Einaudi, da quel titolo è sparita la mano di Pierluigi Battista

Einaudi, da quel titolo è sparita la mano Ripubblicato il saggio di Hertz sulla preminenza della «destra»: con una curiosa amputazione Einaudi, da quel titolo è sparita la mano Così uno studio d'antropologia si trasforma in un pamphlet politico EROMA la mano? Che fine ha fatto la mano? Sparita, cancellata: nel titolo I non c'è più. Merito a Einaudi per aver pubblicato una raccolta di saggi del grande antropologo ed etnologo Robert Hertz. Ma la mano, dove diavolo è finita quella benedetta mano? Il titolo del volume einaudiano appena approdato in libreria suona infatti La preminenza della destra, ciò che potrebbe indurre il lettore ignaro dell'identità intellettuale di Robert Hertz a classificare il libro come un saggio di attualità politica, addirittura un tempesti¬ vo instant book sulla situazione italiana, un'indagine sulle complesse ragioni che in Italia hanno trascinato la destra al governo del Paese. E tutto per colpa di quella mano sparita. Basta infatti scorrere l'indice del volume (corredato di un'ampia introduzione di Adriano Prosperi) per accorgersi che il saggio di Hertz che dà il titolo alla raccolta einaudiana suona in modo leggermente differente: La preminenza della mano destra. Con la mano. E anche con uno spessore argomentativo che rende il saggio di Hertz, uno dei più prestigiosi studiosi di antropologia tra la fine del secolo scorso e l'inizio del Novecento, allievo di Durkheim e di Marcel Mauss, sideralmente lontano dalle caratteristiche di un pamphlet politico sulla destra. Si tratta infatti di uno «studio sulla polarità religiosa», corno recita il sottotitolo del saggio. Di uno studio che ha per fine di dimostrare che la «preminenza della mano destra» nella storia non risulta dalla «struttura del corpo umano» ma dalle «convenzioni» e dalle «credenze mutevoli degli uomini». Dalla cultura e non dalla natura. Dalle rappresentazioni simboliche dell'umanità e non dall'anatomia. E così il lettore distratto che si accingesse ad acquistare il libro attratto da quel titolo privo di «mano» si troverebbe disorientato nel leggere che, «nel corso dell'evoluzione religio- sa», «la destra appartiene agli dèi e su di essa plana la bianca figura di un buon angelo tutelare» mentre «il lato sinistro è votato ai demoni, al diavolo; un angelo nero e malvagio lo tiene sotto il suo dominio». Oppure nel leggere che «è dalla destra che entrano gli influssi favorevoli e vivificanti; inversamente, è attraverso la sinistra che si introducono nel profondo del nostro essere la morte e la miseria». 0 ancora che «la destra rappresenta l'alto, il mondo superiore, il cielo; la sinistra invece appartiene al mondo inferiore e alla terra». E così, disancorato da quel riferimento alla «mano», dalle radici antropologiche e religiose della «preminenza» della destra sulla sinistra che costituiscono il cuore dello studio di Hertz, il lettore distratto potrebbe aver l'impressione sulla base delle frasi citate di avere a che fare con una goffa apologia della destra, un panegirico smodato a favore della maggioranza che attualmente regge le sorti e il governo del nostro Paese. La Prééminence de la main droite, amputata della sua mano, assumerebbe un valore di tutt'altro genere. Ironizza il manifesto: «Con la "mano" nascosta l'editore riesce comunque a fare conoscere lo studioso che prima di Bataille indagò nella "parte maledetta", nelle zone d'ombra, nel peccato». Con la mano «nascosta» si crea un appeal maggiore, si rende il libro più appetibile ai lettori pronti a ingurgitare dosi massicce di attualità politica, si dà una patina di contemporaneità giornalistica che di certo richiama un pubblico molto più vasto di quello che divora i classici dell'antropologia e della storia delle religioni. Che s'ha da fare per campare. Con la mano o senza. Pierluigi Battista Questa volta il «polo» non c'entra: il libro, di inìzio secolo, parla di credenze religiose desmrasoPamsulozan

Luoghi citati: Italia