L'editoriale della discordia di Guido Tiberga

L'editoriale della discordia L'editoriale della discordia Biasco: «L'Unità mi ha stravolto l'articolo» L'ECONOMISTA ROSSO SALVATORE, ma che cosa hai scritto?». Il professor Salvatore Biasco, editorialista dell' Unità, era fino a poche settimane fa il presidente del Cespe, la fondazione che riunisce illustri economisti della sinistra. Da tempo aveva pensato di dimettersi, ma quando lo ha fatto - e lo ha fatto poco dopo la riforma delle pensioni e la proclamazione dello sciopero - molti colleghi si sono chiesti che cosa fosse successo per trasformare uno studioso in un militante capace di firmare un fondo tanto «agitatorio» e tanto «emotivo» come quello uscito il 28 settembre sull'Unità. «E' finita nel peggiore dei modi la prima prova concreta alla quale era chiamato il governo Berlusconi - attaccava Biasco -. Quella per intenderci, nella quale non servono gli spot del milione di nuovi posti di lavoro usciti da chissà quale cilindro, dei conti pubblici che si rimettono a posto in virtù di chissà quale riforma miracolosa, delle "nonne, mamme e zie" che nulla devono temere perché le loro pensioni "non saranno toccate"... Insomma, la grande illusione proposta con lo stesso sorriso stereotipato ormai famoso in mezzo mondo...». Ce n'era abbastanza perché, negli ambienti un po' compassati della Fondazione, scattasse lo stupore. «In molti - conferma Biasco nella lettera circolare che accompagna l'ultima pubblicazione del Cespe - mi hanno cercato chiedendomi che rapporto ci sia tra il rigore di giudizio cui faccio richiamo nella mia lettera di commiato e quell'articolo agitatorio ed emotivo... Gli stessi mi hanno anche chiesto che rapporto ci sia tra la seria analisi svolta al Cespe sul sistema pensionistico e quella chiusura di sapore propagandistico verso qualsiasi intervento a proposito. La risposta è - ahimè - nessuno. Quell'articolo non aderisce al mio pensiero...». Schizofrenia? Manipolazione? Censura? Semplice incidente giornalistico, spiega Biasco: ((Avevo preparato nel pomeriggio un testo, basato sulle informazioni filtrate fino ad allora... Sono stato svegliato a mezzanotte da un redattore dell'Unità, che stimo e con il quale ero rimasto in contatto nel pomeriggio, che mi informava che all'atto della comunicazione ufficiale dei provvedimenti il quadro era cambiato, data l'incidenza che avevano assunto gli interventi sul sistema previdenziale: la seconda edizione del giornale doveva uscire in maniera differente. Ho autorizzato che all'inizio dell'articolo fosse inserita redazionalmente qualche frase per aggiustarne il tiro, sulle linee della discussione telefonica. L'articolo che ho letto il giorno dopo, a mia firma, era per quasi metà non scritto da me..». Il «redattore» è in realtà il caporedattore Angelo Melone: «Ho fatto quello che si fa in tutti i giornali in casi come questi - spiega -. Ho adattato il testo alle novità della tarda serata. Qualche giorno più tardi ho parlato con Biasco. Non ha protestato: ha detto che il suo commento da tecnico si era trasformato in un pezzo scritto a caldo sui fatti. Ma la linea di fondo non era cambiata». Biasco è d'accordo fino a un cor- to punto. Sembra più rassegnato che arrabbiato: «Evidentemente dice - l'ora tarda e la concitazione con cui si fa un quotidiano hanno preso la mano al mio interlocutore. Che rimane persona che stimo». Guido Tiberga iPiccole manovre ie grandi bugie I FINITA con i si"- I ,e prevedere una! Tossissi redeimodil&trfl \ L'articolo di Biasco sull'Unità prima (a sinistra) e dopo le modifiche «Non l'hanno fatto apposta ma che manipolazione»

Persone citate: Angelo Melone, Berlusconi, Biasco, Salvatore Biasco