Esperimento contro la pirateria editoriale

Esperimento contro la piraterìa editoriale Esperimento contro la piraterìa editoriale so di matematica. «In una nuova facoltà dell'Emilia - racconta Michele Costa della Bibliografica - su 180 studenti che dovevano procurarsi un manuale di economia due soli lo hanno acquistato, gli altri 178 se lo sono fatto fotocopiare». L'unica legge esistente, la 159 del 1993, che vieta con severe sanzioni amministrative la reprografia, ovvero qualsiasi fonila di riproduzione documentaria, risulta ampiamente ignorata. Quanto alle azioni di commando messe in atto da qualche editore, la Nuova Italia Scientifica ad esempio, al fine di cogliere con le mani nel sacco i trasgressori, sono difficili e costose. Altro che chiudere battenti, quindi, per l'editoria specialistica, se la situazione non sarà sanata: anche perché questa truffa vera e propria è estesa a tutta la produzione scolastica. Che fare, allora? Il progetto italiano, sostenuto dall'Aidros, l'agenzia che in seno all'Associazione Editori tutela i diritti di riproduzione delle opere a stampa, prevede un accordo sul piano nazionale tra le case editrici e gli organismi rappresentanti le copisterie, anello caldo DI libri basta uno per volta, quando non è d'avanzo» dice Don Lisander nell'introduzione ai Promessi sposi. Avesse ragione? Ma no, massima uit><;razia gli parrebbe, naturalmente, la scomparsa dei libri... Evento da non escludersi in futuro, in Italia. Soprattutto per quanto riguarda i piani alti della cultura: colpirebbe ricercatori e studenti universitari i cui docenti potrebbero trovare con sempre maggiore difficoltà editori in condizioni di stampare le loro opere didattiche. Siamo nella realtà o nel paradosso? Nessun paradosso rispondono Laterza, Zanichelli, Bollati Boringhieri. «E' così - confermano all'Utet -. Se la pirateria editoriale che fa cadere paurosamente le nostre vendite non sarà eliminata, non ci saranno più libri...». Pirateria editoriale significa, in larghissima misura, fotocopiatura selvaggia: piaga mondiale alla quale i Paesi «civili» hanno da tempo (in Europa e negli Stati Uniti sin dagli Anni 50) opposto efficaci terapie, mentre da noi, sino a ieri, si sono messe molte firme per ratificare le Convenzioni di Berna e di Parigi sul diritto d'autore che regola anche il campo di battaglia delle riproduzioni, ma poi in pratica ci si è limitati a leccarsi le ferite. E che ferite: il volume d'affari annuo dei «fuorilegge» del libro si aggira attorno ai 200 miliardi, poco meno del fatturato dell'editoria scientifica in blocco. Le repliche possono comprendere il 7080% dei testi adottati nelle facoltà umanistiche, addirittura il 95% per qualche cor¬ Da .sii lisi in; D'Io Laterza, (t'in/ia Hailaii e. [hssaiulm Manzoni Riflettere sulla scuola della catena, che ammetta la riproduzione del 10% come massimo di ogni libro, accompagnata da una sorta di tassa aggiuntiva di 40 lire a favore dell'editore, il quale poi ne farà parte all'autore, per ogni pagina fotocopiata. Il tutto previa autorizzazione concessa dall'editore attraverso l'Aidros. La prima «prova del fuoco» sta avvenendo a Bologna dove la Zanichelli insieme alle sue consociate Loescher e Ambrosiana e ad altre sette testate prevalentemente universitarie, Edi Ermes, Egea, Cedam, Edizioni Scientifiche Cremonese, Bovolenta, Decibel e Giappichelli, ha stipulato una convenzione con l'Associazione Grafica Cna (rappre¬ MILANO. '-Annali di storia dell'educazione e delle istituzioni scolastiche» è la nuova rivista (direttore Luciano Pazzaglia) promossa dall'Editrice La Scuola. L'obiettivo è offrire una chiave inedita di lettura della società e della scuola italiane attraverso studi specialistici, saggi, documenti anche rari a partire dal '500. Tredici videofiabe In libreria 13 videocassette che ripropongono in stile moderno le fiabe classiche, animate da pupazzi. Primi titoli: «Tre Porcellini», «Cappuccetto Rosso», «Il gatto con gli stivali». I video nascono dalla collaborazione Dami EditoreGruppo 80. Ogni confezione L. 19.800. ne con Grafica ratirsi le volu Tra Buddismo e opera lirica MILANO. Tre nuovi arrivi nei «Reference» Val lardi, la collana di minidizionarietti colti e curiosi. Nelle «Frasi celebri della Letteratura italiana» tremila citazioni da Dante a Ungaretti (pp. 408, L. 11.000); con «Le Grandi Opere del Teatro musicale» (pp. 457, L. 12.000) riassunti delle opere liriche più importanti (400), informazioni su librettisti, cantanti, compositori; in seicento voci il «Dizionario del Buddismo» (pp. 363, L. 10.000). rantisce nulla, il meccanismo di controllo mi pare di difficilissima applicazione; e perché abitua i giovani a considerare il libro qualcosa di provvisorio, da gettare dopo l'uso. Lo svaluta, e questo è profondamente diseducativo. Bisogna piuttosto cercare di fare libri a basso costo, ma soprattutto fare libri buoni». «E' vero, l'attuazione di una strategia come quella "in prova" a Bologna, è molto difficile concorda Roberto Jouve della Bollati Boringhieri, una produzione quasi tutta a livello universitario ma il principio è giusto e noi siamo in linea con l'Aidros. Venire incontro a chi studia è a parer nostro un dovere». Anche Vito Laterza è d'accordo sulla filosofia del progetto pensato non solo per difendere gli editori ma anche per favorire gli studiosi, ed è proprio questo che gli piace, ma chiede una garanzia per sé e per i suoi omologhi. «Non basta fissare una percentuale x di pagine che sarà lecito riprodurre, nella fattispecie il 10% rispetto alla totalità del libro, bisogna anche fissare un tetto massimo, che potrebbe essere di 20 pagine. Il 10% infatti è un va lore molto relativo, ben diverso se rapportato a un saggio di normale estensione o a un volume della Treccani...». Un terreno, come si vede, minato sul quale sarà necessario avventurarsi applicando le nuove norme con un rigore solitamente poco «italiano». «E' l'unica via per garantire la sopravvivenza ai nostri cataloghi universitari» ribadisce Bruno Novelli dell'Utet. Una sopravvivenza che non riguarda solo l'Utet, né solo gli editori, ma tutti: perché, come ci ammonisce il Mulino, in una sorta di epigrafe riprodotta a lato del frontespizio di ogni sua opera: «... chi fotocopia un libro... è nella situazione di chi raccoglie un fiore di una specie protetta, forse sta per cogliere l'ultimo fiore di questa specie», [m. app.l sentante le copisterie localiI. Si vedrà tra qualche mese il risultato dell'intesa, mentre altre zone italiane si stanno muovendo nella stessa direzione. «Pochi giorni fa a Milano - dice Armando Fronzoni responsabile dell'ufficio tutela proprietà letteraria della Zanichelli ma anche vicepresidente dell'Aidros ho affrontato il problema con i dirigenti deirUnicopy, l'organismo aderente all'Associazione piccole e medie industrie e che rappresenta oltre 100 copisterie nella zona metropolitana». E' probabile che anche la Lombardia lavorerà in questo senso e l'esperimento potrebbe allargarsi presto alle 53 editrici, in gran parte scientifiche, associate all'Aidros. Fronzoni intanto si è già rivolto con una circolare a tutti gli editori italiani di area. che attraverso Achille Gerii, responsabile del settore scuola per Sansoni, Fabbri, Bompiani e Etas (nonché direttore generale della Nuova Italia), dice di non condividere la linea Zanichelli-Aidros. «Troviamo quest'iniziativa contraria alla nostra linea, soprattutto al nostro lavoro. Le fotocopie non si devono fare. E' ovvio che studenti e studiosi non potranno mai comperarsi tutti i libri di consultazione che sono necessari alle loro ricerche. Allora vadano in biblioteca». Contrarissimi anche alla Sei. Dice il direttore editoriale don Costa: «Non parteciperei mai a questo progetto. Perché non ga- Fronte compatto? Sì, ma con qualche voce dissenziente, anche autorevole, Per esempio la RCS