Ecco gli ispettori il pool fa quadrato

Lungo vertice dei pm di Mani Pulite con il procuratore capo Borrelli alla ricerca di una strategia Lungo vertice dei pm di Mani Pulite con il procuratore capo Borrelli alla ricerca di una strategia Ecco gli ispettori, il pool fa quadrato D'Ambrosio: «Procedere per ispezioni è fatto anomalo E' certo, quest'inchiesta rallenterà le nostre indagini» MILANO. I magistrati di Mani Pulite Colombo e Davigo vanno alla presentazione del libro del Papa per trovare la pace. Che in procura non cu: gli ispettori del ministro Biondi sono attesi, oggi si riunisce il plenum del Csm per esaminare il caso Borrelli, gli avvocati penalisti chiedono (anche loro) un'ispezione al quarto piano del palazzo di Giustizia. C'è baruffa nell'aria. E si vede dal va e vieni di magistrati che si passano fotocopie di giornali e indicano i punti su cui si muoverà l'indagine ministeriale. «Quel che è certo è che questa ispezione rallenterà le nostre indagini», commenta il procuratore capo aggiunto Gerardo D'Ambrosio. Poi tutti in riunione. Nell'ufficio di Francesco Saverio Borrelli, il procuratore capo doppiamente nel mirino: per l'esposto del governo su cui si deve esprimere (con tutta probabilità con un'archiviazione) il plenum del Csm, per quell'esposto della Fininvest (ma non solo) all'origine dell'ispezione voluta dal ministro Biondi. Vanno in riunione da Borrelli al gran completo: D'Ambrosio, Di Pietro, Colombo, Davigo, Greco e Ielo. Alle 14 si apre la porta dell'ufficio. Si sa che hanno parlato della visita (attesa per oggi, ndr) dell'ispettore ministeriale Ugo Dinacci, padre tra l'altro dell'avvocato Filippo Dinacci, difensore dell'ex segretario di Craxi Mauro Giallombardo. Si sa della riunione, non della strategia elaborata. Insiste Gerardo D'Ambrosio: «Chissà perchè gli unici magistra¬ ti a cui si mandano gli ispettori sono quelli di Milano, anzi quelli del pool? Procedere per ispezioni è anomalo, gli imputati che si sentono lesi nel loro diritto possono rivolgersi al Tribunale della libertà o alla Cassazione. Che c'entrano gli ispettori?». Che questa sia un'ispezione «politica», l'ultimo atto di una guerra in corso tra governo e magistrati, nessuno lo dice apertamente. Ma la sensazione è questa, nettissima, quasi palpabile nell'aria. E non sempre è chiaro (tra i magistrati) se il fronte sia compatto. «Vorrei evitare ogni commento. Non sapevo nulla di quella lettera, ne apprendo oggi l'esistenza», sibila il procuratore capo Francesco Saverio Borrelli. La lettera in questione è quella inviata dal procuratore generale Giulio Catelani al ministro Biondi, al procuratore generale Sgroi, al Csm. Scriveva Catelani ai suoi superiori: «Quella perquisizione (alla Fininvest, ndr) contrasta con i requisiti richiesti dal codice vigente in quanto chiaramente indirizzata alla ricerca della documentazione di un'intera società, in palese contrasto con la giurisprudenza costante della Cassazione». «Si vada a leggere il codice», mormora in risposta un magistrato del pool. E la paura non detta è che l'assalto al pool, anzi a Borrelli, nato dopo quell'intervista al «Corriere» e adesso (forse) neutralizato con la decisione del Csm attesa per oggi, possa ripresentarsi sotto un'altra veste, quella di un'ispezione ministeriale. Nel suo rapporto il procuratore generale Giulio Catelani non lesina gli elogi al pool «per gli enormi meriti acquisiti per la loro attività». Ma poi non può che difendere il suo dossier inviato a Roma: «Insomma, se io avverto qualcosa di anormale lo devo segnalare. Certi fatti possono essere comprensibili errori umani. Anche i magistrati della procura sono uomini e non macchine». Dopo l'affondo, la frase conciliante. Dice Catelani: «Purtroppo si pone troppo spesso l'accento sui contrasti, quando invece sono cose fatte per il bene generale». Catelani giustifica anche il «ritardo» con cui arriva l'ispezione ministeriale, rispetto alla sua lettera inviata il 17 giugno al ministro Biondi. E dice: «Evidentemente ci sono state di mezzo le ferie. Comunque chiedetelo a lui perché si muove solo adesso». Fabio Potetti

Luoghi citati: Milano, Roma