«Ho fatto come zia Marina»

«Ho fatto come zia Marina» «Ho fatto come zia Marina» ROMA. «Ho fatto come mia zia Marina». Silvio Berlusconi ha inframmezzato ieri la sua conversazione «al caminetto» di ieri mattina, con una notazione di carattere privato. Per giustificare alcune affermazioni sul suo ruolo, il Presidente del Consiglio ha così risposto al giornalista Livio Zanetti che lo intervistava: «Mi accorgo di aver fatto come la mia zia Marina. Io ho una zia che è molto anziana, che ha più di 80 anni e che un giorno ho trovato con un bellissimo vestito pieno di fiori, di grandi rose, che si guardava in uno specchio e diceva: "Marina, come te se bela, Marina come te se bela", cioè Marina, come sei bella». «E allora io le dissi - ha concluso il Presidente del Consiglio -: ma zia Marina, te lo dici da sola? E lei mi ha risposto: per forza, non me lo dice nessuno. Ma era una bella zia, lo confermo». [Adnkronos] Alla radio si è augurato che si possa aprire «un dialogo» con le opposizioni specie sulla legge finanziaria («siamo noi che attendiamo una risposta» ha ribattuto D'Alema), si è augurato che si possa evitare il nuovo sciopero generale del 12 novembre (dopo aver detto che gli scioperi generali non lo interessavano), ha dato il via libera alla nomina di Desario a direttore generale della Banca d'Italia (che non voleva), ha assicurato Bossi che non accetterà in Forza Italia transfughi della Lega. Di conserva, il ministro della Giustizia, Biondi, ha assicurato che non si vuole assolutamente togliere «tranquillità» e «serenità di clima» ai magistrati della squadra milanese di Mani Pulite. Tutto questo accade in un giorno solo con una cadenza martellante che, malgrado la calma apparente sulla superficie, pare rivelare decisivi movimenti sotterranei. E' la stessa insistenza degli uomini di Berlusconi a respingere ogni La presidente della Camera Irene Pivetti rapiglia loro malgrado, oppure erano intervenuti per respingere l'assalto o dividere aggrediti e aggressori. Oggi, dopo il lavoro alla moviola, Pivetti trarrà le sue conclusioni, e proporrà le sanzioni per ciascuno degli onorevoli coinvolti. Da Paissan, appunto, che gridava «tangentisti» rivolto ai banchi della destra anche dopo che la presidente l'aveva richiamato a toni meno violenti, ai sei o sette deputati di An che gli si sono scagliati contro. La sentenza finale spetterà poi all'assemblea di Montecitorio, e c'è già chi definisce un fatto «increscioso», capace di incrinare ulteriormente i rapporti fra le forze di governo, la passibilità che la maggioranza re- mico esteriore che voleva colpire tutti senza discriminazione alcuna. Ora, invece, quando quel nemico diverrà non solo un amichevole «vicino di casa», ma anche pretenderà dagli abitanti dello Stato ebraico un'integrazione nella cultura «orientalistica» dell'odiato nemico di ieri, sarà necessario procedere ad una revisione del carattere culturale dello Stato d'Israele. Gli Orientalisti (di solito, Ebrei provenienti da Paesi Arabi), che si sono sempre sentiti messi da parte dato lo spiccato carattere occidentaledelia cultura dominante, adesso drizzeranno la testa per influenza degli intensivi contatti turistici e commerciali con i vicini palestinesi, giordani ed altri, e pretenderanno che sia dato più spazio alla loro cultura finora sottovalutata. Di contro, può darsi che gli occidentalisti si sentiranno delusi temendo che la pace possa incrementare la levantinizzazione del loro Paese, quando gli arabi che non sono riusciti, con la forza delle armi, a far ritorno nella loro vecchia patria, potranno ritornarci adesso in forza di pacifiche sulla stessa definizione di chi è ebreo. La soluzione a questo problema potrà essere trovata non solo in una ragionevole iniziativa di moderazione dell'edonismo consumistico del laicismo: proprio i laici, sentendosi più forti, dovranno prendere in considerazione le richieste dei tradizionalisti e bisognerà cercare di riaprire fra le due parti un dialogo spirituale allo scopo di trovare, negli antichi testi e negli eventi religiosi della storia ebraica, degli elementi comuni utilizzabili come - per così dire - vitamine culturali da iniettare nella formazione della nuova società d'Israele. L'ambito del conflitto culturale fra Orientalisti e Occidentalisti non lia avuto anch'esso manifestazioni clamorose per il fatto elicle due parti in lizza si trovavano fianco a fianco in trincea dovendosi difendere da un comune ne¬

Persone citate: Berlusconi, Biondi, D'alema, Desario, Irene Pivetti, Livio Zanetti, Paissan, Pivetti, Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Israele, Roma