IO, IL MODERATO di Stefano Benni

IO, IL MODERATO IO, IL MODERATO Ce l'ho con il governo e vi spiego il perché» i O, Stefano Benni, un estremista? Per carità. Sono la quint'essenza del moderato. Persino ai tempi del movimento. Mi guardi: sono uno che è diventato padre a 40 anni, che sbava per suo figlio Niclas, che a 47 viene ancora definito giovane scrittore. Mentre sono pieno di acciacchi e di artrosi. Per di più pelato, nonostante una deliziosa giornalista di Repubblica abbia avuto la bontà di descrivermi come l'autore più spettinato della letteratura italiana. La verità è che sono prigioniero di un'immagine in cui non mi riconosco. Di una fama che mi concede alternative: o estremista o monaco. Estremista caso mai lo è Berlusconi. Estremista è il Paese che propone. Io sono sempre rimasto fermo. La colpa è di quei miei amici di un tempo. Loro sì che si sono spostati a destra e oggi lavorano per il Cavaliere. Così, automaticamente, mi hanno spinto in là. Ma è una realtà virtuale. A me continuano a piacere le donne, i viaggi, le follie. E preferisco un libro edificante a uno trasgressivo». Come la sua «Ultima lacrima». «Il ragionamento è semplice. Ci so- no molti pericoli in Italia. Mi trovo tanti mostri davanti agli occhi. Alcuni orribili, altri ghignanti, altri ancora ridicoli. Potrei fare un dramma con animali parlanti. Ma preferisco un racconto per ogni mostro. Poi li metto insieme, uno dopo l'altro, e così trovo un'unità finale. Non comica, ma drammatica. Una sorta di katabasi. Una lentissima discesa agli inferi che mi permette di descrivere con calma il paesaggio antropologico italiano». E cosa vede nel suo Ade? «Cose morte. Che avvelenano. Non siamo più cittadini. Ma contemporanei. Colpa del governo. La barra al centro è una bugia. Non ha obiettivi di convivenza civile. S'è formato un clan endogamico di gente che scopa tra di loro. La maggioranza è oppressa dalla minoranza. La conseguenza è il rincoglionimento o la guerra civile». E' così sicuro di avere ragione? «Io non sono né ottimista, né pessimista. Sono solo lucido. Non parlo per collera. Questo non è un governo fascista, ma un governo miserabile. Senza ideali. Che sorride sempre. Non è saltato lo Stato. Ma la convivenza civile». Non le avevo chiesto una filippica. Ma le sue certezze. «Con i Celestini ho raccontato di mostri che non esistevano ancora. Poi si sono visti scendere a larghe spire dal cielo. Io ho una fortuna: i miei libri non durano un mese. Ma anni. E anni dopo vengono letti in un modo diverso. Per cui aspettiamo: fino ad ora sono sempre stato premiato. I miei non sono stati fantasmi, ma storia». Una storia lunga quanto? «Più di un milione di copie». A proposito: a uno come lei, che effetto fa sapere che per l'ennesima volta scalerà le classifiche? «Che discorsi. Piacere. Che cosa dovrebbe provare uno che non va a premi o in tv? E' un metro. Come è un metro sapere che a distanza di tanto tempo ho venduto ancora 30 mila copie di Bar sport. E' il segno che "duro". Che è vero quello che dicevo prima. Ciò che però so anche è che, come al solito, la critica discuterà più di linguaggio che di politica. Che molti critici hanno il pezzo già scritto. E che dovranno passare anni per passare dal chiacchiericcio alla discussione vera». Un aggettivo per descrivere «L'ultima lacrima». «Doloroso. E' meno comico dei Celestini, che, a sua volta, era meno comico di... ». Ma scrivere per lei è divertimento o sofferenza? «E' passione. E' grande fortuna. E' essere responsabile di ciò che dico. Cosa che non ho trovato possibile fare nel cinema. Che mi riesce a teatro. E che mi riuscirà nei fumetti». Fumetti? «Già. Un bel progetto. All'estero, naturalmente. Dai miei libri. 0 con qualche sceneggiatura inedita. Ma parliamone quando si avvererà». Per il momento, appuntamento venerdì all'università di Torino, ore 17,30, Aula Magna: sarà la prima uscita di Benni verso il secondo milione di copie. Piero Soria Racconti e sberleffi di un ex «celestino» mattrano dono arlare reonde, urba jjF Stefano Benni venerdì a Torino

Persone citate: Aula Magna, Berlusconi, Piero Soria, Stefano Benni

Luoghi citati: Italia, Torino