L'ultimo Satana è la musica pop di Gabriele Ferraris

L'ultimo Satana è la musica pop L'ultimo Satana è la musica pop NEL MIRINO DEI FANATICI 01 non siamo fondamentalisti: se vogliamo andare alla moschea, andiamo alla moschea. Se vogliamo andare in birreria, andiamo in birreria». In queste parole di un discjockey algerino c'è tutto il «messaggio sovversivo» del ra'i, la musica che - dopo essere stata fino all'85 bandita dalla radio e dalla tivù per ordine del governo - è oggi nel mirino degli integralisti. L'ultùno episodio: la cantante Halima Zahouania ha abbandonato il Paese «per proteggere se stessa e la sua famiglia». A Orano era stato ucciso in un attentato un celebre interprete di ra'i, Cheb Hasni. Il 25 settembre, a Tizi-Ouzou era stato rapito il cantante Matoub Lounes, poi liberato. Il ra'i è un figlio degenere dell'antica tradizione beduina: dai canti dei nomadi, intercalati dall'invocazione «ya ra'i», nacque negli Anni Quaranta e Cinquanta una musica di facile consumo che veniva proposta soprattutto nei cabaret di Orano, all'epoca la città più libera dell'Algeria. I testi parlavano di desiderio fisico e altri argomenti scabrosi. Il rai era. di conseguenza, considerato un intrattenimento pervertito. Ma ben presto, dai cabaret di Orano, il nuovo suono conquista i Paesi dell'Africa araba, e negli Anni Sessanta diventa la musica maghrebina per eccellenza, perdendo - o attenuando - i contenuti piccanti. Intanto, agli strumenti arabi si sostituiscono quelli elettrici importati dall'occidente: nasce l'attuale pop-rai'. I cantanti di pop-rai si fanno chiamare «cheb», ragazzo, in irriverente contrapposizione a «cheikh» (saggio), termine che in¬ dicava i cantori tradizionali. I cheb e le «chaba» (le cantanti donna) diventano eroi della gioventù nell'Algeria che ha appena conquistato la libertà e sembra volersi aprire al mondo. Le canzoni riacquistano un carattere «verista»: raccontano storie di corse in automobile, bevute notturne, approcci sessuali. E molti artisti, verso la fine degli Anni Settanta, si trasferiscono a Parigi. Fiorisce la stella di Khaled, oggi celebre in tutto il mondo; si afferma il marocchino Cheb Kader, con una fusione fra rock e rai; e Chaba Zahouania, Cheb Sarahoui, Chaba Fadela compiono regolari tournée in Europa. Il successo all'estero contribuisce a por fine al bando del rai in patria: il governo algerino, ansioso di non scontentare gli integralisti, aveva infatti proibito a radio e televisioni di trasmettere quella musica tutt'altro che devota. Ma alcuni uomini d'affari decidono di sfruttare il rai come prodotto facilmente esportabile, e ottengono, nonostante la disapprovazione dei religiosi, la revoca dei divieti. Nell'85 ad Algeri si tiene il primo festival del rai. Non si placano però le pressioni ufficiali. La persecuzione s'accanisce contro il capo carismatico del movimento, Cheb Khaled, responsabile di testi quali «Il whisky è arabo, la birra è europea», oppure «Ehi, marna, tua figlia mi vuole», di sicuro non apprezzati dall'establishment islamico. Khaled da anni vive e lavora all'estero. Mentre crescono le minacce, pure i suoi colleghi meno celebri prendono la strada dell'esilio: «Tutti sono andati via, costi quel che costi anch'io me ne andrò», cantava Cheb Hasni, poco prima di essere ammazzato. Gabriele Ferraris

Persone citate: Chaba Fadela, Cheb Hasni, Cheb Kader, Cheb Khaled, Cheb Sarahoui, Matoub Lounes

Luoghi citati: Algeri, Algeria, Europa, Orano, Parigi