I fumi azzurri dei rifiuti svizzeri mandolini e camerieri compiacenti di Vittorio Zucconi

Ifumi azzurri dei rifiuti svizzeri; mandolini e camerieri compiacenti Ifumi azzurri dei rifiuti svizzeri; mandolini e camerieri compiacenti a qualunque persona di contare qualcosa, nessuno si sogna di dire 0,1, 2..., ma tutti sempre 1, 2, 3... Lettera firmata «La signora Wells non conosce i ravioli» Ho letto prima con sorpresa, poi con rammarico l'articolo che la signora Wells ha dedicato sull'Herald Tribune alla cucina italiana e al mio ristorante in particolare. Una critica costruttiva non mi ha mai offeso, ma la mia sensazione è che la giornalista non avendo migliori o più qualificate occasioni per far parlare di sé, abbia trovato il modo di farsi pubblicità sparando a zero su coloro che altri non meno qualificati critici considerano invece ai vertici della cucina italiana. Innanzitutto penso che abbia una conoscenza molto approssimativa della moderna cucina creativa italiana, altrimenti non avrebbe mai potuto accostare me e Gualtiero Marchesi a quella gastronomia i cui piatti «parlano con accento francese». Tutto questo per me e Gualtiero, che facciamo cucina senza fondi di cottura, quasi senza legamenti creinosi, con cotture abbreviate e con cento altri ingredienti che non sto qui ad esporre, è a dir poco ridicolo: così come chiamare «unta» una zuppa di gorgonzola (è un'ovvietà oltre che una sciocchezza) o il troppo «arrostito» pollo di Gualtiero. Quanto al particolare commento sui ravioli, evidenzia una totale incultura circa questo speciale tipo di pasta. Concludo ricordando che il pane, dalla signora tanto disprezzato, è uno dei punti fermi e più apprezzati della cucina mediterranea; io ne propongo un grande assortimento artigianale (lo fa la mia mamma) che ha origine dalla fantasia e dalla tradizione. Cara signora Wells, come vede e riuscita a farmi arrabbiare. Io, tuttavia, non le serbo rancore e, a dimostrazione di ciò, sarò felice di sedere al suo stesso tavolo in una di quelle colorite trattone che, co- RISPONDE O.d.B. cevute e ha vibratamente varato una poderosa strenua campagna contro la Piovra, telefilm che disonora l'Italia all'estero, che dell'Italia conoscerebbe, a detta berlusconica, solo la mafia, la pizza e il Milan. Egregio signor Del Buono, le scrivo fiducioso di conoscere il suo autorevole parere. Sono convinto che il maggior castigo per mafiosi o politici che tali si son rivelati sarebbe il totale disinteresse nei loro confronti, almeno da parte dei quotidiani a cui non mancano ceitamente argomenti più importanti da trattare. Purtroppo, non avviene, e mi riferisco alla rilevanza che si è data all'operazione ad un piede subita da Bettino Craxi. Mia cognata ha dovuto subire, in 10 anni di malattia irreversibile, la ripetizione di un'operazione malriuscita ecc.. amo nti si può A livello d'informazione andiamo veramente maluccio. Un altro lettore di Torino, il signor Franco Depetrini, mi segnala: «Caro O.d.B., ecco un piccolo (ma significativo) esempio della nuova informazione "versione Berlusconi". Giovedì, ore 7,30 giornale radio Rai2, intervista a Kissinger. L'intervista non ha altre finalità di informazione, se non quella di fargli dire che Alleanza nazionale non spaventa più gli ambienti internazionali. Poi Kissinger si dichiara fiducioso nella democraticità di Berlusconi, dicendo: "I have confidencc" (ovvero: "Ho fiducia"). Traduzione di Rai2: "Ho enorme fiducia...". Dove l'enorme se l'è inventato il Minculpop bcrlusconiano...». Andiamo avanti sinché si può, gentile signor Depetrini, godiamoci l'enormità della fiducia di cui ci ricolma l'Estero come del definitivo trionfo sulla Piovra, Rughi e Perraglia... Silvio Odasso, Torino GENTILE signor Odasso, non credo che la sua sfortunata cognata sia stata a capo negli ultimi dieci anni di un partito scarso quanto ad affiliati, ma strapotente politicamente. E non credo neppure che la sua sfortunata cognata abbia addotto la mancata presenza a un processo intentabile dallo Stato all'operazione bis subita a un piede. Il mio parere non è affatto autorevole, ma vale quanto il suo che vorrebbe annullare le notizie sulla mafia e altre delinquenze organizzate in maniera da rendere il nostro Paese più bianco del bianco al pari di un qualsiasi detersivo. Persino il nostro capo del governo, dopo aver parlato in Russia di una mafia di pochi esemplari, al ritorno in patria si è come al solito corretto davanti alle critiche ri- Andavasinché fettuate ipotesi di rischio per la salute umana. Anzi, in considerazione delle modeste quantità rilevate e sulla base dei dati riportati in letteratura, si ritengono tali quantità poco significative dal punto di vista tossicologico. A. Sturaro, G. Parvoli R. Rella e L. Doretti Cnr di Padova L'Aids a Haiti e la solidarietà L'Ambasciata della Repubblica di Haiti vi presenta i suoi complimenti e si pregia di far rilevare una dichiarazione apparsa sul vostro quotidiano in data 16 settembre '94, che chiediamo di smentire. Citazione: dalla prima pagina «I rischi di un blitz» (pagina due). «Il problema, sia chiaro, non è di tipo militare. Lo sbarco e l'occupazione di Haiti saranno nient'altro che un'esercitazione per il Pentagono, conclusa in poche ore. Le forze armate haitiane sono una sanguinaria armata brancaleone, dotata di una sola motovedetta, due vecchi aerei ad elica e 7 autoblindo. Ci saranno più rischi di malattie veneree che di proiettili nemici, per gli invasori, in questa sciagurata isola usata per anni come bordello per turisti e trasformata in una delle massime incubatrici di Aids nel mondo». In primo luogo, a partire dal 1986, pochissimi turisti si sono avventurati nel Paese, per la prevalente situazione di disagio interno; non ci risulta affatto che questa povera isola sia stata «usata come bordello» (vs. citazione, pagina due). In un Paese dove i valori umani, civili e familiari sono ancora così forti da orientare la condotta stessa del Paese verso un comportamento molto dignitoso anche nell'estrema povertà, nella quale è stato trascinato da un susseguirsi di governi dittatoriali o «ad interim», a detta di illustri studiosi. Per quanto concerne l'asserzione riguardo la presenza dell'Aids a Haiti, vi preghiamo di illustrarci la vostra fonte informativa; nel mentre, le statistiche ufficiali più recenti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità indicano una tendenza completamente opposta a quella da voi citata. L'affermazione che Haiti risulterebbe essere «una delle massime incubatrici di Aids nel mondo» (vs. citazione pagina due) è stata smentita più volte da vari organismi internazionali e dallo stesso Dipartimento della Sanità degli Stati Uniti da parecchi anni. Ambassade de la République d'Haiti, Roma Ha ragione il governo della Repubblica di Haiti nel far notare che la situazione sta mostrando qualche segno di miglioramento. Purtroppo, la diffusione del virus, legata alla prostituzione bisessuale figlia diretta della immensa miseria di quello e di altri Paesi del Caribe, è un flagello troppo documentato perché vi siano dubbi. Fino al 1985, Haiti era classificata dal Center for Disease Control di Atlanta, come una delle tre massime «ragioni di rischio». Ancora nel 1987, i dottori Pape e Liau, haitiani e autori di numerosi articoli scientifici su pubblicazioni internazionali, dichiararono a Life: «Il numero di portatori del virus potrebbe raggiungere il milione di persone» nel corso degli Anni 90, su una popolazione complessiva di 6 milioni (Li/e, agosto 1987). Lo scorso anno, nel 1993, il Senato americano ha addirittura rinnovato l'embargo d'immigrazione contro i portatori haitiani di Hiv, nonostante le proteste di molti leader politici americani. Nascondere le dimensioni della tragedia per orgoglio nazionale è inutile, come sarebbe ingiusto esagerarla. Non resta che estendere invece alla nuova Repubblica Haitiana la nostra solidarietà e il nostro aiuto. Vittorio Zucconi