Berlusconi da Melfi: la ripresa adesso c'è

«Fiat non sacrifica il Nord ma un dipendente su tre lavora nel Mezzogiorno» Il capo del governo inaugura con il presidente della Fiat lo stabilimento che produce la Punto Berlusconi da Melfi: la ripresa adesso c'è Agnelli: il Sud, una risorsa MELFI DAL NOSTRO INVIATO Là dove c'era l'erba, ora c'è una cittadella industriale: immensi capannoni con al lavoro 3600 dipendenti che presto diventeranno 7 mila. Racconta Berlusconi: «Passando con l'elicottero su tutto le costruzioni luccicanti e sulle altrettanto luccicanti automobili Punto della Fiat ho provato una grandissima gioia come italiano che vede qualcosa di magico che ò stato realizzato». In appena due anni e mezzo, a Melfi e sorto uno dei più grandi e innovativi stabilimenti d'Europa. E ieri è Berlusconi a inaugurare gli impianti. Al suo fianco c'è Giovanni Agnelli, il presidente della Fiat che non nasconde l'orgoglio per questo insediamento in Basilicata, cioè nel Sud svantaggiato. Lo stabilimento, dice Agnelli, «è testimonianza del rinnovamento della Fiat e insieme simbolo della possibilità di sviluppo del Mezzogiorno». L'Avvocato pronuncia il discorso ufficiale precedendo Berlusconi. La soddisfazione aziendale si mischia agli apprezzamenti del premier che sottolinea: «Non faccio fatica a fare i complimenti». E i complimenti diventano un insolito elogio ad Agnelli. Dice Berlusconi: «Invece della Madonna, e so che qualcuno se la potrà anche prendere sentendo questa mia affermazione, ho avuto la foto dell'avvocato Agnelli sulla scrivania». L'Avvocato ascolta sorpreso e solleva il braccio, quasi volesse invitare il capo del governo a non esagerare con le lodi. Ma Berlusconi spiega di aver considerato Agnelli un modello, tenendo presente che «se le cose andavano bene per la Fiat andavano bene per il Paese». Poco dopo, è Agnelli a rispondere, citando un vecchio presidente della General Motors e ricordando che il bene di tutta l'industria coincide con quello di lutti i cittadini. Alla fine della visita allo stabilimento, Berlusconi precisa poi che quella sulla Madonna è, «per carità, solo una battuta» in riferimento al fatto che chiunque cominci l'attività di imprenditore si pone «sempre un modello positivo». Ma le osservazioni contenute nel suo discorso vanno al di là delle persone. Da Berlusconi arriva un grosso riconoscimento per il ruolo della grande industria, definita «apripista per l'economia». Le iniziative delle maggiori aziende possono cioè dare spinta allo sviluppo del Paese. Agnelli ricorda il lavoro compiuto e la visita effettuata con il cantiere aperto un anno e mezzo fa dall'allora presidente del Consiglio Ciampi: quella di ieri coincide invece con il completamento dello stabilimento. Agnelli rivendica il coraggio della Fiat che ha concepito l'impianto di Melfi, con un impegno di 4671 miliardi, «in un momento particolarmente problematico per l'economia nazionale ed internazionale». E più in generale gli investimenti del gruppo hanno toccato quota 7 mila miliardi, raggiungendo «il suo punto più alto lo scorso anno, l'anno più difficile per l'azienda come per tutto il Paese». La Fiat è convinta di aver già compiuto il massimo sforzo per favorire il rilancio dell'economia. E Agnelli si aspetta ora un positivo contributo dal governo: «Noi abbiamo fatto la nostra parte, ora loro devono fare la loro». E' l'intero apparato dello Stato che deve essere attivo: mentre è sorto «a tempi di record» lo stabilimento di Melfi, «non si può dire che eguale velocità abbia caratterizzato l'amministrazione pubblica». Devono perciò essere accelerati «i tempi di realizzazione delle infrastrutture»: i collegamenti con la fabbrica sono ancora disastrosi. E inoltre deve concludersi «l'iter burocratico conseguente al contratto di programma» sottoscritto nel novembre 1991 dall'azienda e dal governo. E «tale conclusione» è indispensabile per il via ai «finanziamenti stabiliti dalla legge» e giudicati ammissi- bili dalle autorità europee. Si tratta di 1355 miliardi di oneri a carico dello Stato. Berlusconi si preoccupa di tutte le iniziative che interessano le regioni meridionali e che il governo deve fa¬ vorire. E assicura: «Lo Stato deve mantenere i suoi impegni». Il capo del governo giudica Melfi «un esempio» da imitare: si tratta cioè di un grande contributo alla ripresa economica, «forte e vigorosa». Il premier sostiene che la ripresa «si fonda soprattutto sulla fiducia» che sarebbe stata ispirata dalla costituzione del suo governo. Ma attenzione: la ripresa si avverte «soprattutto nelle aree industriali» tradizionali del Nord e questo rischia di «aumentare le distanze» verso il Mezzogiorno. Ecco perché un'ampia j parte del discorso è dedicata alle | iniziative che si possono adottare | per favorire il recupero delle regioni più arretrate. Berlusconi vede segnali positivi nel lavoro compiuto a Melfi e evidenzia le risorse del Mezzogiorno al quale «il Padreterno» ha fatto «regali straordinari». Il riscatto è perciò possibile perché le regioni meridionali hanno «dei figli che sanno fare il meglio». Ma oggi il Sud è una realtà contraddittoria. C'è voglia di impe¬ gno: «Da questa terra vogliamo lanciare la nostra sfida come un atleta che, stabilito un record, lo considera il nuovo primato da abbattere» fa presente Ludovico Esposito, l'operaio della linea montaggio che interviene subito prima di Agnelli. Ma c'è anche disperazione: «Qui la disoccupazione arriva al 30% della popolazione attiva e al 50% per le donne» puntualizza il sindaco, Brescia. Si punta a uno sviluppo nazionale equilibrato. Agnelli osserva che la Fiat ha scelto di investire in Basilicata, preferendola a Paesi come Portogallo, Irlanda e Spagna che offrivano consistenti incentivi per l'eventuale insediamento sul loro territorio. Il Mezzogiorno può essere «una preziosa risorsa per lo sviluppo di tutto il Paese». La Fiat dispone nel Sud di 50 mila dipendenti su un totale di 150 mila, uno su tre: «Il Nord non sarà mai sacrificato, ma la stessa proporzione sarà mantenuta in futuro». Vengono sollecitate migliori condizioni operative: in particolare Agnelli chiede che «il costo del lavoro sia adeguato al costo della vita». Con un sistema simile alle vecchie gabbie salariali (ovvero stipendi più bassi al Sud) si immagina di agevolare l'occupazione. Berlusconi parla della prossima creazione al ministero del Bilancio di una task force, un gruppo di pronto intervento per il Sud. Ma assicura anche un suo «diretto impegno personale». E non abbandona mai la sua sicurezza sui possibili progressi del Sud e dell'Italia intera, «con l'ottimismo di cui siamo ancora capaci». Roberto Ippolito «Fiat non sacrifica il Nord ma un dipendente su tre lavora nel Mezzogiorno» «Adesso ci aspettiamo che anche il governo faccia bene la sua parte» A sinistra il presidente della Fiat Giovanni Agnelli con Silvio Berlusconi A destra Gnutti, Agnelli, Berlusconi e Pagliarini durante l'inaugurazione dello stabilimento di Melfi