Cep, la collina del disonore di Guido Coppini

Cep, la collina del disonore Cep, la collina del disonore Un quartiere-dormitorio in mano alla mala LE «RADICI» DEL DELITTO CGENOVA ARABINIERI e agenti di polizia sono tornati sulla collina di Genova Prà, al quartiere di edilizia popolare chiamato Cep. Qui abitava l'assassino di Stefania Massarin, la quindicenne che è stata sgozzata sulle scale di casa mentre stava uscendo per andare a scuola. Quando si parla del degrado di Genova si citano due quartieri: il centro storico, una vera kasbah, e i nuovi insediamenti sulle colline fra Prà e Pegli che i dépliant turistici anteguerra consigliavano come soggiorni ideali. E in effetti fino agli Anni 70 la zona di Prà e Pegli, a Ponente della città, era un angolo turistico dei più belli. Al mare una lunga passeggiata, il «Miramare», era l'abituale ritrovo dei giovani bene; verso l'interno la collina si stendeva lungo un arco di pini, industriali e armatori vi avevano fatto costruire le loro ville: una, si dice, perfino con rifugio antiatomi- co. A Palazzo Tursi, sede del Comune, era insediata la giunta di sinistra che si trovò di fronte a una massiccia richiesta di abitazioni. C'erano sfrattati, meridionali arrivati a Genova in cerca di lavoro, i primi emigrati dal Nord Africa. Furono costruiti palazzi in tutta fretta. Uno è rimasto tristemente famoso: lo si scorge uscendo dall'autostrada, spiccano le sue finestre rotonde, la gente lo ha chiamato «la lavatrice». Costruirono le case, in diversi lotti e in diversi tempi, alcune cooperative che avevano un fondamentale assillo: fare in fretta. Nacquero così due quartieri: il Cep nella parte bassa e Ca' Nuova nella parte superiore. Quartieri dormitorio. Se qualche servizio esiste è sorto anni dopo, come i negozi. La gente doveva scendere al mare per fare la spesa, le farmacie erano lontane, avere il telefono in casa era come aver vinto una scommessa. L'affitto era modesto, così negli Anni 80 i quartieri residenziali in collina subirono l'assalto di centinaia di senza tetto. Alcuni meridionali, piazzatisi in un appartamento, chiamarono loro parenti: un po' come avvenne nelle case di ringhiera dei sobborghi di Torino quando si sviluppò l'emigrazione di operai del Sud verso la Fiat. Di origine meridionale era anche il fidanzato che avrebbe ucciso la studentessa quindicenne. In pochi anni i due quartieri sopra Prà e Pegli abitati da diecimila persone, sono degradati oltre ogni limite. La via Novella, dove abitava il presunto assassino, è lunga poco più di duecento metri, la sede stradale è sconnessa, le case costruite solo dieci anni fa sono scrostate: dovrebbe essere ristrutturata, come quasi tutte le vie e le piazze del Cep e di Ca' Nuova, ma mancano i soldi, e nessun privato si è fatto avanti. «Investire in quelle zone è come but- tare i soldi in mare», disse un celebre costruttore edilizio. Su quelle colline dilagò una criminalità paurosa. Otto mesi fa sopra a Pegli furono uccise tre donne, pare da un «vendicatore» arrivato dalla Calabria. Fu assassinato Giuliano Giuliano, uno spacciatore che aveva pensato di mettersi in proprio vendendo bustine e non consegnando i soldi alla banda che lo riforniva. I quartieri in collina nascondono intrighi, misteriosi circuiti di violenza. Tre anni fa il pa¬ dre della studentessa uccisa fu freddato nel centro di Genova. La quindicenne Stefania, bellissima ragazza, nel tempo libero faceva la fotomodella. Ci sono agganci tra quel lontano delitto, e il lavoro part-time di Stefania, con l'accoltellamento di ieri mattina? Non c'è niente che possa sorprendere in quelle residenze-dormitorio. Ma al Cep e a Ca' Nuova abitano anche molte famiglie che vivono onestamente del proprio lavoro. Quattro anni fa scesero nelle strade, organiz¬ zando una fiaccolata di protesta. Una manifestazione contro gli spacciatori che vendono droga nel centro storico e poi si rifugiano nei dormitori in collina. E anche qui spacciano bustine. Fu allora che la questura istituì un ufficio locale di polizia. La presenza degli agenti ha fatto da deterrente; tuttavia una bonifica morale è ancora lontana, la microcriminalità la fa ancora da padrona. «Quando è sera è bene tapparsi in casa», lamenta un abitante delle «lava¬ trici». Negli ultimi tempi hanno salito la collina tra Prà e Pegli alcune prostitute di colore, «importate» come hostess e mandate a battere al Cep. «Perché lì si spaccia droga, ci sono soldi e giovani disposti a spendere» ha detto un protettore alla polizia. Naturalmente, niente fa pensare che il presunto omicida abbia fatto parte di un giro di delinquenza: ma vivere in quell'ambiente, certo non aiuta. Guido Coppini Nato vent'anni fa per ospitare i senzatetto, ha scarsi servizi e la droga aumenta ogni giorno Le «lavatrici», i palazzi popolari che si vedono arrivando a Genova in autostrada

Persone citate: Giuliano Giuliano, Ponente, Stefania Massarin

Luoghi citati: Calabria, Genova, Nord Africa, Torino