«lo e quei fascisti all'amatriciana»

«lo e quei fascisti all'amatriciana» «lo e quei fascisti all'amatriciana» Paissan: ho riso degli insulti, ma che squallore LA POLITICA LA POLITICA DEL PUGILATO SI', mi lacco le unghie tre volte al giorno. E allora?». Scherza, Mauro Paissan. Ma non si è ancora ripreso dalla rissa di Montecitorio, che lo ha visto provocatore prima, aggredito fisicamente poi. E che, «proprio il giorno del mio compleanno», gli ha regalato la non lieta sorpresa «di leggere sui giornali che dietro le spalle mi hanno dato del porco, maiale, frocio e pederasta». Con Buontempo che ridacchiava: «Io non mangio finocchi». E Storace che incalzava: «Quella checca di Paissan mi ha graffiato con le sue unghie laccate di rosso, io non l'ho toccato. Vi sfido a trovare le sue impronte sul mio culo». Onorevole Paissan, faccia vedere le unghie. «Eccole, rosse rosse. Massi, meglio riderci sopra, come ha fatto mia moglie stamattina. Lei, evidentemente, ha opinioni leggermente diverse in proposito». Sua moglie ha riso. I figli, che cosa hanno detto? «Non avevano ancora letto i giornali. Insieme abbiamo solo commentato la violenza fisica. Edoardo, che ha 17 anni, sperava che avessi restituito le botte. Costanza, 14 anni, aveva un po' paura». Sentirsi dare dell'omosessuale la umilia? «Mi fa solo malinconia vedere fino a che punto arriva certa gente. Io non considero un insulto la parola "omosessuale". Ma per la mentalità fascista non c'è niente di peggio che essere definito poco virile». Ammettiamo per assurdo che lei sia gay. Come reagirebbe? «Più che sentirmi offeso, credo che difenderei le mie inclinazioni sessuali, come è giusto». Con Storace, prima del «fattaccio», andavate d'accordo? Siete entrambi vicepresidenti della Commissione di vigilanza Rai, vi vedete spesso, no? «Beh, c'è sempre stato contrasto politico. Ma i rapporti personali erano corretti. Addirittura, il giorno prima della rissa, Storace, Rositani e Landolfi mi hanno invitato al loro tavolo in mensa. Si è parlato tranquillamente, scherzato sulla pasta all'amatriciana. E poi, nemici politici come prima». E avete mangiato finocchi, naturalmente. «Mamma mia, che battute hanno tirato fuori. Penose. Il meglio del bagaglio culturale fascista, l'uso di un linguaggio di esibizione, virilista. E vittime sono prima di tutto le donne, penso a Rosy Bindi, cui è toccato sentire: "Lo sapete perché il ppi rimane piccolo? Perché lo ha in mano la Bindi". Carino, no?». Insomma, questi di An sono dei veri Doctor Jekyll e Mister Hyde. «Sono fascisti. In una mentalità fascista l'opposizione e la persona non sono viste come punto di confronto, ma come ostacolo da eliminare. L'altro, il "diverso" è un fastidio non tollerabile». Qualcuno si è scusato? «No, nessuno, e devo dire che mi aspettavo almeno una reazione da qualche dirigente del gruppo parlamzentare. Soltanto Tatarella su un giornale mi ha definito 1' "amico Paissan". Ma "amico" è un po' troppo. Mi basta essere trattato correttamente, da collega dell'opposizione». E gli altri? Ha ricevuto solidarietà? «Da parte delle opposizioni, naturalmente. Ma anche da parecchi deputati di Forza Italia e della Lega. Tra tutti mi ha fatto soprattut- to piacere la solidarietà di due persone molto distanti da me, il presidente Fininvest Confalonieri e l'amministratore Rai Cardini». E la Pivetti? «L'ho vista un po' impreparata: non si era mai trovata in una situazione di tanta tensione». Lei dice che ha fatto tutto quel che doveva, che non si rimprovera nulla. Testualmente: «Se avesse presieduto Paissan con la stessa "imparzialità" che ha usato da relatore forse le cose sarebbero andate anche peggio...». «Mi dispiace che la presidente della Camera interpreti come un'ac¬ cusa la comprensione verso la situazione difficile in cui si è trovata, anche per mia responsabilità». E' vero, allora, che il suo intervento è stato un po' troppo polemico? «Devo dire che rivedendomi mi sono sorpreso e giudicato un po' concitato. Non dico che i toni usati erano giusti. Ma ci sono mille mo- di per dissentire senza violenza». Perché voleva provocare? Era un attacco preordinato, ci pensava quella mattina, mentre si faceva la barba? «No, la decisione l'ho presa nel corso del dibattito, quando mi sono reso conto che c'era la volontà politica chiarissima di chiudere la partita politica sulla Rai fuori dal- l'aula. Mi ha indignato questa ulteriore spartizione, che riguarda la Sipra, la Nuova Eri, posti e posti e posti che la maggioranza vuole liberare attraverso un emendamento. Una cosa che persino Cardini ha definito "una porcata". E per uno come Cardini, che si definisce "clerico-lego-fascista...». Uno di quelli, insomma, cui lei ha dato dei ladri. «Gli ho dato dei ladri di democrazia e di libertà di informazione, non di soldi. E' un'accusa pesante ma "politica": non ho coinvolto aspetti penali. Credo di aver usato toni e argomenti non molto più forti di tanti scontri politici accesi e quelli che dovrebbero scandalizzarsi di meno sono proprio i missini, che hanno costellato la storia della Repubblica di interventi fortissimi». Ma il vero Storace è quello della pasta all'amatriciana o delle unghie laccate? «Forse l'autentico Storace è quello che si è avventato contro il tavolo in cui sedevo. Sì, in Alleanza Nazionale c'è una doppiezza sia culturale sia di composizione. Una parte ha riflettuto di più e ha un approccio diverso, un'altra è agganciata saldamente al vecchio bagaglio squadrista». E adesso come si comporterà con questi «colleghi»? «Intanto non ho accettato di andare a dibattiti tv con loro. Oggi Vespa, Mentana, Funari e Costanzo mi chiedevano se ero disponibile a un contraddittorio con Storace o altro dirigente di An. Ho detto no, perché non penso che si possa far trangugiare ai telespettatori lo spettacolo di chi un giorno si picchia e il giorno dopo va in tv come se niente fosse successo. Chiedo prima che avvenga una condanna esplicita e chiara dell'uso della violenza in aula e che ci sia uno stop a questa "distruzione" dell'avversario». Alla Commissione di vigilanza lo saluterà, Storace? «Il problema è tutto suo. Se vuole ripristinare rapporti civili da me non verrà alcun ostacolo, ma ci vogliono chiarimenti doverosi anche sul piano umano». E mangerete ancora insieme? «Certo non nelle condizioni attuali. La civiltà nei rapporti non può essere unilaterale». Raffaella Silipo «Eppure il giorno prima i avevamo pranzato insieme alla mensa di Montecitorio molto cordialmente» «Omosessuale? Mia moglie ci scherza su mio figlio ha chiesto se li ho picchiati forte» i Il deputato verde Mauro Paissan vicepresidente della Commissione di vigilanza sulla Rai A destra: un immagine degli scontri di giovedì alla Camera