«Lascio Palermo troppi rischi»

Lettera di un sacerdote: ho ricevuto minacce per la mia attività pastorale Lettera di un sacerdote: ho ricevuto minacce per la mia attività pastorale «Lascio Palermo: troppi rischi» Nelle sue omelie aveva invitato a ribellarsi alla mafia La decisione concordata con l'arcivescovo Pappalardo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A dieci giorni dalla nuova visita del Papa in Sicilia (sarà dal 4 al 6 novembre a Catania e poi a Siracusa) un altro sacerdote a Palermo è stato pesantemente minacciato. E' don Roberto Zambolin, 45 anni, veneto. Per prudenza il cardinale Pappalardo e il padre provinciale dell'ordine dei missionari del Sacro Cuore l'hanno fatto allontanare. Il prete è ora «al sicuro» in un istituto religioso in Vaticano. «Un nuovo ed angustioso caso» è detto in una nota della curia fatta diffondere dal cardinale Pappalardo. L'arcivescovo ha definito l'attività di don Zambolin «di cristiana e civile promozione». Immediate le reazioni. Il gesuita Ennio Pintacuda, ispiratore del movimento La Rete di Leoluca Orlando, ha invitato don Zambolin a tornare in città e a riprendere il suo posto. E il senatore Carmine Mancuso, da un po' in dissenso con La Rete, ha parlato di «una svolta che tarda e in cui si era sperato dopo l'omicidio di don Pino Puglisi». Nella città in cui alcune parrocchie sono sorvegliate dai soldati nell'ambito dei «Vespri siciliani» (l'operazione antimafia in cui da due anni l'esercito controlla alcuni possibili bersagli dei boss) la notizia ha suscitato impressione. Vi sono già preti con la scorta come i parroci Paolo Turturro, Antonio Garau, Giacomo Ribaudo che si muovono preceduti e seguiti da «gorilla» dei servizi antimafia armati di tutto punto. Ma padre Zambolin, da tre anni parroco della chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù nel rione borghese Malaspina (lo stesso dell'omonimo carcere minorile dalla cui realtà sono venuti fuori film come «Mery per sempre»), non ha voluto la scorta. Non l'ha neanche cercata. In una lettera ai parrocchiani letta domenica da uno dei vicari di Pappalardo, monsignor Giuseppe Gammino, il fuggiasco ha rilevato che la scorta l'avrebbe fatto diventare «un simbolo e un PALERMO LMONZA A romantica spiaggia di Malindi in Kenya è all'origine di una storia i cui ingredienti farebbero felice un romanziere rosa. Nella realtà invece ha reso infelice una giovane donna che si 6 vista abbandonare dal marito il quale, travolto dalla passione per una turista, si è sposato con il rito tribale e poi è scappato dal Kenya abbandonando tutto e tutti. A Cristina, 25 anni, la ragazza in questione, non è rimasto altro da fare che chiedere al tribunale di Monza il divorzio per bigamia, l'affidamento del figlio di 3 anni e un cospicuo assegno per il mantenimento. Lui 6 Andrea, 28 anni, innamorato della moglie, almeno così pensava Cristina, fino a quando non è comparsa la don- simbolo viene limitato nella sua attività pastorale». Una stoccata ai parroci antimafia di Palermo che secondo alcuni non sempre si sforzerebbero di sottrarsi alla pubblicità attorno a loro? Ma don Zambolin non ha risparmiato neanche i suoi parrocchiani, sostenendo che di fatto l'hanno lasciato solo dopo le sue ripetute reprimende contro spacciatori di droga, usurai, ricattatori del racket delle estorsioni. «E' l'intera comunità - ha scritto ai suoi temporaneamente ex fedeli che unita al suo parroco deve assumere il territorio, all'interno di un progetto pastorale robusto, come dimensione essenziale» e ha dichiarato: «Ai giovani avevo detto di venire a denunciare con me gli spacciatori alle autorità». «Non so se è stata la mafia - ha aggiunto - so che nel quartiere c'è un clan che gestisce l'illegalità: possiamo chiamarla mafia o criminalità». Monsignor Gammino ha detto: «Non è una fuga. La verità è che nella sua missione il sacerdote non avrebbe potuto andare avanti senza l'apporto di tutti». L'ultima telefonata anonima don Zambolin l'aveva ricevuta 15 giorni fa dopo una sua omelia in cui aveva ricordato il parroco del rione Brancaccio, don Puglisi, assassinato dai mafiosi. Don Zambolin a un anno da quel delitto aveva esortato i suoi parrocchiani «a seguire l'esempio di quel martire». Antonio Ravidà Padre Roberto Zambolin, il parroco della chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù, che ha abbandonato Palermo. Il IO ottobre aveva ricevuto una minaccia di morte

Luoghi citati: Catania, Kenya, Monza, Palermo, Sicilia, Siracusa