Killer italiano per il Di Pietro francese

Una soffiata sventa l'agguato. L'inchiesta di Van Ruymbeke ha già costretto un ministro alle dimissioni Una soffiata sventa l'agguato. L'inchiesta di Van Ruymbeke ha già costretto un ministro alle dimissioni Killer italiano per il Di Pietro francese Doveva uccidere il giudice antitangenti MANI PULITE IN EUROPA U PARIGI N killer italiano e due francesi per uccidere Renaud Van Ruymbeke, il Di Pietro transalpino. Giorno fatale, il 24 ottobre. Luogo, Rennes, capoluogo bretone ove il giudice vive e lavora. Compenso, 300 milioni. Movente, bloccare le indagini sui fondi neri in Lussemburgo che alimenterebbero il governativo Parti Républicain. Solo una provvidenziale «soffiata» ha permesso di impedire l'omicidio. Ma il pericolo era reale, come tostimonierebbero le draconiane misure prese da lunedì scorso per proteggere Van Ruymbeke. E' stato il quotidiano lorenese «Est Républicain» a rivelare ieri mattina, in esclusiva, la clamorosa vicenda. Uno scoop. Ma che solleva numerose perplessità fra la concorrenza. E non solo per invidia. Scrive «Le Monde» che 1'«informatore» propose le sue rivelazioni a diversi quotidiani. Tranne il giornale di Nancy, nessuno abboccò, per timore che l'uomo fosse un mitomane, manipolato - chissà - da terzi. Eppure dopo alcune ore convulse nella tarda mattina dall'agenzia «Franco Presse» giungeva una parziale conferma. Reale il complotto. E 4 i personaggi alla macchia. Incluso il misterioso confidente. La polizia li ricerca sull'intero territorio nazionale e all'estero, ma senza fornire i nomi per non compromettere le indagini. Unica smentita (però di rilievo): tra l'omicidio e i dossier politicogiudiziari di Van Ruymbeke non sussisterebbe alcun legame. La storia - scrive l'«Afp» lasciando nel vago le fonti - ò assai più banale. Droga. Il giudice aveva tra le mani un'inchiesta sul narcotraffico. E qualcuno, vistosi in pericolo, si era deciso a farlo uccidere. Chi? «Personaggi di secondo piano». Ma balza agli occhi una grande sproporzione. Assassinare il sorvegliatissimo magistrato più celebre di Francia per chiudergli la bocca su un caso minore sembra mossa dilettantesca. E i sicari erano forse balordi, nulla più. Anche il «contratto» mafioso non convince. Quando la vittima si chiama Van Ruymbeke, un milione di franchi da spartirsi in 3 ò poca cosa. Le minacce vengono in ogni caso prese sul serio. La moglie e il figlio del magistrato sono da tre giorni «in vacanza», irreperibili. E numerosi gorilla proteggono Renaud Van Ruymbeke. Se ne occupa il Gipn, l'elite della Police Nationale. Analoga protezione per Philippe Courroyc, che indaga sull'ex ministro rpr Alain Carignon, in carcere a Lione (appalti tangentosi). Il suo collega bretone è invece alle prese con Gerard Longuet, dimessosi dal governo Balladur per le irregolarità finanziarie del Pr e sue perso¬ nali. Due ministri nella bufera, e i rispettivi giudici ormai ufficialmente «assassinabili». Co- me non ipotizzare un legame causa-effetto? Da Tangentopoli al crimine di sangue il passo non è così lungo. In ogni caso, l'escalation sul binomio politica-corruzione si annuncia inarrestabile. Solo tre mesi fa pareva un fuscello. Ma ormai è trave nell'occhio di Balladur. Ogni giorno reca nuove voci su autorevoli corruttele. Lo stesso ministro alla Giustizia, Pierre Méhaignerie, avrebbe qualche cadavere di troppo nell'armadio. Il premier finisce così per ritrovarsi alle prese con una situazione ingestibile, che infanga l'Esecutivo e compromette le sue chance presidenziali. Ne gongola la Gauche e ancor più la Destra populista. Che da ieri ha una nuova arma per sparare sui «politici da galera». Si chiama «Le Francois», tabloid di 12 pagine quotidiane per risvegliare la maggioranza silenziosa, quelli che ritengono impresentabile Le Pen suggerendogli una «cura Fini». Sul primo numero, copertina e quattro pagine fotografano la decadenza in seno alle istituzioni repubblicane. Titolone, «Divorzio all'italiana». Occhiello: «Tra i francesi e la classe politica». Le analogie Roma-Parigi sono vistose. Ma il parlamentare rpr (gollista) Alain Marsaud s'incarica di renderle ancora più chiare. E propone una legge sul pentitismo tangentaro che premi, fra i politici, le «gole profonde». Modello, la legislazione antiterroristica italiana. La Gauche insorge con sdegno. Teme si scatenino «notti dei lunghi coltelli», ove la delazione regni sovrana e la V République smarrisca ogni residuo prestigio. Ma il clima, piaccia o meno, in fondo è ormai quello. Enrico Benedetto Esordisce il giornale della nuova destra «Via il governo dei corrotti» Il giudice Van Ruymbeke e l'ex ministro dell'Industria Longuet

Luoghi citati: Europa, Francia, Lione, Lussemburgo, Nancy, Parigi, Roma