SE TAROCCHIAMO I PROVERBI ANNA NUOVA VITO NUOVO di Stefano Bartezzaghi

SE TAROCCHIAMO I PROVERBI ANNA NUOVA VITO NUOVO SE TAROCCHIAMO I PROVERBI ANNA NUOVA VITO NUOVO proprio un corollario del proverbio originale. Lo migliora, addirittura, perché prende di mira i maleducati, lascia stare gli handicappati, e insomma è politically correct. Seconda via: truccare i proverbi considerando il loro significato. E' quello che fa Giuseppina Ronzitti (Genova) quando mi dice che il significato del detto «non c'è più religione» è: «si esce da scuola un'ora prima». Queste due vie di manipolazione delle parole e del senso generale si incrociano continuamente. Vincenzo Forneris (Torino) racconta: «scorsi mio figlio a metà di un pomeriggio che rovistava nel frigorifero. Mi disse che stava cercando qualcosa da mangiare per merenda. - Ci sono delle noci nell'armadio sul balcone - risposi, e vedendo che mostrava poco interesse alla mia proposta, aggiunsi: Pan e nus, mahgé da spus. E lui, di rimando, - Nus e pan, mangé da tarocco che nella Posta in gioco ogni tanto parliamo di «proverbi taroccati». I dizionari non ci aiutano molto: per loro esiste il taroccocarta da gioco, il tarocco-arancia e il taroccare nel senso di «brontolare». Per fortuna che il Dizionario dei gerghi italiani (Mondadori) di Ernesto Ferrerò ci viene incontro, dicendo che «taroccare» è voce della malavita per «contraffare la targa di un'automobile». Congetturo che in questo senso «taroccare» possa derivare da «truccare», per rassomiglianza fonica. Di vie per taroccare i proverbi ce ne sono almeno tre. Prima via: truccarli cambiandone le parole con qualche gioco. E' quello che fa Carlo Barbero (Torino) quando mi scrive: «chi va con lo zotico impara a zoticare». E' raro trovare esempi che non modifichino il senso generale del proverbio, ma mi pare che quello di Barbero sia delle sue Forme semplici, André Jolles ha citato un proverbio tedesco un po' imbarazzante. Premetto che non è mia intenzione insultare il popolo tedesco, non sono come il linguista Ferdinand de Saussure che attribuiva a quella gente una «mostruosa buaggine». Detto ciò, lascio valutare a voi il sottodetto di un proverbio come «chi ha per madre la fortuna, tutto il mondo gli è parente». E brava la dea bendata! E' anche vero che la stessa insinuazione sui suoi costumi sessuali è contenuta, sia pure in modo meno capzioso, anche in un proverbio italiano: «la fortuna è di chi se la fa». Speriamo che la fortuna dorma, che non pigli pesci e che insomma non pecchi. Scrivete a: Stefano Bartezzaghi, «La posta in gioco», La Stampa-Tuttolibri, via Marenco 32. 10126 Torino. can». Dunque i proverbi funzionano come le divisioni, e non come le moltiplicazioni: invertendo l'ordine dei fattori il risultato cambia. «Anno nuovo, vita nuova» è un proverbio illusorio e velleitario. Molto più pragmatica la versione taroccata, che consiglia il lifting alle coppie stanche: «Anna nuova, Vito nuovo». Nella terza via i proverbi vengono taroccati osservandoli attentamente, oppure accostandoli, e tirando le conseguenze. Non c'è quasi bisogno di modificare «Patti Chiari, amici cari» per vederci una liaison fra Patty Pravo e Walter Chiari. Per tirare altre conseguenze non c'è bisogno di modificare l'abbinamento «Chi dorme non piglia pesci Chi dorme non pecca». Credo sarebbe un errore logico concludere: «chi piglia pesci, pecca». Ma forse vale la frase al negativo: «chi non piglia pesci non pecca», che è anche più decisa. Al¬ tro esempio: «il tempo è denaro». Quindi, «chi ha denaro non aspetti denaro»? E «col denaro e con la paglia maturano le nespole»? La stessa lettrice di prima, Giuseppina Ronzitti, ha toccato il tasto giusto quando ha detto che la perfidia di un detto sta nel «sottodetto». Il sottodetto sta al detto come la mansarda sta al tetto, e la rete sta al letto. E' da lì che si vedono le travi e le pagliuzze dei proverbi, le strutture che li tengono su, le infiltrazioni che li minano. Alcuni sottodetti sono evidenti. Nel capitolo su sentenze e proverbi Stefano Bartezzaghi

Persone citate: André Jolles, Barbero, Carlo Barbero, Ferdinand De Saussure, Giuseppina Ronzitti, Patty Pravo, Stefano Bartezzaghi, Vincenzo Forneris, Walter Chiari

Luoghi citati: Genova, Nus, Torino