Falsi invalidi, pensioni da miseria e i teppisti del cavalcavia

Falsi invalidi, pensioni da miseria e i teppisti del cavalcavia lettere AL GIORNALE Falsi invalidi, pensioni da miseria e i teppisti del cavalcavia li governo combatte le truffe Sono un cittadino impegnato in diversi organismi di carattere sociale del nostro Paese. Nei giorni passati i mass-media hanno informato gli italiani sulle decisioni che il governo adotterà, per risanare il disastroso debito pubblico. Nelle dichiarazioni di alcuni politici appartenenti al Polo delle libertà, ho trovato motivi di rifiessione e di autentico stupore. Alcuni esponenti delle nuove forze di governo, con linguaggio altezzoso, con le loro affermazioni, fanno pensare ad una nuova penalizzazione degli operai e degli invalidi, non tenendo conto che queste categorie da sempre continuano, con i loro sacrifici, a sostenere il giusto ideale di risollevare il nostro Paese, sia dal punto di vista economico, sia per quanto riguarda una migliore immagine in ambito internazionale. Con questo intendo affermare che i consensi che i nostri governanti hanno ricevuto devono servire a tutelare gli interessi dei cittadini e non a penalizzarli. Per il discorso economico, i nostri governanti si sono subito ricordati delle pensioni e, se è giusto condurre accertamenti per verificare i falsi invalidi (ricordo che le associazioni sono sempre state le prime a battersi contro questo tipo di truffai, si sono dimenticati altrettanto velocemente di chi va in pensione con cifre da miseria. Continuando il discorso dei falsi invalidi, sono convinto che la colpa sia da attribuirsi alle Commissioni preposte all'accertamento della invalidila, costrette dai politici per un pugno di voti. Mi rivolgo ai quattro ministri, del Lavoro, del liilan :io degli Interni, delle Finanze, ed i, particolare al presidente del C >nsiglio dei ministri, affinché l'indennità di accompagnamento per i veri e gravi invalidi, invalidi al 100%, rimanga sempre al solo titolo della menomazione, senza l'applicazione di un letto di reddito discriminante gli aventi diritto. Tale indennità serve infatti al superamento delle enormi difficoltà dovute alle loro gravi menomazioni, quali cecità assoluta, paralisi alle gambe, alle braccia, sordomutismo ecc. Sono certo che rifletteranno su quanto sopra, prima di prendere una così grave decisione nei confronti di questi fratelli così gravemente toccati nel corpo. Non va dimenticato che le persone in queste condizioni sono, purtroppo, realmente numerose. La musica non è cambiata, perché, anche se i personaggi hanno nuovi volti, le promesse non sono mantenute; i loro litigi non portano a nulla di costruttivo e il loro protagonismo è direttamente in contrasto con il bene del Paese. Gaetano Baviera Pres. Reg. U.I.C. del Piemonte Novara Quando i carabinieri trovavano i colpevoli Anche ai miei tempi c'erano teppisti che dall'alto dei cavalcavia sferzavano con vincastri i viaggiatori affacciati ai finestrini dei treni, o facevano scherzi «da prete» (come quelli che, saliti nottetempo sul campanile del mio paese, legarono stracci e vecchie gomme da bicicletta attorno al battaglio dell'unica campana la quale, la mattina dopo, non potè chiamare i fedeli ad una messa di trigesima). Solo che allora non c'erano mass-media a fare da cassa di risonanza (e a favorire l'imitazione dei giovani citrulli), né omertà vigliacche. In poco tempo i carabinieri (Reali) venivano a conoscere nomi e cognomi, li convocavano in caserma n, dopo averli diffidati, li prendevano a sacrosanti ceffoni. Mino Fapri, Torino Perché tanto odio contro Berlusconi? Lette lu opinioni di certi lettori su La Stampa del 9/10, mi meraviglio dell'odio contro Berlusconi che ne tracima. Un maligno potrebbe pensare che solo i seguaci di Bertinotti a D'Alema scrivono alla Stampa. Per quanto vedo, il governo è sottoposto ad una specie di assedio da parte di varie forze: sindacati, opposizione (battuta il 27 marzo) che scende in piazza, parte della magistratura e parecchi giornali. Forze, queste, che fregandosene allegramente della situazione finanziaria gravissima tendono a blocca¬ re ogni azione del governo, o addirittura a ottenerne le dimissioni per sostituirlo non si sa bene con che cosa. Ma ce n'è uno, fra tutti questi lettori che scrivono, che riesce a vedere in che stato precario siamo e non certo per colpa di Berlusconi? Giuseppe Felisio Posti di lavoro e ossigeno allo Stato Non è da tutti promettere un milione di posti di lavoro oggi e all'indomani, grazie ai pensionamenti anticipati, trovarsene d'un colpo a disposizione la metà. E così se le nuove norme sulle pensioni verranno definitivamente approvate, cree¬ ranno anche un bel dilemma, per cui non si sa se gioire di questa imprevista cura dimagrante per il pachiderma burocratico, che darà un po' di ossigeno al bilancio dello Stato, oppure temerla. Luca Bravesi San Giuliano di Alessandria La legge Amato e il Monte dei Paschi Ieri questo giornale ha pubblicato un articolo del prof. Alberto Staterà sulla discussione in corso a proposito dell'assetto del Monte dei Paschi di Siena. Sia il quotidiano che la firma godono del mio massimo rispetto. Eppure, per una volta mi sembra che il ragionamento sia stato condotto sulla base di qualche pregiudizio ideologico, che vorrei tentare di correggere radicalmente. I fatti. Staterà legge sui giornali un appello in favore della senesità del Monte, firmato da un gruppo di importanti personalità nazionali. E ne evince quanto segue: a) che il Monte era un Ente pubblico, che una legge detta «legge Amato» imporrebbe di trasformarlo in spa, cioè di privatizzarlo, e che il Comune vi si oppone; b) che questa opposizione è condotta in nome di interessi di partito; c) che questi interessi sono resi evidenti da) fatto che Comune e Provincia erano rappresentati nel suo Consiglio di Amministrazione (la «Deputazione»), cosa che non ha impedito intrallazzi, operazioni scorrette e gestione negativa dell'Istituto; d) che gli intellettuali di sinistra non perdono il vizio di appoggiare acriticamente i poteri di partito, in barba alla modernità e all'efficienza. Ahimè, quante inesattezze, professor Staterà! Primo punto: la legge Amato non impone nessuna trasformazione in spa, si limita solo ad agevolare fiscalmente le privatizzazioni; e infatti il Comune non di questa si occupa, ma vuole banalmente sapere chi e come decide e sulla base di quale diritto di proprietà. Infatti, secondo punto: nel 1993, accanto alla legge Amato, è stata varata una legge bancaria che abolisce quelle del 1936 e del 1939, e ripristina le condizioni precedenti; ovvero, sancisce che il Monte deve ritornare alla sua natura di banca della collettività senese. Dunque, terzo punto: qui non si tratta di favorire gli interessi di un partito, quello che amministra attualmente la città, ma di difendere proprio gli interessi generali di quest'ultima contro uno strisciante principio di statalizzazione: paradossalmente, siano piti vicini ai pareri dell'associazione industriali di quanto Staterà pensi. E poi: nel dilagare di tanti vuoti dibattiti sul federalismo, sul decentramento e sulle autonomie, qui siamo in presenza di un banco di prova concreto sui cui misurare le effettive volontà di alleggerire uno statalismo eccessivo che molti danni ha procurato al Paese. Nella fattispecie, spero che Staterà consentirà sul principio che è il legittimo proprietario che detta le regole per l'assetto dei suoi beni locali, non qualcun altro che, secondo la legge, non vanta più alcun diritto. Quanto ai restanti giudizi di Staterà, io non voglio entrare nel merito. Tanto più che sulla gestione del Monte siamo anche noi intervenuti spesso molto severamente, e che l'appello sulla senesità della banca non nasce certo da questa Amministrazione. Basta che quei giudizi rimangano suoi personali, e non vadano a ricercare una legittimazione in fatti esposti con tanta imprecisione. Pierluigi Piccini sindaco di Siena CL, la fede e la politica In relazione al titolo e al contenuto dell'articolo pubblicato sulla Stampa, del 19 ottobre, che fanno riferimento al nome di Comunione e Liberazione, desideriamo ricordare che Comunione e Liberazione è un movimento ecclesiale di educazione alla fede e per sua natura non c'entra nulla con le attività economiche né con le alleanze politicopartitiche di chicchessia. Alberto Savorana Ufficio stampa di CL

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