Salmo e saluto romano, ecco il tifoso perfetto di Raffaella Silipo

Salmo e saluto romano, ecco SI tifoso perfetto Da testo sacro a successo estivo da discoteca. La Zevi: gravissimo, si rischia di perdere il vero significato Salmo e saluto romano, ecco SI tifoso perfetto «Gam Gam», la Bibbia approda negli stadi in bocca ai naziskin «Se anche andassi per valle tenebrosa, non temerei alcun male, perché tu sei con me». Salmi, 23,4. Certo Re David non poteva immaginare che il suo dolcissimo canto di fede e poesia sarebbe stato un giorno scandito dai naziskin negli stadi, come sottofondo al saluto fascista. E' accaduto domenica, ad opera di tifosi violentemente ignari che quelle sillabe, prese in prestito da un successo da discoteca, «Gam Gam», fossero in realtà una preghiera. E gli originari autori di tanta contaminazione, i dj Mauro Pilato e Max Monti, candidi candidi sostengono: «In fondo è la parola di Dio che viene divulgata». «I salmi sono vivi. Banalizzarli è un grave rischio - ammonisce Tullia Zevi, presidente delle comunità ebraiche italiane -. Anche l'originale rischia di perdere il suo senso profondo. E dalla banalizzazione si arriva in fretta alla strumentalizzazione». Proprio il progressivo impoverimento pare il destino di «Il Signore è il mio pastore» alias «Gam gam» («Anche anche»). Era già stato utilizzato due anni fa per «Jona che visse nella balena», film drammatico di Roberto Faenza. La scorsa estate i due dj hanno rivisitato la colonna sonora in versione «dance». Un successo straordinario, il cui refrain è arrivato sulla bocca degli ultra. I quali, quasi certamente, non sanno quello che cantano. Vanno dunque per ciò, evangelicamente, perdonati? Sì, dicono gli autori, che hanno anche pronta una singolare soluzione al problema. «Ci stiamo organizzando per divulgare nei ma¬ xischermi degli stadi il testo. I naziskin ci fanno sopra il saluto fascista perché sono ignoranti, non sanno quello che scandiscono». Ma la Zevi ammonisce contro i rischi insiti in ogni contaminazione, seppure apparentemente innocente. «Non conosco il "salmorap", ma trovo che sia di pessimo gusto manipolare testi o musiche originali, travisandone lo spirito e il significato. Quando poi si tratta di parole immortali, che hanno attraversato indenni i secoli, è ancora più grave». Dalle poesie di Carducci rivisitate da Fiorello, ai monaci di Santo Domingo de Silos, autori dell'hit mondiale «Le migliori opere del canto gregoriano», il panorama musicale è ricco di contaminazioni. «C'è mancanza di creatività, e per calcolo commerciale si farebbe di tutto. Ma il fenomeno non è di oggi - ricorda la Zevi -. Io sono stata musicista, in America, negli Anni 40. Una domenica in Chiesa suonavo all'arpa i Preludi di Debussy. Mi si disse di to¬ glierli dal programma perché ne esisteva una versione jazz, e la gente era portata a segnare il tempo con il piede. Ecco, per quelle persone Debussy era perduto. Come per i ragazzi di oggi è persa per sempre l'antica magìa e la potenza consolatoria del Salmo». Consolazione, stimolo alla meditazione, richiamo all'eternità di gioia e dolore. «I salmi sono vivi ripete la Zevi - possiedono una forza di cui l'uomo di oggi ha molto bisogno. Quando il Papa è venuto a trovarci, per dare parole all'incontro, ha scelto il Salmo "Come è bello, come dà gioia che i fratelli stiano insieme". E quando un mio amico carissimo, non credente, perse la bambina in un attacco terroristico, mi chiese di recitargli dei Salmi per lenire il suo dolore atroce. Ci sono tante cose che si possono prendere con leggerezza, quasi per gioco. Conserviamo almeno i Salmi nella loro sacrale integrità». Raffaella Silipo Tullia Zevi presidente delle comunità israelitiche italiane

Luoghi citati: America, Santo Domingo