«Non intralciate Mani Pulite» di Susanna Marzolla

Il pg di Milano allarmato per i metodi dell'inchiesta ordinata da Biondi Il pg di Milano allarmato per i metodi dell'inchiesta ordinata da Biondi «Non intralciate Mani Pulite» Catelanifa pace con Borrelli MILANO. Stavolta Giulio Catelani, procuratore generale di Milano, ha voluto mettere nero su bianco, con un comunicato ufficiale, il suo pensiero. Che suona come un'evidente marcia indietro. «Nessun contrasto con Borrelli - dice in sostanza ho espresso solo differenti valutazioni giuridiche». Ma, soprattutto, il procuratore generale vuole distanziarsi da un'ispezione che rischia di diventare «generale rilettura delle attività giudiziarie». Proprio questo sembra stia infatti avvenendo, con gli ispettori che convocano anche chi non aveva presentato esposti (o li aveva presentati ma non era nei casi da esaminare) ed andando quindi al di là del mandato ricevuto dal ministro Biondi. Sembra infatti che al ministero siano stati convocati il consulente della Fininvest Massimo Maria Berruti, uno dei legali di Bettino Craxi e l'avvocato Spazzali per Cusani. Insomma, un'indagine a tutto campo sulle attività del pool milanese. E quindi, ieri in procura, «soddisfazione» per il cambio di rotta di Catelani, assieme a preoccupazione e, soprattutto, irritazione per quanto sta avvenendo a Roma. Ma cosa sta avvenendo? Piccolo passo indietro, all'ormai famosa intervista del procuratore capo, Francesco Saverio Borrelli che, in un passo, definisce Catelani come un possibile «pugnalatore» del pool. Si era infatti scoperto che Catelani aveva segnalato presunte «irregolarità» nell'attività della procura milanese. Ma il procuratore generale aveva minimizzato: «Corrispondenza di routine». Quale fosse questa «corrispondenza» si scopre la settimana scorsa. Qui entra in scena il ministro della Giustizia, Alfredo Biondi che, mentre il Csm sta per archiviare il «caso Borrelli», fa sapere di aver incaricato gli ispettori di indagare a Milano su una decina di casi «sospetti». Il primo della lista è proprio quello segnalato da Catelani: la perquisizione nella sede della Publitalia, nella primavera scorsa, che tanto «indignò» Berlusconi e che Catelani definisce «illegittima». A questo punto, tra Catelani e Borrelli scende il gelo. Palpabile anche in un'occasione distensiva come la partita magistrati-cantanti. Ieri la svolta. Catelani, alle quattro del pomeriggio, convoca i giornalisti e consegna una paginetta di comunicato. «Intendo ribadire - si legge - che ho espresso (sulla perquisizione a Publitalia, ndr) valutazioni giuridiche che non si concretizzavano in nessun modo in una richiesta di sanzioni disciplinari». Catelani prosegue: «Si deve evitare che l'attuale inchiesta del ministro possa influire sulla gestione dei processi in corso. Perciò mi auguro che si svolga nel più breve tempo possibile e si focalizzi su fatti ben definiti. Occorre infatti eliminare anche la sola impressione che l'indagine possa tradursi in una generale rilettura delle attività giudiziarie». E' il punto più significativo del messaggio, come sottolinea anche il procuratore capo Borrelli. Che accoglie con un sorriso e con «soddisfazione» le parole del collega. «Rilevo - dice come il pg concordi con la mia opinione, che le inchieste amministrative non possono estendersi al merito dell'attività investigativa, il cui controllo è affidato ai meccanismi del processo penale. E per questo si augura, come me, che l'ispezione non si allarghi all'intera indagine». Catelani dice ancora che «l'attività giudiziaria, in particolare quella così delicata della procura di Milano, deve svolgersi in un clima di serenità». E Borrelli, di rimando: «Sono d'accordo, ma né io né i mici sostituti abbiamo mai perduto la serenità. Neanche in questi giorni». Sarà anche vero, ma nessuno fa lo sforzo di nascondere il malumore per un'indagine ispettiva che sembra voler mettere l'intero pool sul banco degli imputati. Sintomatico è il caso di Berruti: arrestato per favoreggiamento, era rimasto in carcere due mesi; la Cassazione proprio il giorno in cui Biondi decide l'ispezione (quando si dice il caso...) annulla il mandato di cattura. Berruti viene intervistato, racconta la sua «odissea» ma aggiunge di «non voler entrare in polemica». Ci pensano gli ispettori, in sua vece: lo convocano a Roma, a quanto pare sorpassando persino i suoi avvocati. Susanna Marzolla Giulio Catelani procuratore generale di Milano

Luoghi citati: Milano, Roma