Benni: và dove ti porta il Bancomat
21 Esce «L'ultima lacrima», racconti di crudele comicità sui mostri dell'oggi Bermi: va' dove ti porta il Bancomat C'è papà in diretta sulla sedia elettrica Al MARO Beimi. Dopo La {compagnia dei Celestini, western metropolitano e comico in linguaggio da , 1 tribù giovanile sugli italiani Anni 80, eccolo tornare con un libro di racconti: L'ultima lacrima (Feltrinelli). No, non è un titolo melò o marlowiano. E' l'addio a piangere su se stessi, le illusioni perdute, le utopie stracciate: un invito ad armarsi di intelligenza critica, di rabbia, di speranza per affrontare gli insidiosi, aperti anni a venire. Ancora un romanzo sull'oggi e la sua cronaca e la sua volgarità, ma swiftianamente trasformati da Benni in fiondate e sberleffi. Luoghi, miti e personaggi dei nuovi racconti di Benni sembrano appartenere a Gladonia, la città dei Celestini. Sono gli abitanti adulti di quello Stato. E' così la famiglia Minardi che si prepara nel «tinello» di casa, dopo aver invitato vicini di casa e amici, aver lucidato le foglie del ficus e preparato i beveraggi ad assistere in diretta tivù all'esecuzione del proprio capofamiglia, reo di strage in banca. Bella seratina. Così il salotto radicai in villa, fra architetti, scrittori, filosofi e tanti discorsi sui cibi integrali, dove un Terranova, afferrato un ladro in giardino, ha tutto il tempo di sbranarlo prima che gli intellettuali risolvano il problema se sia un palestinese 0 un filonazista. Così è il direttore di quel giornale che sottopone 1 suoi redattori al Sondar, un apparecchio in grado di conoscere il grado di atteggiamenti anti o filo governativi. E' un mondo duro e asettico, quello di Benni. Come se la pubblicità avesse vinto e si fosse trasferita sulla realtà. Così al contadino che abita la valle più bella capita di doverne fuggire il giorno che viene scoperta da uno stuolo di art director che vogliono trasformarla in un perenne set per spot su acque minerali, biscotti, candidati politici. Per trovare una briciola di cuore bisogna rivolgersi alle macchine. Al Bancomat, per esempio. Quello di Benni dialoga con i suoi clienti, è comprensivo sugli affanni d'amore e di conto. Consola se la moglie è fuggita, regala banconote oltre il più profondo rosso. E' un caso perché altre macchine possono essere micidiali. Come la radio del Sudista, «siciliano o napoletano», capace di sparare al ritmo di Lost far love granate micidiali. 0 tutte quelle apparecchiature che animano «Il palazzo delle nove meraviglie» con Viali degli Acquisti e piani dell'Eros, macchine virtuali e tute sensoriali. Benni un «celestino» lo recupera anche qui. Si chiama Zeffirini, è l'ultimo della classe, non porta zainetti firmati con scritte «Sieg Heil», «teschio e svasticuccia», «Chiara ti amo». Non sa la data di nascita del talk-show, non impara i telegiornali a memoria, non sa nulla della letteratura televisiva del Novecento. Sono gli esseri «lunari», come quel «lui» e quella «lei» che dopo centocinquant ni che tutte le mattine s'incontrano sul ponte decidono di salutarsi, parlarsi, scoprendo le reciproche, profonde, affinità. E il turbamento non sta nel- jjF la scoperta del sentimento ma nello scoprire la scienza che può spiegarlo. L'ultima lacrima di Benni va via così, fra lombrichi che spiegano l'etica, Dei onnipotenti che non sanno che giornata mettere al mondo, triceratops che per un bacio se ne fregano dei meteoriti, Grandi Gnocche Della Destra ripiene al silicone. Se ne va via con un linguaggio meno deformato e pirotecnico di quello usato per La compagnia dei Celestini. Come se a Benni questa volta interessasse l'apologo piano, il dire più diretto, lo smascheramento di quelle trappole disseminate nel «nuovo» di oggi. Una galleria di mostri quotidiani dal sorriso ampio, rassicurante, che Benni infilza con le sue parole, di comicità tagliente e dolente. Nico Orengo Bermi: va. Dopo La ei Celestini, opolitano e guaggio da e sugli itatornare con L'ultima laolo melò o io a piangeioni perdue: un invito C'è p
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