«Agnelli? Come la Madonna Avevo la sua foto sul tavolo» di Massimo Gramellini

«Agnelli? Come la Madonna Avevo la sua foto sul tavolo» «Agnelli? Come la Madonna Avevo la sua foto sul tavolo» IL DISCORSO LMELFI A penna scorre in silenzio per oltre mezzo minuto, prima di arabescare con il consueto autorapimento la B panciuta e voluttuosa del cognome: Berlusconi. «Ha scritto una poesia», scherza Giovanni Agnelli, riprendendosi il librone foderato in vitello con la dedica dell'ospite. Eccola: «Il mio apprezzamento più caloroso per questa iniziativa coraggiosa». Un tentativo di rima affiora, e poi, dice Cesare Romiti, «non si può essere tutti Montale». Infatti, mai come stavolta conta il pensiero. Al romanzorie infinito sui due uomini più mitizzati d'Italia la giornata di ieri aggiunge un capitolo di lirismo azicndalista, che tocca il suo culmine quando Silvio Berlusconi si alza in piedi e, facendo di se stesso - per un attimo - l'emiliofede dell'Avvocato, gli dichiara pubblicamente il suo amore. «Lo so che mi daranno addosso per quello che sto per dire», esordisce col sorrisone dei momenti magici, «ma da giovano io invece della Madonna avevo la sua foto sulla scrivania». Sobbalzano un paio di prelati seduti in prima fila, ridacchia il ministro Vito Gnutti nonostante i tristi calzini grigi, va in tilt un giornalista dietrologo che si attacca al telefonino per spiegare al suo direttore come in realtà quel riferimento alla Madonna sia una chiara allusione polemica al presidente Scalfaro... L'unicoa prendere la cosa nel modo giusto, e cioè con un lieve e compiaciuto imbarazzo, è proprio Agnelli, che sbatte la mano come per scacciare una mosca, anzi una farfalla: fasti¬ diosa ma pur sempre gradevole. «Dice che Agnelli è la Madonna perché lui si crede Gesù Bambino», commenta un inevitabile anonimo in giacca di gabardine. Battuta buona, previsione facile. E confermata poco dopo da Berlusconi medesimo: «L'Avvocato per me era il mito. Un po' come succede adesso a me, con tanti ragazzini che mi scrivono, vogliono conoscermi». Amarsi così, senza pudore. Bellissimo, umano, quasi inevitabile nel giorno in cui si realizza il sogno della tua vita. Quando l'uomo della foto sulla scrivania, diventato l'Avvocato in carne ed ossa, ti chiama «signor presidente del Consiglio» davanti a ministri, prelati e magnati. Berlusconi parla e ascolta a braccio, a mano, a nocche. Tamburella nervoso durante il discorso del sindaco (anche Agnelli sembra fissare un punto lontano), si alza a congratularsi con l'operaio Lodovico Esposito, infine improvvisa un discorso molto berlusconiano, dove gli stabilimenti di Melfi sono «luccicanti» e la mafia ha ventimila «operatori». E quando si avvicina un deputato locale di Alleanza Nazionale, Berlusconi tronca i salamalecchi e va al sodo: «Bravo, bravo, siete alleati fidatissimi. Ma mi dica: come sono andato? Un buon discorso, pieno di riferimenti al Sud, non trova?». Perché poi anche l'uomo-mito, a cospetto del mito-originale, ha bisogno di certezze. Rinfrancato, sale sul pulmino aziendale per la visita ai robot. Si parte, divani a due, è un gioco delle coppie: Cantarella vicino a Pagliarini, Romiti con l'altro ministro leghista, il Gnutti, tanto felice perché può finalmente chiarire «certe incomprensioni» avvenute in passato. E poi naturalmente Berlusconi al fianco di Agnelli, mentre il direttore dello stabilimento, il giovane Daniele Bandiera, dietro i suoi occhialoni da primo della classe simpatico illustra le meraviglie telematiche agli ospiti, sparando una raffica di «ed ecco a voi...» che suscita l'ilarità di Cantarella: «Ha intenzione di continuare la sua Lrillante carriera di presentatrice?». Il pulmino si ferma quindi alle presse e alla graffatura, per consentire un paio di bagnetti di folla (in tuta) a Silvio Berlusconi: «Dovete essere orgogliosi di lavorare in un posto come questo». Il viaggio finisce davanti al pannello luminoso che tiene il conto delle Punto sfornate dal giorno d'apertura: sono 74.324 quando Agnelli & C. si infilano nel self-service per mangiare formaggio lucano al peperoncino e parlare del viaggio berlusconiano in Russia. Gnutti è sempre più felice. Non c'era nessun leghista alla famosa cena di casa Agnelli, un mese fa, «stavolta invece ci siamo, almeno a pranzo», e buon appetito. Silvio Berlusconi scompare in una stanza con il consiglio di fabbrica. La porta si riapre soltanto al momento dei saluti: si intravede un Berlusconi gesticolante che si congeda dai sindacati alla sua inconfondibile manier : «E mi raccomando: fate i bravi». Massimo Gramellini Poi ha incontrato gli operai «Dovete essere orgogliosi di lavorare in un posto così» 'ièsi

Luoghi citati: Italia, Melfi, Russia