La fiamma arruola nuovi eroi di Filippo Ceccarelli

La fiamma arruola nuovi eroi La fiamma arruola nuovi eroi Nella «scuderia» anche De Gasperi e Croce I «TESSERATI» DELLA DESTRA AROMA LLEANZA nazionale, certo. Ma che ci fa, nel piccolo-grande Pantheon, Benedetto Croce accanto a Julius Evola? Cosa c'entrano Cicerone e D'Annunzio, il conte di Cavour e Giulio Cesare, il professor Del Noce, Ezra Pound, Carlo Magno e Margaret Thatcher? Grande è la confusione sotto il cielo della destra. Ma, come spesso accade in questi casi, la situazione è ottima. Così almeno finisce realisticamente per apparire al vicecoordinatore Adolfo Urso che insieme a Marisa Amadei e Giuseppe Leoni ha il compito di ricevere, vagliare le richieste dei circoli che si stanno formando in periferia. Tante, tantissime richieste: oltre 1500 finora, con un ritmo crescente di 50-60 nuovi circoli che si presentano ogni giorno per ottenere la ratifica ufficiale dal centro, in una sorta di fruttuosa Babele post-fascista per cui i fondatori paganeggianti de II cinabro convivono con gli Amici del lago di Bracciano, le libere imprenditrici perugine dell'Eleonora d'Aquitania con i Volontari del Soccorso stradale, le reminiscenze lucreziane (Rerum Natura) con Alleanza Pellicceria e abbigliamento. Così si respira un'atmosfera di concentrato fervore, nelle stanze di An, idealmente divise da quelle del partito da una specie di banda tricolore, sotto gli occhi di un Almirantone a colori. A lui, uomo simbolo della fiamma, presenza passionale e ingombrante sulla strada del nuovo movimento, sono intestati appena quattro gruppi locali. Al nuovo leader Fini invece dieci, senza contare il vezzoso, sintetico Fini Club di Olbia e i verbosi Amici di Gianfranco Fini per il buongoverno. Intestazione comunque scoraggiata d'autorità, e destinata d'ora in poi a restare ferma a quota 12, per non alimentare culti della personalità e un po' pure per un accorgimento scaramantico. Immersi nei loro personal computer, intanto, le ragazze e i ragazzi di An mettono a punto il primo elenco dei 550 circoli riconosciuti: Acan di Napoli, Acsr-Imperium di Roma, A. Tartaglia di Lavello, Aero porto Ciampino di Roma, Agatocle di Siracusa, Alcide De Gasperi di Latina... Alt. Come Alcide De Gasperi? Impossibile. E invece sì: a Latina la destra s'intitola al fondatore della de. Una de peraltro, come la voleva De Gasperi, «partito di centro che va a sinistra». E tuttavia anche questa singolare dicitura, che ha qualcosa in comune, a Palermo, con il circolo Don Sturzo (emigrante antifascista in Usa) e, a Noale, con il Benedetto Croce (che dai fascisti ebbe bruciata la biblioteca), trasmette oggi qualcosa che non s'immaginava, ma che esiste. Anche solo a scorrere la lista dei tanti nomi scelti, infatti, s'intuiscono sorprendenti e forse anche preziosi dati per la conoscenza di quest'oggetto finora misterioso che è An. Della quale, pure a colpo d'occhio, sembra di poter escludere innanzitutto la natura, come dire, artificiale, o di esclusiva e magari camuffata diramazione missina. La distribuzione geografica, del resto, massiccia nel Centro-Sud, segue le tendenze elettorali conformando la genuinità delle adesioni. Ma è anche la titolazione spontanea dei circoli a indicare, certo a modo suo, che An sta andando forte là dove è meno visibile: nella provincia profonda, nell'Italia sconosciuta, ma moderna delle professioni. E - particolare tutt'altro che scontato - recuperando le ragioni più tradizionali della politica: dislocazioni sociali, economiche, culturali. Poca tv, quindi, e molti interessi; concessioni minime alla scenografia e massima aspirazione al radicamento territoriale. Detto questo, An pare immersa nominalmente nell'estasi caotica dello stato nascente. E non è solo per via della più varia, variopinta e spesso anche contraddittoria umanità che i militanti di An - ma si potranno ancora chiamare in questo modo? - si sono scelti come numi tutelari. Non si tratta, cioè, solo dell'inconciliabilità che in teoria s'avverte tra il circolo Adriano Romualdi e il Charles De Gaulle. O dell'oscura relazione che può intercorrere fra lo Scanderberg, dedicato a un eroe albanese, e il Durand de la Penne, valoroso marinaio italiano. O ancora dell'arcano o troppo semplice - rapporto che lega l'omerico Ulisse all'emilianissimo Guareschi, il Federico II al Guglielmo Marconi, senza contare l'Alfieri, il Verga, il Meucci e il Marcantonio Colonna. Personaggi storici dei quali è assai difficile rinvenire una qualche effettiva specificità destrorsa. A meno che il criterio non sia quello del recupero di tutti i «dimenticati» della sinistra: ma a quel punto, francamente, il repertorio rischia di allungarsi troppo. Più interessante dal punto di vista dell'identità di An è notare che il nome più ricorrente - con 16 circoli - è quello di Giovanni Gentile. E che dopo di lui, a par¬ te Fini, viene Paolo Borsellino. Per il resto - immagini, simboli, trovate lessicali - domina una confusa vitalità. Ci sono Alleanze a tutto spiano, anche se non proprio fantasiose (Agricola, infatti, bancaria, donna, Italia, Italica, giovani, libera impresa, liberi architetti, sanità, sanitaria, tricolore e pensionati). Quindi, più o meno alla rinfusa, circoli dai nomi tradizionali (Il tricolore, La fiamma), medievali (Avalon), patriottici (XXIV maggio), esterofili (Linkage, legame in inglese), misteriosi (Associazione Ricerca biopolitica), orecchiati (Medici senza frontiere). Nomi già sentiti (Patria e libertà, l'antico gruppo anticomunista di Edgardo Sogno), evocativi (Maestrale, il vento di occidente, cioè di destra), vagamente turistici (Le vie d'Europa) e terribilmente mussoliniani (Rinascita dell'Agro, s'intende pontino). Nomi, ancora, un po' da ristorante alla moda (Scacco matto), pubblicitariamente assertivi (Vivi la città) oppure cinematograficamente imperativi (Ricostruire Pompei). Nomi articolati (Lo spino fiorito) e smaliziati (Riva destra), mediatico-innovativi (Immagine e comunicazione), ad aggiornatissimo contenuto d'informazione e fortissimo impatto emotivo (Nicholas Green). Nomi, infine, sorprendentemente copiati a sinistra (Soffia il vento), commercialmente berlusconiani (Progetto Italia) e perdutamente democristiani (Azione sociale, Nuova proposta). Anche questi ultimi, in fondo, come un segno che An è qualcosa di diverso da quel che si pensa. Filippo Ceccarelli Oltre 1500 i circoli di An riconosciuti da Gentile aU'«Alleariza dei pellicciai» : A sinistra: Paolo Borsellino Benedetto Croce A sinistra: Alcide De Gasperi Sopra: l'ex segretario Giorgio Almirante