Ma il sindacato non molla di Gian Carlo FossiGianni Letta
Ma il sindacato non molla Ma il sindacato non molla Anticipata la marcia su Roma Verso una raffica di scioperi ROMA. Il governo modifica la sua posizione sulle pensioni e riapre il dialogo con i sindacati dopo il duro scontro delle ultime settimane. E' stato lo stesso Berlusconi a dare un segnale di distensione, telefonando personalmente ai leader delle confederazioni dei lavoratori per informarli sull'esito del «vertice» di maggioranza e sulla disponibilità ad apportare consistenti emendamenti alla Finanziaria '95 e ai provvedimenti collegati. «In questo modo - sottolinea il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta - si vuole riprendere al più presto il confronto per mettere a punto nuove soluzioni, fermi restando cardini e obiettivi della manovra». Però i sindacati vogliono vederci chiaro e, per il momento, non sono affatto soddisfatti. «Gli emendamenti che il governo si accinge a presentare affermano per la Cgil Cofferati ed Epifanio- sono modestissimi e assai lontani dalla richieste del sindacato. Solo se ci sarà una disponibilità concreta sugli aspetti che abbiamo sollevato, il confronto potrà riprendere utilmente. Ogni ripresa del dialogo basata soltanto sull'immagine rischia di non essere seria, di essere pericolosa e foriera di ulteriori tensioni sociali». Per il leader della Uil Larizza i segnali sono insufficienti e, in ogni caso, è tutto da verificare. Anche D'Antoni della Cisl attende la verifica per dare un giudizio compiuto: «E' un primo risultato positivo, ma bisogna stare attenti: questo governo dice una cosa e poi ne scrive un'altra». Quindi, le tre confederazioni confermano l'estesa mobilitazione e il piano di astensioni programmato con una sola variante: la «marcia su Roma» di un milione di lavoratori e pensionati verrà anticipata dal 19 al 12 novembre per non interferire in alcun modo sulla prossi- ma tornata di elezioni amministrative. Esclusa per ora la proclamazione di un secondo sciopero generale di 8 ore, tra la terza decade di ottobre e la prima di novembre verrà attuata una raffica di agitazioni articolate, per un totale di 8 ore, al duplice livello di regioni e di categorie. Il 21 a Bologna ci sarà una manifestazione nazionale di 5 mila delegati metalmeccanici di Fiom, Firn e Uilm. Il 24 ottobre incroceranno le braccia gli statali, il 28 i dipendenti degli enti locali, il 4 novembre gli operatori medici della sanità associati ai sindacati autonomi e forse le varie categorie di lavoratori delle regioni meridionali aderenti a Cgil-Cisl-Uil. La protesta avrà serie conseguenze nella sanità: tutti gli operatori del settore (medici, odontoiatri, farmacisti, chirurghi, veterinari ecc.) «respingono - informano Anaao, Cimo, Federfarma, Fimmg, Sumai, Sumi - le scelte del governo per la Finanziaria ed invitano i cittadini a contrastare con gli strumenti democratici un progetto politico che distrugge la sanità pubblica, conduce alla rottura del patto solidaristico previsto dalla Costituzione e sta portando il Paese verso scelte altamente pericolose». Si è di fronte ad una manovra finanziaria - incalza la Cimo che abbatte qualità e quantità dell'assistenza sanitaria pubblica, espropria la categoria della propria «specificità previdenziale» e dei propri fondi «attivi», non consente il rinnovo del contratto scaduto da 4 anni e tuttora privo di prospettive favorevoli. «In sostanza - conclude la Cimo - nulla di veramente nuovo rispetto ai governi Amato e Ciampi». Gian Carlo Fossi Da sinistra il sottosegretario alla presidenza Gianni Letta e il ministro Clemente Mastella
Persone citate: Berlusconi, Ciampi, Cimo, Clemente Mastella, D'antoni, Larizza, Sumi
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