Drogarsi bene, si fa così di Stefano Mancini

Drogarsi bene, si fa così Drogarsi bene, si fa così Ma sul libro di Freak Antoni è rissa UN AUTORE ALL'INDICE AIUTERÀ' i tossicodipendenti a smettere o stimolerà il consumo di eroina? Il dibattito, anzi la polemica, rovente, è aperta sul nuovo libro di Roberto «Freak» Antoni. Già cantante rock demenziale (vedi gli Skiantos), già autore comico («Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti»), ha ora scritto un serissimo «Per sopravvivere alla tossicodipendenza» che uscirà domani edito da Feltrinelli. «E' un manuale di sopravvivenza», spiega l'autore. «E' una vergogna», replica chi nell'opera vede più un manuale di istruzioni «per farsi». Partiamo dall'inizio. Freak Antoni, 15 anni di «esperienza» con l'eroina, racconta la storia della droga, le tecniche di raffinazione, il commercio internazionale, gli effetti (piacevoli, effimeri, dannosissimi) degli stupefacenti, il confronto con l'alcol e le altre sostanze. Con rigore e serietà. Ma c'è un capitolo che fa discutere: «Problemi dell'uso (e dell'abuso)». Citiamo alla rinfusa: «L'eroina si sniffa o si inietta in vena». «Mai dare soldi in anticipo a uno spacciatore». «Attenzione all'uso del telefono. Un telefono sotto controllo può compromettere il tuo interlocutore dall'altra parte del filo». Consigli per l'uso, insomma, seguiti da avvertimenti sui pericoli e raccomandazioni per ridurre il danno. «Quest'opera va censurata tuona l'onorevole Alessandra Mussolini, di An -. Se io fossi deputata alla visione dei libri, non ne avrei permessa la pubblica- zione». Parole dure, senza appello. Anche se per oltre cento pagine l'autore raccomanda l'astinenza dal consumo e insegna come arrivarci. Anche se la parola censura poco si concilia con il concetto di democrazia. «Ma democrazia non è incitare o stimolare l'apprendimento di certe cose - aggiunge la Mussolini -. Su questi argomenti ci vuole un controllo. Abbiamo appena discusso in commissione Affari sociali del calo nel consumo di stu¬ pefacenti. Con questo libro facciamo un passo indietro». Freak Antoni si difende: «Il mio è un discorso sulla riduzione del danno. Sarebbe meglio non farsi, ma visto che la droga c'è e viene usata, è bene conoscerla». A fianco dell'autore si schiera don Ciotti, fondatore del Gruppo Abele: «E' uno sforzo per tentare di incontrare i giovani, per comunicare con loro. Il linguaggio è volutamente "giovane", non ideologico, senza moralismi e paternalismi. Alcune parti rischiano di essere un collage, altre sono incomplete, come quella legislativa. Rimane comunque un servizio importante». Ma Freak Antoni perché l'ha scritto questo libro? «Parafrasando Jean Cocteau, importa parlare della droga senza letteratura, senza una specifica conoscenza medica. E poi c'è un messaggio: uscirne è difficile ma possibile. Traducendo in volgare un concetto zen, "se vuoi smettere devi farti il culo"». Stefano Mancini Don Luigi Ciotti del Gruppo Abele L'on. Alessandra Mussolini, di An Don Luigi Ciotti del Gruppo Abele L'on. Alessandra Mussolini, di An

Luoghi citati: Feltrinelli, Italia