Quote latte per l'Italia vittoria a portata di mano

Ai privati entro il '95 EUROPA Oggi si riunisce a Bruxelles il consiglio Ecofìn Quote latte, per l'Italia vittoria a portata di mano BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ci sono voluti otto mesi di muso duro, ma alla fine sembra che sulle quote latte l'Italia otterrà finalmente soddisfazione. Nel marzo scorso gli allora ministri degli Esteri, Andreatta, e del Bilancio, Spaventa, annunciarono ai partner dell'Unione europea che, in mancanza di una soluzione alla querelle del latte, il nostro Paese avrebbe bloccato la riforma del bilancio comunitario. Ora, grazie all'involontario aiuto spagnolo, il blocco ha cominciato a far male, e la presidenza di turno tedesca è corsa ai ripari, convocando per oggi un Consiglio straordinario dei ministri Ecofin. Perché questa urgenza? Per capirlo è necessario fare un po' di storia. A causa di passate nefandezze l'Italia si è trovata a dover rispettare un tetto di produzione del latte decisamente penalizzante. Dopo varie peripezie, la nostra quota è stata alzata da 9 a 9,9 milioni di tonnellate, fermo restando l'obbligo di pagare una forte multa per l'eccesso di produzione tra l'89 e il '93: 5800 miliardi. La Commissione europea, venendoci incontro, considerò retroattivo l'aumento della quota, riducendo la multa a 3100 miliardi, ma Gran Bretagna e Olanda fecero appello alla Corte di giustizia, chiedendo che l'Italia pagasse tutta intera la multa. A questo punto Andreatta e Spaventa bloccarono l'aumento delle «risorse proprie» dell'Unione, che quest'anno avrebbe accresciuto le disponibilità del Parlamento europeo di 1350 miliardi. Nessuno si è scaldato più di tanto finché, poche settimane fa, la Spagna non ha fatto sapere che, in assenza dell'aumento delle risorse comunitarie, avrebbe bloccato l'adesione all'Unione dei quattro nuovi membri: Austria, Svezia, Finlandia e Norvegia. La reazione è stata di panico, e il compromes- so proposto dalla Commissione ha subito guadagnato sostenitori. In sostanza l'aumento della quota italiana sarebbe considerato retroattivo a partire dal '91, con riduzione della multa a 3680 miliardi, mentre Gran Bretagna e Olanda ritirerebbero il ricorso alla Corte. Restano due incognite: 1) la Danimarca, malgrado le pressioni, potrebbe puntare i piedi; 2) le cifre della produzione 1991-93 sono ancora ipotetiche. Ed è su queste che si gioca il match finale. Fabio Squillante II commissario René Steichen

Persone citate: Andreatta, Fabio Squillante Ii, René Steichen, Spaventa