non nutrono un grande interesse per New York City. Giuliani teme che i programmi di tagli fiscali annunciati da Pataki si risolvano in un calo di sovven- zioni per la città che deve governare. Cuomo, invece, ò un newyorkese puro (è nato nel Queens) e sarà presumibilmente più sensibile ai problemi della città, anche per il debito di gratitudine che adesso ha con Giuliani, che ha ringraziato di cuore apprezzandone «il coraggio». Ma c'è anche un problema più di fondo. Giuliani è repubblicano, ma il suo mito è Fiorello La Guardia, un altro re¬ pubblicano che governò New York con spirito bipartitico. Non a caso, all'interno del partito, Giuliani è un moderato che cerca di stringere rapporti con altri moderati. D'Amato appartiene all'ala destra del partito, i «conservative», e sarebbe comunque un ostacolo alle ambizioni politiche nazionali che Giuliani nutre apertamente per il futuro. Giuliani non ha fatto altro che anticipare uno scontro che sarebbe stato comunque inevitabile nel tempo. I repubblicani dello Stato l'hanno comunque giurata al sindaco: «Tutti ci penseremo due volte prima di appoggiarlo ancora», ha detto uno di loro. Ma molti pensano che Giuliani abbia fatto il calcolo giusto: se Cuomo vincerà sarà in una botte di ferro. Se perderà, Giuliani sarà invece nei guai: ma lo sarebbe stato comunque. Paolo Passarmi II sindaco repubblicano di New York Rudolph Giuliani e il governatore democratico Mario Cuomo

Luoghi citati: New York