«Al diavolo Robin Hussein e Clinton» di Aldo Baquis

«Lutto» nel giorno della firma: no al controllo giordano sui Luoghi santi di Gerusalemme «Lutto» nel giorno della firma: no al controllo giordano sui Luoghi santi di Gerusalemme «Al diavolo Robin, Hussein e Clinton» Arafat rovina la festa della pace tra Israele e Giordania Un ordine di mobilitazione generale è stato emesso da tutte le forze politiche palestinesi (dai pragmatici di «Al Fatah» fino ai fondamentalisti di «Hamas») in occasione della firma oggi - al valico di Arava, a Nord del golfo di Aqaba - degli accordi di pace fra Israele e Giordania, alla presenza di re Hussein, del premier Yitzhak Rabin e del presidente Usa Bill Clinton. Mentre le telecamere di decine di reti televisive straniere trasmetteranno in diretta via satellite le immagini della grandiosa cerimonia di pace, i palestinesi osserveranno una giornata di «lutto nazionale». Come nei giorni caldi dell'Intifada in Cisgiordania sono previsti scioperi, cortei, dimostrazioni. La polemica fra re Hussein e il presidente dell'Autorità palestinese Yasser Arafat innescata dal riconoscimento da parte di Israele della priorità degli hashemiti nel controllo dei Luoghi santi islamici a Gerusalemme - è stata inasprita ieri da nuovo dichiarazioni del leader dell'Olp: «Gerusalemme - ha detto a tremila giovani plaudenti nel cortile del Collegio islamico - sarà la capitale della Palestina per l'eternità. Chi non è daccordo, può bersi l'acqua del mare di Gaza», cioè: vada al diavolo. Ieri intanto Rabin ha deposto davanti alla Knesset sugli accordi di pace con la Giordania e ha detto ai deputati che «ora che, dopo 46 anni di ostilità, la strada per Amman ò stata finalmente aperta, il popolo ebraico ha compiuto un nuovo passo che rafforzerà la sua posizione nella patria storica». Per una volta, dai banchi dell'opposizione di destra non sono giunte né osservazioni caustiche né veementi proteste: sulla pace con re Hussein, chi più chi meno, in Israele sono d'accordo tutti. In serata, dopo un dibattito durato dodici ore, 105 deputati si sono pronunciati a favore degli accordi, tre contro e sei si sono astenuti. Nel 1979, gli accordi di Camp David con l'Egitto ottennero 95 voti a favore. La cerimonia della firma al valico di Arava, ha detto Clinton, non sarà solo una celebrazione, ma l'occasione per portare avanti il processo di pace «lungo la via della speranza indicata da Israele e Giordania». Parole dirette a quei palestinesi che denunciano gli accordi fra Israele e Olp e anche al presidente siriano Hafez Assad, per incoraggiarlo a procedere nel negoziato con Israele. Non a caso, appena atterrato al Cairo (dove incontrerà il presi¬ dente Hosni Mubarak e il leader palestinese Arafat), Clinton renderà omaggio alla tomba di Anwar Sadat, il presidente egiziano ucciso nel 1981 da un sicario islamico che voleva «punirlo» per aver firmato la pace con Israele. Alla cerimonia al valico di Arava presenzieranno delegazioni da vari Paesi arabi che non intrattengono relazioni con Israele (fra cui il Pakistan), mentre saranno assenti Mubarak e Arafat, non invitati. A molti osservatori in Israele la loro esclusione è apparsa più ancora che uno sgarbo un errore politico, mentre entrambi sono impegnati ad affrontare in casa gli stessi integralisti islamici che minacciano lo Stato ebraico e il regno hashemita. Nel timore di nuovi attentati islamici (dopo la strage di Tel Aviv del 19 ottobre) ventimila soldati, agenti e guardie di frontiera sono stati mobilitati in Israele per proteggere la firma della pace e, giovedì, la visita a Gerusalemme del presidente Clinton. Nella sola Gerusalemme saranno dislocati 5000 uomini, incaricati di sgomberare strade, perlustrare tetti e cortili e stendere attorno all'uomo più importante del mondo una rete protettiva «a prova di Hamas». Ad annunciare al Medio Oriente il raggiungimento della pace fra Israele e Giordania saranno otto salve di cannone, dirette verso il Golfo di Aqaba. Poi le orchestre filarmoniche dei due Paesi suoneranno gli inni nazionali, mentre generali a riposo si mescoleranno fraternamente e si scambieranno doni. «Se fosse una normale produzione teatrale - ha detto un giornalista israeliano dopo le prove - diremmo che è fra lo stucchevole e il kitsch». Non mancheranno le due bambine (israeliana e giordana) incaricate di distribuire mazzi di fiori. Ieri intanto un'improvvisa bufera del deserto ha investito un tendone dove si trovavano i palloncini colorati che avrebbero dovuto essere lanciati oggi: questi si sono impennati verso il cielo e sono scomparsi sopra i tetti di Aqaba. La ventata ha anche spazzato via buona parte delle migliaia di seggiole di plastica predisposte per gli ospiti: oggi, per evitare sorprese, le consorti di re Hussein, di Rabin e e di Clinton saranno accomodate su tre pesanti poltrone di legno fatte giungere appositamente in volo da Amman. Aldo Baquis Ventimila soldati proteggeranno il presidente Usa DELEGAZIONI Al NEGOZIATI DEI DUE PAESI LA CERIMONIA DI PACE Il leader palestinese Arafat non è stato invitato (come Mubarak) alla grande cerimonia della pace