Lo spumante era fatto di zucchero di Sergio Miravalle

15 Asti, 14 in cella Lo spumante era fatto di zucchero ASTI. Santo Stefano Eelbo non è solo il paese natale di Cesare Pavese. Qui nascono ogni anno anche milioni di bottiglie di «spumantelli da botto» che alcune industrie riescono a vendere a prezzi incredibili: meno di mille lire, vetro, etichetta e tappo in plastica compresi. Li apprezzano soprattutto i russi e gli altri consumatori dell'Est, che ne acquistano a vagoni, con contratti standard: un marco a bottiglia, trasporto compreso. Sulla qualità e origine del vino che vi è contenuto non c'è da essere troppo sicuri. La pensano così anche gli uomini dei Nas dei carabinieri, che ieri all'alba hanno arrestato 14 tra industriali, mediatori e commercianti, nell'ambito di un'indagine sul contrabbando di zucchero, che aveva già portato in carcere la settimana scorsa altri 17 elementi, accusati di associazione a delinquere. L'inchiesta denominata «Dolce notte», ma c'è chi l'ha ribattezzata «Bottiglie pulite», sta facendo emergere un settore buio dell'enologia italiana. Si è partiti da un traffico-truffa di migliaia di quintali di zucchero di contrabbando, destinato dalla Comunità europea all'esportazione, ma che prendeva altre strade. Analizzando le compravendite della ditta Musso di Nizza Monferrato (i cui titolari erano già stati arrestati), gli inquirenti sono arrivati in alcuni degli stabilimenti spumantieri della Valle Belbo, arrestando: Gianni Martini, amministratore delegato della «S. Orsola» di Cossano, Pietro Elio Santero, figlio dell'amministratore della casa vinicola Santero Ivass, e Francesco Capetta, 70 anni, dell'omonima azienda vinicola di Santo Stefano, rilasciato dopo l'interrogatorio. Ordini di custodia cautelare anche per un altro piccolo industriale di La Morra, nelle Langhe, Michele Mascarello delle cantine «Galinotto» e per l'enologo della S. Orsola, Roberto Sa rotto. E' stato fermato e rilasciato, pare dopo aver ammesso le proprie responsabilità, anche un impiegato del Comune di Nizza Monferrato, Giancarlo Gandino, che aveva vidimato, a pagamento, i documenti per le spedizioni fasulle dello zucchero. Zucchero che in aggiunta a mosti, acqua e altre sostanze, pare servisse proprio alla «costruzione» dei vinelli gassificati. Nella rete del Nas di Bologna, che ha agito in collaborazione con i servizi piemontesi antifrodi, sono finiti anche altri 8 imprenditori: Fulvio Cortecchia di Ravenna, Domenico Onofrio di Ferrara, Mario Marni di Milano, Angelo Goffi di Bergamo, Umberto Lombardi di Rimini. Altri arresti anche nel Vicentino, a Camisano dove è stato bloccato l'autotrasportatore Daniele Gionini, a Pavia ai danni del mediatore Luciano Rossetti e Asolo (Alessandro Dametto commerciante). Il sostituto procuratore David Monti ha avviato gli interrogatori con il gip Franca Viola Carpinteri. Sergio Miravalle

Luoghi citati: Bergamo, Bologna, Camisano, Comune Di Nizza Monferrato, La Morra, Milano, Nizza Monferrato, Pavia, Ravenna, Rimini