Un altro «tesoro» di Craxi di Claudio Martelli
Processo Enimont: convocati come testi Del Turco e Benvenuto Processo Enimont: convocati come testi Del Turco e Benvenuto Un altro «tesoro» di Craxi Di Pietro: ho trovato tre miliardi a Lugano MILANO. Povera contessa. Aveva tentato anche lei di essere protagonista al processo Enimont, offrendosi come testimone contro Claudio Martelli. Invano: il tribunale, nella sua ordinanza, non ha neppure citato Marina Ripa di Meana. Eppure, ne ha convocati di testi sul psi: Giorgio Benvenuto e Ottaviano Del Turco, successori di Bettino Craxi alla segreteria, e quel Vincenzo D'Urso, stretto collaboratore del defunto Balzamo. Eppure, al processo il tema dei conti esteri di Craxi - tema sul quale la contessa avrebbe voluto dir la sua - è sempre al centro dell'attenzione. Più che mai. Antonio Di Pietro approfitta dell'udienza per annunciare: ((Abbiamo trovato un terzo conto. E stavolta abbiamo trovato anche i soldi, alcuni miliardi» (precisamente tre miliardi e cento milioni). Si vociferava fin da giovedì che Di Pietro, «misteriosamente» assente dal suo ufficio tutto il giorno, fosse andato a caccia di nuovi documenti e preparasse una «sorpresa» per il processo. E cosi avviene: «Se vi ricordate - esordisce - Giorgio Tradati (l'amico e prestanome di Craxi, ndr) ha fatto riferimento a due conti, a Lugano e Ginevra. Ebbene noi... ne abbiamo trovato un terzo». E' sulla stessa banca di Lugano ed è stato aperto a nome di una fondazione chiamata ((Arano» con sede a Vaduz, nel Liechtenstein. Scoperti poi passaggi di denaro tra il conto di questa Arano, l'altro conto lu- ganese e la Gbr di Roma. Cioè la tv dell'amica di Craxi, Anja Pieroni, a cui sembra siano state destinate parecchie sostanze. «Stavolta - racconta ancora Di Pietro - Tradati è andato in banca ed è riuscito ad ottenere tutta la documentazione e l'estratto conto». «Ci sono alcuni miliardi che adesso stiamo cercando di riportare a casa», conclude, visibilmente soddisfatto. Incassa anche stavolta, la difesa di Craxi. Partita sbandierando volontà di collaborazione ma fornendo cose che la procura definisce «già note». In questo caso un appunto autografo di Vincenzo Balzamo su versamenti in uno dei conti svizzeri. A mano sono scritti i nomi di società e la cifra pagata: «R.D. 500 (milioni, ndr); Fiat 1500; Del Prato 500; Tek (dovrebbe stare per Techint) 500; Cmc (una coop di Ravenna) 300». Rivelazioni clamorose? Di Pietro fa capire che il contributo è interessante, ma tutt'altro che nuovo. E lo stesso avvocato Salvatore Lo Giudice ammette: «Di Pietro ha già trovato i movimenti in entrata nel conto; adesso potrà trovare i riferimenti di questi versamenti». La mossa della difesa di Craxi è comunque chiara: l'appunto è di Balzamo, all'epoca segretario amministrativo del psi, e quindi calza a pennello con la tesi che i soldi erano per il partito, non per Bettino. Ma poi arriva Di Pietro, che ti spiattella il terzo conto, sempre a nome del fido Tradati. E adesso occorrerà tirar fuori qualcosa per legare la fondazione di Vaduz al partito... Sui legami tra conti svizzeri e psi si aspetta poi la parola dei testimoni, che cominceranno a sfilare dal 7 novembre. Oltre a Benvenuto e Del Turco la difesa di Craxi ha citato altri esponenti del partito: Giusi La Ganga, Valeriano Giorgi e Massimo Moraldi. Sarà risentito (lo ha chiesto la difesa di Luigi Bisignani) anche Sergio Cusani. Il cui «famoso» fax a Sama non è stato invece accettato dalla corte. E' il fax oggetto della denuncia contro Di Pietro, quello che, secondo la difesa di Cusani, poteva «rovesciare» la sentenza del primo processo. I giudici di Enimont l'hanno liquidato così: «irrilevante e inintelleggibile». Il tribunale ha respinto anche la richiesta di cercare Zwair Al Kateb, il misterioso arabo citato da Giallombardo. E ha deciso di sospendere la rogatoria con lo Ior «poiché si deve ritenere che le autorità vaticane non intendano trasmettere altri documenti». Un'articolata ordinanza, quella emessa ieri mattina, che incardina la parte terminale del processo. Ma per la contessa Marina niente: questi giudici, così poco «rispettosi» di fama e mondanità, non hanno neppure pronunciato il suo nome. Susanna Marzolla L'ex segretario dei partito socialista Bettino Craxi
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