La vera storia di Morgan e Barbanera di Bruno Ventavoli

La vera storia di Morgan e Barbanera Un saggio americano ribalta un mito: nei Caraibi costruirono il più grande paradiso omosessuale mai conosciuto La vera storia di Morgan e Barbanera MA conio fanno i marinai a baciarsi tra di loro e a rimanere veri uomini?». Parole di Lucio Dalla, che 1 frullano spesso nella nostra memoria musicale. Ma non solo. Basta sfogliare il Moby Dick di Melville per scoprire che dietro la relazione tra Ismaele e Queeqùeg c'ò qualcosa più di una semplice amicizia salmastra. 0 ascoltare i racconti di porto per trovare effusioni tra giovani mozzi e vecchi lupi di mare. E' un'idea consolidata che sulle navi i rapporti omosessuali siano una pratica tollerata per lenire la nostalgia indotta dal mare senza fine. B. R. Burg però compie un passo oltre l'ovvio nel suo curioso saggio Pirati e sodomia (in uscita da Elèuthera) per dimostrarci non solo che i temibili guerrieri del mare non disdegnavano contatti erotici con i loro «fratelli» di battaglia, ma anche che fecero fiorire nel XVII secolo «uno dei più inconsueti gruppi a orientamento omosessuale che la storia abbia prodotto». Nei mari dei Caraibi vissero per quasi un secolo di guerra e coraggio, di rapina e onore, trasformando le loro isolette sormontate dalla bandiera col teschio in un felice paradiso di Sodoma. E' una sorpresa per chiunque abbia frequentato in gioventù i romanzi salgariani dove i vari corsari multicolori si segnalavano per i muscoli d'acciaio e per le figlie dei governatori cattivi sedotte con romanticismo. B. R. Burg, professore di Storia in un'università dell'Arizona (con un bizzarro curriculum accademico in Pakistan e Indonesia), spulciando archivi marinari e tribunalizi, costruisce un saggio eterodosso ricco di congetture e fantasie sulla vita sessuale secentesca (si avventura anche in ipotesi sulle preferenze erotiche in base alle condizioni igieniche dell'epoca e all'avversione britannica e settecentesca verso il bidet). Il libro, «guardato come una bestemmia» da molti colleghi, è stato stampato dalla New York University nel 1983, quando occuparsi di «gayhistory» era tutt'altro che ovvio. Raccontando come si sollazzavano i pirati, modelli indiscussi di virilità, Burg si preoccupava di parlare al presente, di aprire gli occhi agli americani gonfi di pregiudizio. I vecchi bucanieri dimostravano che si poteva vivere da omosessuali felici e soddisfatti, che una comunità priva di donne funzionava perfettamente senza causare comportamenti depravati o patologici 0 caricaturali. Nell'Inghilterra del XVII secolo la sodomia era legalmente con¬ dannata (si rischiava anche la morte) ma largamente praticata e tollerata, molto più che nel periodo vittoriano. Dal 1533, con Enrico Vili, divenne un reato pubblico. Ma i processi furono, secondo Burg, rari. Un ecclesiastico, Nicholas Udall, noto per la sua predisposizione verso i giovani allievi, fu il primo a finire alla sbarra, rischiò la pena capitale, ma alla fine se la cavò: allontanato dall'università, ottenne poi promozioni ecclesiastiche. L'omosessualità, secondo Burg, era praticata allegramente dai ricchi (re Giacomo I lo era quasi apertamente), ma era un comportamento normale anche nelle bande che giravano per tutta l'Inghilterra, raccogliendo migliaia di miserabili privi di lavoro e famiglia, dove le donne erano assenti. Le donne mancavano anche nei Caraibi, patria dei pirati. Nelle nuove città commerciali o nelle piantagioni erano una «merce» rarissima. Tant'è che le vedove si risposavano anche cinque 0 sei volte. Le autorità inglesi si accorsero subito della sproporzione sessuale nelle nuove colonie e per far crescere una normale società si preoccuparono di trasferire, anche in maniera coatta, «barcate di femmine poco oneste». Ma i risultati furono insoddisfacenti. Le carcerate non avevano nessuna intenzione di andare oltreoceano e scampavano il viaggio fingendosi 0 facendosi mettere incinte. Dall'altra parte neanche gli isolani erano troppo entusiasti «dei rifornimenti muliebri». Un gruppo di commercianti giamaicani nel 1696 protestò contro l'arrivo di 80 criminali «poiché la maggior parte sono donne e perché le persone di cattivo carattere non sono gradite in Giamaica». Il Nuovo Mondo si popolò all'inizio soprattutto di maschi che, secondo Burg, sceglievano consapevolmente il viaggio transoceanico sapendo di trasferirsi in comunità quasi esclusivamente virili, fortemente misogine, dove l'omosessualità era l'unica forma di erotismo praticabile. Nel mondo corsaro si praticava l'omosessualità non solo per mancanza «di corpi femminili». Secondo Burg, anche quando avevano l'occasione di trovarsi qualche prigioniera a bordo «la stragrande maggioranza dei pirati» non ne approfittava per scopi sessuali. Alexander Exquemelin, famoso chirurgo pirata, collega di Henry Morgan, sprezzava gli spagnoli «perché non sapevano stare senza donne» e citava la storia di un rammollito nemico che si era «preso una moglie indiana perché lo accudisse 0 gli servisse per il suo piacere (ammesso che quello possa essere chiamato piacere»). I filibustieri erano talmente misogini che pensavano bastasse nominare gli «intrighi delle femmine» per trovarsi nei guai e scatenare tempeste. Quando le donne non servivano per ottenere riscatti o informazioni su ricchezze nascoste venivano buttate a mare «come si faceva con qualsiasi materiale non gradito» o strangolate per non creare problemi a bordo. Non valeva la pena nemmeno violentarle: erano rari i casi di pirati che, mettendo al sacco le città, perdessero tempo con le signore spagnole. Verso le indigene, «peraltro molto disponibili in cambio di un coltello arrugginito 0 una scodella di latte», l'atteggiamento rasentava lo schifo. Narrano le cronache che alcuni pirati furono anche sposati, pluriammogliati. Lo scozzese Alexander Selkirk (modello per Robinson Crusoe), William Davis, Henry Teonge cappellano pentito e felice corsaro, Thomas Howard, il celebre Barbanera cercarono disordinatamente varie compagne ma tutte le unioni finirono male. E le sapide ballate, cantate dalla filibusta ubriaca, sottintendevano cocenti delusioni erotiche. Tutto 10 sprezzante disinteresse ostentato nei confronti delle donne evaporava quando si trattava di giovani mozzi. I pirati si procuravano ragazzini di 10-12 anni durante le scorrerie costiere e se li tenevano a fianco per crescerli coraggiosi bucanieri. Dal capitan Kidd a Barbanera, da William Dampier a Charles Swan, i terribili pirati erano famosi non solo perché terrorizzavano i mari ma anche per la tenerezza che dimostravano verso i garzoni privati. Se li tenevano nelle proprie cabine, davano loro una parte del bottino, li piangevano con dolore quando morivano. E per regolarizzare queste unioni fu inventato 11 «matelotage», un legame istituzionalizzato tra due bucanieri nella forma del servo-padrone. Spesso però si smarriva il carattere della sudditanza e si preferiva considerare l'unione sacra e inviolabile. Un vero matrimonio che garantiva al vedovo, in quel mondo dominato dalla violenza, anche una regolare eredità. Bruno Ventavoli ' E ai mozzi «vedovi» veniva riconosciuta persino l'eredità ' Due tra i pirati più famosi della storia: Henry Morgan (in alto) e sir Francis Drake

Luoghi citati: Arizona, Indonesia, Inghilterra, New York, Pakistan